SPECIALE LUCIO DALLA – DALLA
18 Nov 2015DALLA
Anno: 1980
Pubblicato nel 1980, “Dalla” è unanimamente il disco che tocca l’apice della maturità espressiva di Lucio Dalla, e racchiude 9 tesori, 9 brani entrati oramai nella storia della musica cantautoriale italiana.
La poesia e la profondità dei testi, la perfetta fusione delle parole alle composizioni, la novità e al tempo stesso la solidità , la suggestione delle atmosfere sonore, degli arrangiamenti, rendono questa opera un disco iconico, uno dei migliori album mai realizzati in italia di tutti i tempi.
“Dalla” raggiunse e stazionò ai vertici della classifica per circa un anno e fu l’album più venduto del 1980.
Il riff della chitarra di Ricky Portera -che con altri musicisti degli “Stadio” aiuteranno Dalla a creare il suo personalissimo suono- introduce “Balla balla ballerino”, bellissima rock ballad dal ritmo sostenuto e morbido che accompagna il testo. Balla ragazzo, balla sul mistero di questo mondo, e resta in equilibrio, balla per i violenti, che se capissero la tua danza capirebbero quanto sono morti pur respirando ancora. Balla sulla musica della capacità di amare senza alcuna certezza.
Sui tanti significati di questa opera si è molto scritto . Ultimo giudice resta il cuore di ognuno di noi all’ascolto, le parole non bastano.
Sonni Boy è il protagonista de “Il parco della luna”. Con immensa tenerezza Dalla ci descrive i “denti di ferro” di questo ragazzo nato forse, chi lo sa, a ferrara, che guarda la luna . Gli occhi che guardano, che parlano, che tendono all’altrove sono un tema carissimo al cantautore,più volte ritrovato in altri brani.
I fiati, altra caratteristica delle canzoni , punteggiano e commentano il racconto di Sonni boy e la sua ragazza Fortuna. I due, come Anna e Marco, se ne vanno lontano, tra Ferrara e la luna….
Dalla sostiene la dignità, la levità e la bellezza dei due protagonisti come sospesa sui raggi siderali. Un capolavoro di semplicità e di fantasia.
E’ ancora la luna la muta compagna che ci segue ne “La sera dei miracoli”. L’arrangiamento liquido, immaginifico e sognato di Giampiero Reverberi aiuta l’autore a cantare per noi i vicoli di Roma in una notte magica, dove suoni , luci, passi , si confondono in una dimensione onirica , in cui chi ascolta è spettatore ed insieme protagonista di una passeggiata incantata nella città eterna.
Ironia, rabbia e un certo sottile umorismo sono i temi di “Mambo”. Dalla usa la sua voce con incredibile personalità, giocando in equilibrio tra anima e ritmo. L’uomo tradito, abbandonato, smarrito è il protagonista di questa canzone divertente, solare, sghemba, dal ritmo sostenuto e dall’andamento vario e sorprendente.
“Meri Luis” è come un film in cui le immagini si rincorrono e si sovrappongono. Protagonista è Meri, una ragazza dalle “grandi tette” (Dalla raccontava che gli era nata l’idea pensando ad una sua amica hostess piuttosto procace), che si muove assieme ad altri comprimari, un regista, un dentista… in una serie di situazioni quotidiane , spersonalizzate ma insieme colorate, vitali. E Meri Luis decide di lasciarsi andare all’amore,, perchè infine la vita è bella, e va vissuta e cantata.
L’arrangiamento pop venato di rock, è più che mai attuale. A testimonianza di ciò, nel 2011 Lucio Dalla ha riproposto il brano cantato con Marco Mengoni, ed ha lasciato intatta la traccia sonora del 1980, senza che il pezzo ne risentisse minimamente, 30 anni dopo.
“Cara”, pezzo celeberrimo, si apre con un riff saltellante di tastiere ed un delicato arpeggio di chitarra che commenta il tenero dialogo di Dalla. Ancora, in questa canzone, temi cari all’autore, la notte e gli occhi come portatori di mondi di emozioni. Una canzone d’amore tra le più personali, belle e somiglianti all’autore bolognese.
E’ un divertente, sottile ed ironico dialogo il tema di “Siamo dei”. L’andamento anch’esso vagamente beffardo del pezzo sale e si impenna, acquistando forza ed aggressività via via che il dialogo si fa serrato. Duello verbale tra gli annoiati, sprezzanti dei, che passano le giornate a giocare con i tuoni e “a pettinarsi” e l’uomo mortale, che sta lì, tra le sue mediocri azioni e i suoi errori, ma che urla e si riscatta attraverso la forza dell’amore, di un bacio ricevuto. Di sentimenti passioni e dolori che nella loro imperfezione rendono l’uomo più perfetto degli dei.
L’album si chiude con “Futura”. Brano conosciutissimo e spesso riproposto dalle radio, è considerato il “manifesto” con il quale Lucio Dalla rivendica l’amore come forza primigenia contro il disordine e i mali infiniti del mondo.
Una spinta a ricercare la felicità nell’amore, che diventa arma e mezzo di lettura e comprensione della folle complessità della vita. Un inno al futuro, alla fiducia, alla capacità di sapersi ancora lasciarsi andare e provare sentimenti considerati ormai pericolosi, come l’amore, la tenerezza.
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