Human Touch
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1. Human Touch 6:28
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2. Soul Driver 4:36
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3. 57 Channels (And Nothin’ On) 2:24
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4. Cross My Heart 3:48
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5. Gloria’s Eyes 3:41
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6. With Every Wish 4:35
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7. Roll of the Dice 4:15
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8. Real World 5:24
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9. All Or Nothin’ At All 3:19
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10. Man’S Job 4:35
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11. I Wish I Were Blind 4:46
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12. The Long Goodbye 3:26
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13. Real Man 4:29
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14. Pony Boy 2:13
È il segno di un cambiamento che non ha convinto molti l’album “Human touch”, che pure ha tra le sue tracce brani diventati del rock’n blues di Bruce Springsteen, come “Roll of The Dice” e lo stesso singolo omonimo.
Orfano dalla sua famiglia musicale, la E-Street band con cui ha realizzato album di grandissimo successo, il cantautore chiama a sé glorie come Jeff Porcaro (Toto), Randy Jackson, Sam Moore (Sam &Dave),Roy Bittan (che resterà con il Boss anche dopo il ritorno della E Street Band , nel 1995), e Patty Scialfa, moglie, musa e corista. Con loro realizza questo album , che vede la luce nel 1992, simultaneamente a “Lucky Town”, registrato in due mesi nello studio in casa, suonato quasi esclusivamente da Springsteen.
Ha voglia di mettersi in gioco, fino anche a sbagliare, commenta alla stampa il musicista, e anche i temi del disco sembrano sottolineare questo tema. In “Human Touch” si parla principalmente di amore e senso di solitudine, e di riscatto, di voglia di rimettersi in gioco con coraggio, rischiando nuove cadute e nuove disillusioni.
È proprio questo il tema del singolo che annuncia l’uscita del disco: “Human touch” è un bel pezzo dalle chitarre quiete, la batteria in sordina, in cui spiccano la bella melodia e la voce roca e polverosa, calda di Bruce, che chiede il sollievo di quel “tocco umano” a cui è impossibile rinunciare, quale che sia il costo da pagare in futuro.
È sempre un “uomo” che cavalca la vita, ma che spesso ha sogni e cuore infranto, e che lotta per una redenzione, protagonista delle liriche delle sue canzoni , come in “Real man”, contraddistinta da un bel riff di piano, o “I wish i were blind”, dove l’interprete non vuol vedere una storia che muore.
Se “Gloria’s eyes” si fa notare per le belle partiture di chitarra, “All or nothing at all” per la ritmica battente, e la densa interpretazione della band, “Pony boy”, che chiude il lavoro, è una bella canzone acustica, che vede Springsteen alla chitarra e all’armonica e Patty Scialfa ai cori, come a voler sottolineare il benefico influsso del tocco amorevole di una donna .