Ingresso Libero
Ingresso Libero è il primo album pubblicato da Rino Gaetano nel 1974. Prima di allora, il cantautore crotonese aveva pubblicato sotto lo pseudonimo di Kammammuri’s.
Ironico, intelligente, narratore surreale, anarchico, irriverente e tagliente, Rino Gaetano in questo primo lavoro affronta temi difficili o introspettivi attraverso canzoni , dolenti, sarcastiche, giocose, esplorando modi nuovi per raccontare storie di sfruttamento, abbandono, ridicole dignità mondane, piaggeria, solitudine.
Talmente prezioso è il suo apporto che dopo oltre trenta anni dalla scomparsa i suoi testi sono di una modernità impressionante, la sua denuncia attuale , la sua irriverenza ben assegnata.
Nulla è cambiato, forse manca oggi l’impegno che alcuni artisti profondevano in quegli anni nelle loro creazioni artistiche, perchè credevano davvero che una frase potesse risvegliare un barlume di coscienza, perchè spesso, dietro l’amarezza delle loro parole si celava una fervente speranza e fiducia nell’essere umano.
Anche in “Ingresso libero” le tematiche sociali, lo spirito corrosivo ed ironico del giovane cantautore crotonese sono già espresse in uno stile personale, asciutto, scarno ed essenziale.
I suoi paradossi, la rabbia, il sarcasmo, la denuncia e a volte, una certa tenerezza sotterranea sono le strade che le sue composizioni continuano a battere .
L’album si apre con “Tu, forse non essenzialmente tu”.Canzone sorprendente, di impianto pop ma pervasa da uno spirito psichedelico, l’andamento vagamente battistiano della canzone è arricchito da un testo che fluisce libero da ristrettezze strutturali o abbellimenti stilistici. Si parla d’amore, e le immagini e e le sensazioni scivolano una dopo l’altra, arrivando a segno , come spesso accade con le canzoni di Rino Gaetano: non c’è inizio, non c’è fine, c’è il fluire dei pensieri che di volta in volta suggeriscono indignazione, sorriso, sarcasmo, tenerezza.
“Ad esempio a me piace il sud” ha un’orchestrazione ed un suono che denunciano fortemente il sound imperante negli anni ‘70. L’arrangiamento è essenziale, immediato. E’ il testo la forza di questa canzone. Il cantautore, nato a Crotone e stabilitosi a Roma a 10 anni, ha un forte legame con il sud, che esplorerà in molte sue canzoni. In questo caso Gaetano dipinge con poche pennellate i forti colori delle strade impolverate, delle donne con i
vestiti scuri sulla soglia delle case e delle campagne assolate. Amore , appartenenza e nostalgia sono gli ingredienti di questa canzone toccante e malinconica.
“A.D 4000 d.c.” è una composizione acuta, divertente, strampalata in cui Gaetano immagina il futuro attraverso immagini visionarie, surreali, oniriche, un futuro completamente in mano al caos, un futuro che assomiglia al presente, denso di mostruosità diverse ma ugualmente spaventose, a dire, forse nulla cambia mai.
Rino Gaetano aveva già mostrato la sua fascinazione per il “lontano lontano” scegliendo al’inizio della sua carriera lo pseudonimo Kammamuri, un personaggio uscito dalla penna di Emilio Salgari, e adesso con “A Khatmandu”, usa la lontana terra del Nepal per un viaggio leggero ed allucinogeno (si fumava, non ci davano la sola.. tra i fumi degli spini e la barbera..) per regalarci sensazioni di straniamento divertito fatto di immagini storte e confuse.
“Supponiamo un amore”è una splendida, malinconica ballad in bilico tra speranza e disillusione.
L’amore è una speranza, un anelito, è il senso della vita o forse un’amara illusione? È forse meglio sognarlo che viverlo, per evitare di cadere sulla realtà , ovvia, spesso deludente o difficile da capire. L’amore troppo grande, mistero che attrae e si fa sempre inconoscibile.
“E la vecchia salta con l’asta” è una ballata dall’andamento antico, una giostra musicale, questa canzone dal tema medievale .Chitarre, organo, basso e batteria, arrangiamento scarno, grezzo, il cantautore qui veste i panni del menestrello cantastorie. La storia surreale del viaggio di un cavaliere che attraversa villaggi e città è raccontata con ironia, il linguaggio è desueto, la voce a tratti imprecisa ma efficace. Una favola antica con finale beffardo , assurdo e divertito.
“Agapito Molteni il Ferroviere” e “L’operaio della Fiat” sono legate alle tematiche politiche e sociali che erano vivissime in quel periodo storico, e si fanno sorelle ad altre importanti opere come l’album “Storia di un impiegato “ di De Andrè e “la locomotiva” di Guccini.
La dura vita della classe operaia, che crea vittime , piccole figure sfumate, figurine patetiche e insieme eroiche, in bilico tra il ridicolo e il magnifico , è affrontata da Rino Gaetano attraverso due composizioni scarne, essenziali.
“I tuoi occhi sono pieni di sale” è romantica, frammenti di discorsi amorosi che mescolano l’aria salmastra , travolgente ed intensa del mare ad immagini ravvicinate della donna amata o desiderata, e mare e femminilità si fondono in un sentimento ed una immagine affascinate, millenaria, seducente.
“Ingresso libero” aveva già in sé tutti gli stilemi che il cantautore avrebbe poi sviluppato ed approfondito. Quello stile e quello sguardo del tutto nuovo sulla società e sulla vita in generale , quell’aria ribelle, quel linguaggio personalissimo lo avrebbero reso poi uno tra i grandi cantautori del suo secolo.
Eppure, proprio per la sua portata , a suo modo rivoluzionaria, il disco ebbe il successo meritato molti anni dopo la sua pubblicazione .