Focus On

Roger Waters

Ci sono musicisti così risoluti nell’onorare le proprie convinzioni stilistico formali e talmente determinati nel sottrarsi a mode, tendenze o correnti musicali che, a lungo andare, le loro composizioni acquisiscono il pregio di essere immediatamente riconoscibili risultando subito familiari e rassicuranti: Roger Waters appartiene di diritto a questa ristretta cerchia di rari e preziosi autori. E’ stato bassista dei Pink Floyd dalla fondazione della band, nel 1965, fino al 1985 quando decise di allontanarsi dal gruppo ed avviare un progetto solistico che da allora non ha mai smesso di arricchire e perseguire, a dispetto di quella celebrità e risonanza mondiali, che avrebbero potuto decisamente rivelarsi scomodi ed insidiosi per chi, come Waters, avvertiva la necessità di proseguire una attività musicale a proprio nome. Questa sua necessità nasceva da molto lontano: quando il gruppo prese forma, il leader incontrastato e indiscusso era Syd Barrett, eppure, dopo le registrazioni del primo disco dei Pink Floyd ed una breve serie di concerti, Barrett fu invitato ad allontanarsi. La dipendenza dalla droga e probabilmente l’aggravarsi dei disturbi della personalità che lo rendevano incostante, svogliato e troppo spesso insofferente, consigliarono l’ingaggio di un suo sostituto: David Gilmour, ovvero, l’antagonista, colui che da allora e per i successivi venti anni, contese a Waters il ruolo di leader anche nella conduzione musicale dei Pink Floyd. Un equilibrio fra i due fu mantenuto e rispettato durante il periodo di massimo impegno che permise alla band di imporsi: dopo il definitivo raggiungimento di un successo perlomeno ‘astrale’, alcune insofferenze taciute, volutamente accantonate, eppure mai risolte, riemersero prepotentemente. Da “Animals” del 1977, fino a “The final cut” del 1983, attraverso “The wall” del 1979, la quasi totalità dei brani fu scritta da Waters, ma non solo, il disegno di questi lavori si deve esclusivamente a lui. “Animals” e soprattutto “The final cut” sono album che sembrano anticipare il lavoro di Waters come solista, mentre “The wall”, pur essendo forse il più ambizioso dei progetti elaborati dal bassista, il suo più personale ed intimo, è ancora legato ad una idea di gruppo, di elaborazione comune, malgrado le incisioni vedano una band disunita, instabile, che giunge inspiegabilmente ad allontanare il proprio storico tastierista, Richard Wright, per poi, quasi  contestualmente, assoldarlo come turnista. Sono questi gli umori che porteranno Waters a lasciare i Pink Floyd e ricamarsi un suo autonomo spazio, che gli permetterà di coltivare e rifinire progetti solo abbozzati o spesso tenuti in sospeso, sempre in funzione degli interessi del gruppo. Il primo vero progetto solista di Waters nasce quando ancora milita nei Pink Floyd: è il 1978, il bassista propone al gruppo due sue idee, due concept album: “The pros and cons of hitch hiking” si sarebbe dovuto sviluppare in una sequenza temporale reale, tra le 4.30 e le 5.11 del mattino, attraverso una complessa storia affidata alla descrizione di un sogno-incubo, l’alternativa era invece un già delineato “The wall”. La scelta non fu così facile come potrebbe sembrare, ci furono infatti elementi della band e del loro più ristretto entourage conquistati da  “The pros and cons of hitch hiking” che diverrà poi, debitamente rielaborato, il primo album solista di Roger Waters e sarà pubblicato nell’aprile del 1984. In realtà dovrebbe essere considerato come suo secondo lavoro solista perché nel 1970, assieme al compositore Ron Geesin, Waters aveva firmato la colonna sonora per un docu-film dal titolo “The body”. Nel 1986 Waters collabora ad un’altra colonna sonora, quella per il film di animazione “When the wind blows” alla quale parteciperanno anche i Genesis, David Bowie, Paul Hardcastle: buona parte dello score è scritta da lui ed eseguita come  Roger Waters and the Bleeding Heart Band; sotto questo nome Waters indicava una band, quasi mai composta dagli stessi musicisti, che lo accompagnava nel periodo post-Floyd. Nel giugno del 1987 viene pubblicato un altro concept album, dichiaratamente pacifista: “Radio K.A.O.S”, che mantiene come il precedente una singolare alchimia di suoni, melodie, armonizzazioni ed una intenzione di base, che rimandano al lavoro di quei Pink Floyd più innegabilmente plasmati, modellati e foggiati da Roger Waters. Proprio questi lavori solistici permettono di valutare meglio l’apporto dato alla band, risultano infatti essere perfettamente speculari alla musica prodotta dal gruppo soprattutto negli anni che hanno preceduto la fuoriuscita del bassista dalla band. E si può anche supporre che questi lavori solisti non abbiano avuto risonanza e un significativo successo solo perché non garantiti o supportati dal persuasivo marchio di garanzia: Pink Floyd. Nel 1990 Waters pubblica “The Wall-Live in Berlin” registrazione del concerto tenuto il 21 luglio di quell’anno per festeggiare la recente caduta del Muro di Berlino. Le collaborazioni di una grande quantità di noti musicisti nobilitò questa fortunata produzione facendone un vero successo anche commerciale. Nel 1992 viene distribuito “Amused to death” un lavoro complesso, ancora una volta ancorato ai temi della pace ed alle convinzioni e posizioni pacifiste di Waters che articola questo nuovo concept album attorno alla prima guerra mondiale ed al soldato inglese William ‘Bill’ Hubbard che perse la vita nella battaglia della Somme.  “Amused to death” ha richiesto anni di preparazione, è stato registrato in vari studi e rappresenta il risultato più convincente della sua attività solista: la contiguità e la continuità con le vecchie produzioni dei Pink Floyd è sorprendente. Instancabile nell’attività live, Waters torna dopo anni in studio per la colonna sonora composta di Ennio Morricone e scritta per il film di Giuseppe Tornatore, “La leggenda del pianista sull’oceano” del 1998, nella quale appare in un brano, ‘Lost boy calling’ firmato assieme al Maestro ed arricchito dalla sua voce e da un assolo di Eddie Van Halen. Per l’album “Vagabond ways” di Marianne Faithfull, del 1999, Waters regala alla cantante una pregevole ‘Incarceration of a flower child’ scritta trenta anni prima e probabilmente dedicata, ma non vi è conferma, a Syd Barrett. Anche nell’album “Give my love to London” del 2014, Waters è presente con una canzone scritta per la Faithfull, la coinvolgente ‘Sparrow will sing’. Nel 2000 con “In the flesh-Live” Waters rende ancora omaggio ai suoi Pink Floyd pubblicando una sorta di resoconto-bilancio di anni di tour in cui i brani del gruppo si alternavano magicamente a quelli del suo periodo solista. Dopo due anni esce “Flickering flame: the solo years volume I”, antologia del suo periodo solista: brano d’apertura è la cover di “Knockin’ on heaven’s door” di Bob Dylan incisa per il film “The dybbuk of the holy apple field” del 1998. Sono invece del 2004 due brani slegati da album: “To kill the child” e “Leaving Beirut”, architettati su una tematica densamente sociale e politica. Tentato forse da una legittimazione ‘accademica’, che un compositore può ottenere soltanto accostandosi alla musica classica, nel 2005 Waters si confronta con l’opera lirica musicando “Ça ira” su libretto in francese di Etienne e Nadine Roda-Gil da lui adattato in lingua inglese. La prima ufficiale di questa composizione fu eseguita all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 17 novembre del 2005. Da una collaborazione con Howard Shore, noto autore di colonne sonore, nascerà poi, nel 2007, il brano “Hello, (I love you)” inserito nella colonna sonora di “The last mimzy”. Di Waters si è tornato a parlare per il suo progetto “Roger Waters – The Wall”, un film con la regia dello stesso Waters e di Sean Evans, presentato al festival di Toronto nel 2014 e riconosciuto dalla critica come un lavoro decisamente eccellente e disponibile in versione DVD.

BOX ALBUM

– “Amused to death” (1992)

E’ difficile stabilire se la morte del padre, caduto nel febbraio del 1944 successivamente allo sbarco alleato ad Anzio, abbia segnato la vita di Roger Waters che allora aveva soltanto cinque mesi. E’ invece sicuro che la figura paterna, quella dell’eroe sacrificatosi per il proprio paese, abbia condizionato alcune scelte dello Waters artista, vedi “The wall” e “Amused to death” che è incentrato su un soldato britannico ucciso durante il primo conflitto mondiale. Questo è un disco perfettamente in linea con la produzione di quei Pink Floyd che dalle ideazioni di Waters ancora dipendevano.

– “Radio K.A.O.S.” (1987)

Il concept album è stato sempre un riferimento formale nella musica di Waters, raccontare una storia, dirimerne le componenti e trovare loro una forma risolutiva, è il segno distintivo delle sue composizioni, di quelle ardite costruzioni che anche in questo album, oltre a riecheggiare la musica del suo ex-gruppo, offrono una ricchezza e un piacere d’ascolto decisamente non convenzionale.

– “The pros and cons of hitch hiking” (1984)

Sarebbe potuto divenire un album dei Pink Floyd, ma poi, tra l’ipotesi di lavorare su questa ‘storia’ o su quella del ‘muro’, il gruppo e la sua crew più ristretta scelsero, neppure all’unanimità, di lavorare sul progetto “The wall”. “The pros and cons of hitch hiking” è a tutti gli effetti una creazione plasmata originariamente sui Pink Floyd e, soltanto successivamente, ripresa ed incisa da Waters con altri musicisti, quando ancora non aveva voltato le spalle al gruppo.

 

BOX BRANI

 

-The time is turning (after live Aid) [Radio K.A.O.S.] 1987

E’ probabilmente una delle canzoni più note del periodo Waters post Pink Floyd ed è il brano che meglio racconta e rappresenta i meccanismi compositivo del bassista. Nel concerto berlinese del 1990, in cui propose l’intero “The wall”, a chiudere lo show troviamo proprio questo brano cantato assieme a Joni Mitchell, Brian Adams ed altri ospiti di rilievo; sul finire del pezzo Waters opera poi una perfetta osmosi con “Outside the wall” che l’album originale chiudeva.

 

– What God wants, Pt. I   [Amused to death] 1992

“Amused to death” é riconosciuto come l’album più efficace di Waters, il lavoro dove più palesi sono i riferimenti alle incisioni dei Pink Floyd; si è anche scritto, malignamente, che “Amused to death” sia il migliore lavoro dei Pink Floyd. Ad arricchire un lavoro di per sé riuscito e perfetto, troviamo Jeff Beck che nobilita questa traccia con un apporto chitarristico di indiscutibile valore.

 

– Radio waves  [Radio K.A.O.S.] 1987

Roger Waters e gli anni ’80’: questo potrebbe essere una sorta di emblematico sottotitolo per un brano che trasuda di quei suoni ed arrangiamenti che hanno caratterizzato le produzioni discografiche di quegli anni. E’ un Waters insolito, divertente, completamente e perfettamente in sintonia e a suo agio, con la musica in voga: un esercizio di stile di alto livello.

 

– Who needs information [Radio K.A.O.S.] 1987

Fare riferimento all’attività del Waters compositore e citare i Pink Floyd può apparire tedioso e ripetitivo, eppure ascoltando questo gioiello appare evidente come il mondo musicale del bassista sia univoco, monolitico e spesso monotematico e all’universo Floyd si relazioni. “Who needs information” possiede lo sviluppo tipico offerto da Waters alle sue creazioni: introduzione lenta, accattivante, breve crescendo ed esplosione ritmico-melodica emozionale, epidermica.

 

– 5.01 AM (The pros and cons of hitch hiking, Pt.10)       [The pros and cons of hitch hiking] 1984

Questo è il singolo che anticipò di una ventina di giorni l’uscita del primo album solista di Waters. La scelta cadde su questo pezzo perché, anche se si distaccava solo lievemente dal sound dei Floyd, la costruzione e sviluppo della canzone facevano palesemente riferimento a quelle del gruppo. Ebbe un buon piazzamento nelle classifiche inglesi mentre negli States non ebbe la stessa fortuna.

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