E’ un centro commerciale in un quartiere residenziale di Atlanta il fortunato luogo d’incontro di Dré (in seguito André 3000) e Big Boi, al secolo André Benjamin e Antwan Patton: è il 1991 e i due, appena sedicenni, cominciano a frequentarsi anche a scuola, dedicandosi a battaglie rap tra una lezione e l’altra.
Quando il celebre magazine Rolling Stone raduna illustri nomi della musica e della critica per stilare una classifica delle cento migliori voci di tutti i tempi, tra i profili degli artisti “eletti” – una magnifica carrellata di icone del passato più influente – spicca il volto giovane di Christina Aguilera.
L’ex bambina prodigio di Staten Island si conquista la cinquantasettesima posizione, superando veri e propri mostri sacri della storia della musica. E per l’occasione la rivista riporta un intervento di Patti Smith, sbalordita dopo aver sentito Christina interpretare il classico “It’s a Man’s Man’s Man’s World” ai Grammy Awards del 2007: “una delle migliori performance che io abbia mai visto. Sono rimasta per tutto il tempo seduta a guardarla, e alla fine non ho potuto fare a meno di saltare in piedi. E’ stato incredibile”, ricorda la Sacerdotessa del Rock.
Il nome lo prendono da Linda Kasabian, ex membro della setta di Charles Masnson e poi testimone chiave nel processo contro di lui e contro la “Family”. Ma anche il loro sound si mostra fin dagli inizi ben cosciente del passato: nell’alternative che con loro infuoca il nuovo Millennio si ritrovano a dialogare decenni gloriosi di storia britannica del rock, dai più vicini Oasis e Stone Roses fino all’ispirazione dei Led Zeppelin.
La storia del rock è anche la storia dell’incontro e dell’osmosi di forme musicali come il rhythm&blues, il country e il blues. E’ la storia di una fusione tra esperienze musicali derivate dalla cultura nera ed altre provenienti da un folk rurale decisamente bianco. L’aggregazione di queste musiche, in percentuali che critici e studiosi non sono mai stati capaci di stabilire unanimemente, si concretizza nella prima metà degli anni ’50 in un sound pulsante che impone di muoversi, di ballare. Johnny Cash esordisce nel 1955 in un ambito musicale rock&roll e non è certo un caso che a scoprirlo e indirizzarlo, sia stato proprio Sam Phillips, proprietario e produttore dell’etichetta Sun Records e dello studio omonimo, una piccola sala di registrazione dove incisero Elvis Presley, Roy Orbison, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins.
Rino Gaetano si trasferisce in giovane età con la famiglia da Crotone a Roma, dove diverrà una delle voci fuori dal coro più innovative della musica italiana. Le sue canzoni a 40 anni dalla scomparsa prematura sono di una modernità che colpisce, la sua denuncia sociale più che mai attuale, la sua irriverenza purtroppo ancora bene assegnata.
Nella seconda metà degli anni Settanta la cittadina inglese di Basildon assiste alla breve avventura dei No Romance in China, gruppo fondato dai compagni di scuola Andy Fletcher e Vince Clarke. Al volgere del decennio troviamo invece Clarke impegnato in una collaborazione con Martin Gore, che presto coinvolge anche il vecchio amico Fletcher. È con il 1980 che il nuovo gruppo si completa, con l’ingresso del vocalist diciottenne David Gahan; dopo numerosi cambi, poi, il nome del quartetto viene definitivamente scelto: Depeche Mode, rubato ad una rivista francese di moda.
Marco Masini la patente di cantante ce l’ha a pieni voti, come anche quella di autore di successo. Voce roca, calda, graffiante , carattere passionale forte, che gli ha permesso di attraversare momenti difficili personali e di carriera, Masini muove i primi passi a Firenze e dintorni, prima suonando con i compagni di liceo, poi conosce l’autore Beppe Dati, che a sua volta gli presenta Giancarlo Bigazzi, che sarà suo produttore, mentore e amico.
Il primo 45 giri firmato Luigi Tenco arriva nel 1961, quando il cantautore ventitreenne pubblica “I Miei Giorni Perduti”. L’anno successivo è un anno di fondamentali prime volte: il primo Lp omonimo (contenente classici amatissimi come “Mi Sono Innamorato di Te”, “Il Mio Regno” e “Angela”), la prima censura (per la pungente denuncia di “Cara Maestra”) e la prima volta al cinema. Luciano Salce lo sceglie infatti per interpretare il ruolo dell’idealista Giuliano in “La Cuccagna”, e Tenco convince il regista a lasciargli interpretare un brano scritto da un conoscente ancora ignoto ai più: si tratta de “La Ballata dell’Eroe”, la cui interpretazione dà una grande spinta alla nascente carriera di Fabrizio De André.
La vicenda artistica di Graziani muove dalle prime ondate di rock and roll d’oltreoceano, ascoltate in radio, che lo spingono a prendere in mano la chitarra e a cercare le prime note. Seguono presto le prime esperienze, nei locali, con i Modernist’s di Nino Dale, poi con Velio Gualazzi (padre di Raphael) alla batteria e Walter Monacchi al basso fonda una propria band, l’Anonima Sound, con cui comincia a farsi conoscere e a farsi spazio nel panorama musicale italiano.
Seguono anni di oscura gavetta e vari nomi d’arte , finchè nei primi anni ’70 il primo album , “La città che io vorrei”, e i primi ingaggi in sala di incisione con personaggi del calibro di Venditti e Battisti , per il quale suona la chitarra in “Ancora tu” e l’album celeberrimo “La chitarra, il contrabbasso, ecc..”