Tunnel Of Love
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1. Ain’t Got You 2:07
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2. Tougher Than the Rest 4:34
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3. All That Heaven Will Allow 2:38
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4. Spare Parts 3:39
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5. Cautious Man 3:56
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6. Walk Like A Man 3:36
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7. Tunnel of Love 5:10
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8. Two Faces 3:01
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9. Brilliant Disguise 4:15
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10. One Step Up 4:21
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11. When You’re Alone 3:21
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12. Valentine’s Day 5:13
Nel 1984 “Born in the U.S.A.” porta Springsteen al picco di popolarità della sua carriera. Ci aveva lavorato da anni, a quel successo, anche se dopo dopo “The river” e il primo tour nei palazzetti aveva pubblicato un disco scuro e acustico come “Nebraska”.
Dopo una lunga lavorazione, l’album esce finalmente nell’estate dell’84 e vende 15 milioni di copie solo negli Stati Uniti; è seguito dal primo tour che lo porta negli stadi. Nell’85 arriva il primo vero giro di concerti in Europa dopo qualche apparizione negli anni passati.
Springsteen diventa uno dei simboli del decennio. Ma le mosse seguenti sono spiazzanti. La prima è la risposta alla richiesta incessante dei fan: un album dal vivo, che testimoni i suoi concerti torrenziali. “Live 1975-1985” esce nel nel novembre del 1986, ma non è uno dei leggendari show che già circolano come bootleg. E’ una raccolta, in 5 LP o 3 CD, di diverse performance nel corso della carriera. E’ il primo box della storia a debuttare al primo posto della classifica americana, ma i fan non sono contenti.
Ma decisamente più spiazzante è la mossa che arriva nel 1987, con la pubblicazione di “Tunnel of love”, il seguito di “Born in the U.S.A.”. La differenza tra i due album è evidente fin dalla copertina: aggressiva e a tinte forti quella del primo. Colori tenui, la seconda, con Springsteen con lo sguardo malinconico. Via i jeans, addio al cappellino in tasca. Ora Bruce è un uomo maturo, ben vestito. Ha già raccontato in “The river” il passaggio alla vita adulta, ma questa volta ha vissuto sulla sua pelle la disillusione.
Durante il tour, Springsteen si è sposato con Julianne Phillips, un’attrice. Ma il matrimonio presto naufraga: nella primavera del ’87 i due sono già separati e il divorzio verrà sancito ufficialmente nell’89. A quel punto Springsteen ha già reso pubblica la sua relazione con Patti Scialfa: conosce la “red headed woman” da quando era una giovane che cercava di farsi strada nei bar del New Jersey, ma dall’84 fa parte delle E Street Band come corista e come chitarrista ritmica. Sarà la madre dei suoi 3 figli e si sposeranno nel ’91.
Springsteen, nel tour di presentazione della recente biografia “Born to run” ha provato a smentire il mito della chiave autobiografica di “Tunnel of love”. “Sono storie e personaggi”, ha detto dichiarato. Ma quello fu il pensiero quando nell’ottobre dell’87 lo si vide cantare, nel primo singolo: “So tell me who I see when I look in your eyes/Is that you, baby, or just a brilliant disguise?”. Un uomo che raccontava in prima persona il fallimento del suo matrimonio. Il videoclip era ambientato un una cucina, con una sobria ripresa in bianco e nero, e un’inquadratura pressoché fissa, che si stringeva lentamente fino ad arrivare in dettaglio sul volto contratto e sofferente del Boss.
La E Street Band viene citata nei crediti di “Tunnel of love”, ma non viene praticamente usata: il disco venne pensato quasi in solitudine, usando i musicisti qua e là, e solo in un caso – la title-track – usando il gruppo quasi al completo, assieme. Clarence Clemons non c’è: appare solo ai cori di una canzone, mentre diversi brani sono incisi in completa solitudine, a partire dal primo – il bozzetto acustico di “Ain’t got you” – alla ballata conclusiva “Valentine’s day”.
Il risultato è un disco sobrio, non minimale come “Nebraska” ma introspettivo – con una sola canzone rock (“Spare parts”: “Pezzi di ricambio e cuori spezzati fanno girare il mondo”). “Tunnel of love”, la canzone, si apre una batteria campionata (scandalo!) e ricorda non solo nel titolo i Dire Straits, che pure a Springsteen dovevano molto, avendogli “rubato” Roy Bittan per le lavorazioni di “Making movies”, l’album della loro “Tunnel of love”.
E’ un concept album sulla fine dell’amore, sulle relazioni che si rompono. L’amore è una “dark ride” dentro un tunnel, un giro in un parco divertimenti dal quale però si esce più spaventati che divertiti.
Lo stesso concept verrà rappresentato nel “Tunnel of love express”, il tour più “strutturato” del Boss: le serate si aprono con una scena che vede la band entrare sul palco acquistando i biglietti da un baracchino. Così inizia il giro nel parco, sotto la guida del Boss. Lo show però va su binari rigidi, con pochissime variazioni di scaletta da sera a sera, come era da tradizione e come sarà la norma negli anni a venire.
Il disco ottenne ottime critiche: si classificò secondo nel Pazz & Jop, il referendum del Village Voice’ tra i giornalisti americani, la lista di fine anno più quotata a quei tempi. Per il decano delle penne musicali statunitensi Robert Christgau “Tunnel of love” è il disco dell’anno.
Springsteen è irrequieto. Nell’88 partecipa ancora a “Human rights now!”, il tour con Sting e Peter Gabriel per Amnesty International che porterà la sua E Street Band in giro per il mondo. Ma la “Dark ride” è finita: l’anno dopo scioglie la band, che rimarrà inattiva per un decennio, in cui il Boss farò dischi e tour con altri musicisti e da solo. Dopo una breve ed estemporanea reunion nel ’95 per il “Greatest hits”, ritornerà nel ’99, e da la gita sulle montagne russe non si fermerà più.
Ma nella sua carriera, “Tunnel of love” rimane uno suoi dischi più affascinanti e sottovalutati. Un ritratto dell’artista da adulto che ancora oggi non può lasciare indifferenti.