Rage Against The Machine
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1. Bombtrack 4:04
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2. Killing In The Name 5:13
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3. Take The Power Back 5:36
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4. Settle For Nothing 4:47
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5. Bullet In The Head 5:08
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6. Know Your Enemy 4:55
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7. Wake Up 6:04
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8. Fistful Of Steel 5:31
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9. Township Rebellion 5:24
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10. Freedom 6:06
Ci sono album straordinari che rivelano o lasciano perlomeno presagire, perfino dalla copertina, la cifra stilistica e formale della musica espressa al loro interno, il tenore generale del progetto nonché la materia stessa dalla quale si dipanano. “Rage against the machine” è indubbiamente uno di questi: nello scatto che valse al fotografo Malcom Browne il premio Pulitzer nel 1963, era stata impressa l’immagine di un monaco buddista che si toglieva la vita dandosi fuoco.
Questa foto inquietante, tragica, decisamente scioccante fu scelta dalla band per la cover del loro album d’esordio. “Rage against the machine” sembra proprio scaturire da questa scelta, conformarsi ad essa anche se non risulta affatto tragico, laddove invece è rabbioso, inquietante, minaccioso, imponendo così all’ascoltatore un impegno assiduo affinché possa prima affrontarlo, esserne sedotto e sentirsene infine pienamente appagato. D’altronde per scoprire e recepire i piaceri offerti dall’arte qualcosa sarà pur necessario scontare. Tom Morello alle chitarre, Tim Commerford al basso, Brad Wilk alla batteria e il cantante Zack de la Rocha hanno firmato con “Rage against the machine” uno dei più preziosi, complessi capolavori degli anni ’90, fondendo in un crossover stupefacente tutta una serie di segnali provenienti da zone e pratiche musicali apparentemente lontane tra loro, lontane nel tempo e nell’espressione formale. Il rap, l’hip pop, il post-punk, l’heavy metal e l’hard rock, così come il funk ed altre forme generate dall’osmosi di vari fenomeni ed incontri musicali venuti a contatto e amalgamatisi negli anni ‘90, convivono perfettamente nei brani di questo disco che gli stessi Rage Against the Machine, nelle note di copertina, dichiarano essere stato inciso senza aver mai fatto ricorso a suoni campionati, tastiere o sintetizzatori. Questa è una indicazione importante per accostarsi all’album, per poterlo apprezzare, assimilare e decodificare ed altrettanto importante è chiarire subito che sia singolarmente che come band, i Rage Against the Machine sono attivisti politici schierati su vari fronti ed impegnati in prima persona in lotte sociali, ambientali e animaliste. L’album è esplosivo dalle prime note di ‘Bombtrack’ fino a ‘Freedom’ che, dopo 53 minuti di pura adrenalina e sferzanti rovesci di suono, chiude splendidamente un progetto articolato su dieci tracce. La sezione ritmica possiede una compattezza e densità tali da tutelare appieno Tom Morello, permettendogli così di librarsi con tranquillità nelle sue acrobazie sulla tastiera dello strumento. Deciso emulo di quel Jeff Beck tecnicamente più sperimentale ed attratto dalle piroette di un Jimmy Page da tempo palesemente compenetratosi nel suo background, Morello incrementa le sue capacità ed origini stilistiche sfruttando una tecnologia ed una estetica che lo pongono nella band in un ruolo spesso dominante. Ascoltando la traccia numero due, ‘Killing in the name’, la dinamica precedentemente descritta dell’interazione tra una sezione ritmica spietata e una chitarra che squittisce, gracchia, tuona ed inferisce diviene chiara, lampante. Siamo difronte ad uno dei brani chiave dell’album: tutto è stato organizzato per fornire a Zack de la Rocha un tappeto perfetto su cui poggiare la sua voce che si libra tra canto, parlato, interventi da puro rapper, parole urlate, enfatizzate oppure declamate. L’interscambio tra i quattro musicisti è pienamente quanto, follemente riuscito, l’amalgama funziona a meraviglia, un’ondata di ritmo irrefrenabile costringe il nostro corpo ad un moto cadenzato cui non è possibile resistere, non si tratta di un incontrastabile trasporto che induce alle movenze di un qualsivoglia ballo, è piuttosto un rimando, un ritorno irresistibile a riti tribali, a movenze arcaiche. La traccia numero tre, ‘Take the power back’ possiede il tessuto letterario della canzone non di protesta, ma di accusa: il bersaglio sono gli USA, la politica interna americana, la retorica figura dello zio Sam, il titolo poi la dice tutta: “Riprendiamoci il potere”. ‘Wake up’, traccia numero sette, inizia con un qualcosa che immediatamente rimanda alla ‘Kashmir’ dei Led Zeppelin, la citazione per quanto neanche troppo camuffata è evidente e rappresenta probabilmente un omaggio, un riconoscimento. Il testo cita Martin Luther King, Cassius Clay, Malcolm X, la guerra del Vietnam, parla di network che lavorano per mantenerci inerti e quindi incerti, oppure viceversa. ‘Wake up’ parla poi di Movimenti che ciclicamente nascono e scompaiono, della miseria in cui si trovano migliaia di senza lavoro, insomma con una operazione di miscelamento anche del tutto autonoma e personale di tutti questi elementi è facile ipotizzare le indicazioni e le coordinate risultanti, il nucleo centrale della critica. Nei panni di Neo, in una delle ultime inquadrature di “Matrix”, Keanu Reeves è all’interno di una cabina telefonica, nell’attimo in cui poggia la cornetta nell’apposito sostegno parte una musica che diviene perfetto sostrato del film, quel brano è ‘Wake up’ e la parentela con il film di Lana e Andy Wachowski è decisamente stretta. Una delle componenti del perfetto equilibrio di questo lavoro risiede proprio nella riuscita osmosi tra le motivazione che hanno prodotto i testi e la capacità di tradure questi ultimi in materia sonora e pulsante. “Rage against the machine” è un album monolitico, apparentemente ha una sola direzione, un solo scopo eppure, all’interno di una musica che ricrea continuamente se stessa e se stessa medita, le sfumature non mancano e sono offerte anche e soprattutto dall’abilità di Morello e Commerford di alleggerire a volte atmosfere dense, gravi con delle sonorità che soltanto le loro abilità quasi certosine possono produrre ed è chiaro che l’aver voluto sottolineare l’assenza di tastiere, synt o campionamenti vari abbia un senso più che giustificato. Per festeggiare il ventesimo anno dall’uscita dell’album, nel 2013 è stato pubblicato un cofanetto decisamente celebrativo, quanto prezioso: “Rage Against the Machine XX”. Composto da due CD, due DVD ed un vinile, il box raccoglie oltre all’edizione rimasterizzata dell’album arricchito di tre tracce live riprese dai singoli originali, un imperdibile CD con dodici demo dei brani che confluiranno “Rage against the machine”. Nei due DVD troviamo invece le immagini di un film che documenta il concerto al Finsbury Park di Londra del 2010: “The battle of Britain”. Nell’altro DVD è documentata la prima apparizione pubblica della band il 23 ottobre del 1991 in California. Entrambe i DVD contengono anche video promozionali e delle live clips, non mancano poi un libro che assieme ad un poster arricchiscono il già sontuoso cofanetto.