Dove c’è musica
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1. Dove c’è musica 4:44
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2. Stella gemella 4:38
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3. Più bella cosa 4:23
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4. L’aurora 5:37
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5. Lettera al futuro 4:17
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6. Io amerò 5:07
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7. Questo immenso show 5:27
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8. Quasi amore 5:07
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9. Yo sin ti 4:12
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10. Lei però 4:50
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11. L’uragano Meri 4:46
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12. Buona vita 3:51
Dodici anni dopo “Terra promessa”, canzone con cui appena ventunenne si impose all’attenzione
del pubblico vincendo Sanremo Giovani, Eros Ramazzotti ha un carniere molto ricco. I successi non
si contano, brani come “Adesso tu”, “In ogni senso”, “Musica è” raggiungono le vette delle
classifiche, sono hit radio, il giovane è una conferma della musica pop.
Nel 1996 Ramazzotti ha sei album all’attivo, e ha raggiunto una maturità artistica, produttiva e
compositiva che gli permette di poter realizzare da solo l’album Dove c’è musica.
Sceglie l’arrangiatore, Celso Valli, sceglie i suoi autori, i sempre fedeli Guidetti e Cogliati, poi Lavezzi,
Maurizio Fabrizio, autori valenti che non hanno bisogno di presentazioni.
Con una crew musicale di fama internazionale (Vinnie Colaiuta, Michael Landau, Paolo Gianolio e
molti altri musicisti di eccezionale capacità), registra l’album “Dove c’è musica” che viene
pubblicato nel febbraio 1996.
Eros è emozionato ed euforico, è la prima volta che si muove scegliendo libero dall’egida di guide
e consiglieri. Il pubblico decide, ed è un successo mondiale. L’album vende 1 milione e mezzo di
copie in Italia e circa 6 milioni di copie nel resto del globo.
Viene registrata una versione in spagnolo “Donde hay musica”, per il mercato latinoamericano, ma
il disco è in classifica in Francia, Norvegia, Svizzera, Germania,Spagna, Brasile, Stati Uniti.
Il disco ha un suono omogeneo, sontuoso, il sound che caratterizza la produzione del cantautore e
lo rende riconoscibile al pubblico mondiale.
Dove c’è musica apre il disco. Il tono è festoso, energico, la batteria di Vinnie Colaiuta è la
macchina perfetta che scandisce l’andamento sostenuto della band. Chitarre ritmiche, basso e
tastiere si muovono in una combinazione impeccabile, ed Eros espone il suo intento con tutto
l’entusiasmo che ha nel cuore: “ti porto dove c’è musica, che è assoluta libertà ed emozione
purissima, io ci sarò, vieni con me”
Stella gemella ha un’aria meditabonda, più oscura, si sente l’influenza di certe sonorità esplorate
da Peter Gabriel nella sua world music, che appassionava i musicisti ed il pubblico proprio in quel
preciso momento storico. La batteria e le percussioni ritmano questo brano suggestivo, che ebbe
un successo grandissimo, la chitarra elettrica di Michael Landau si muove lirica, Gianolio da’ il suo
meglio al basso. La tensione verso l’altro per vivere la vita al suo meglio, per essere davvero
completi è il tema della canzone, “ti sto cercando così forte che mi fanno male gli occhi, dove
sarai, anima bella, stella gemella?” Nei bellissimi cori che chiudono l’album è riconoscibile, tra gli
altri, la voce di Alex Baroni, che lavorò a lungo al fianco del cantautore.
La regia del video di Stella gemella venne affidata al regista premio Oscar Giuseppe Tornatore.
Ancora la batteria e la chitarra, registrate magistralmente, introducono la bellissima Più bella
cosa, si, quella di “grazie di esistere”, brano celeberrimo nel nostro paese e portabandiera della
musica italiana in tutto il mondo. Il sound è levigato e prorompente, espressione di un momento
di grazia di Ramazzotti e tutto il suo team musicale. C’è partecipazione e felicità, ed il testo è un
inno d’amore. Amore per l’amore e la vita in genere, “più bella cosa non c’è” vuole essere rivolta
alla musica, alla passione, ad una donna, un ideale, tutto ciò che è da celebrare perchè è la nostra
fonte di entusiasmo e di forza. La voce di Ramazzotti si eleva, si arrochisce, è potente e melodica
più che mai. Il brano vince il Festivalbar di quell’anno.
L’aurora è una ballad romantica, dolcissima, volutamente tenera nei toni. Dedicata alla figlia
Aurora, appena nata, poggia sul pianoforte suonato da Celso Valli. Il ritornello ritmato si snoda e
fluisce leggero e coinvolgente, ottimo esempio di sound pop di grande qualità, capace di sostenere
gli assalti delle canzoni d’oltremanica, aggiudicandosi riconoscimenti e un pubblico sempre più
vasto.
Lettera al futuro apre con un coro vagamente dissonante, l’aria è oscura,sinistra, l’andamento
sotenuto. Si ispira alla novella “La maschera della morte rossa” di E. A. Poe: un gruppo di persone
di rinchiude a far festa in un castello invalicabile, convinta di non esser raggiunta dalla peste che
impazza fuori dalle mura. Invece la morte li raggiungerà, con una bella maschera in volto.
Io amerò è una pop ballad intimista, in cui il cantautore si ripromette di vivere pienamente , e di
amare ed essere libero, presente a se stesso e alle persone che ama.
L’arrangiamento è evocativo, sottolineato da flauti e movimenti di chitarra.
Questo immenso show è caratterizzato dalla batteria programmata, chitarre e basso stoppati, cori
in stile gospel, percussioni , samples e la voce di Eros che parla dell’immenso show che è la vita,
dove tutto è uno spettacolo, una facciata.
Il solo al sax tenore sottolinea la parte finale, che cresce e si gonfia, un vero show musicale di tutto
rispetto, molto coinvolgente.
Quasi amore è una ballad con tutti i crismi del genere. Inizio plateale che sfocia sulla chitarra
acustica che via via si arricchisce di basso, chitarra elettrica ed un bell’arrangiamento di archi, ampi
e spaziosi, romantici, curati da Celso Valli che è più che mai nel suo ambiente.
Si parla d’amore , della paura di perdersi e di trovarsi davvero, sentimenti universali in cui è facile
ritrovarsi. Il cantautore romano canta con slancio ed entusiasmo contagioso.
Yo sin ti è un brano in spagnolo, solare, che si muove su ritmiche latinoamericane, sembra di
camminare con gli amici, esplorando le vie di Cuba o di Miami, l’aria è felice, allegra, sentimentale,
le percussioni e i fiati sottolineano questo viaggio al sole dei caraibi. E’ festa.
Con Lei però si torna al sound tipico di Eros, la canzone ha una bella melodia, evocativa, romantica,
uptempo. Lo smarrimento di un uomo che ha conosciuto “un’altra” e resta così, a metà, indeciso
tra il nuovo e la donna di sempre è il tema del brano, che ancora una volta si insinua nelle mille
pieghe dei discorsi amorosi. I cori battistiani, l’andamento lieve dell’arrangiamento stemperano il
tema scottante e doloroso rendendolo giocoso.
L’uragano Meri è una canzone on the road, che racconta di cieli americani e donne indimenticabili
che portano scompiglio, come gli uragani, e quando se ne vanno lasciano cicatrici indelebili
d’amore.
Buona vita chiude questo album, che in Italia rimase al primo posto in classifica per 16 settimane.
Suoni sofisticati e morbidi, atmosfera rarefatta in questa canzone che Ramazzotti sceglie per
congedarsi dal suo pubblico fino al prossimo incontro.
Buona vita a te, abbiamo tutti bisogno di fortuna, per quello che il tempo deciderà di portarci, per i
cieli che ci vedranno insieme o divisi. Allora buona vita, ce n’è bisogno.