Canzoni d’amore
-
1. Bellamore 3:29
-
2. Sangue su sangue 5:21
-
3. Viaggi e miraggi 4:56
-
4. Chi ruba nei supermercati? 4:54
-
5. Tutto piu chiaro che qui 8:52
-
6. Stella della strada 3:37
-
7. Vecchi amici 3:58
-
8. Povero me 5:10
-
9. La ballata dell’uomo ragno 3:57
-
10. Adelante! Adelante! 3:31
-
11. Rumore di niente 6:34
È la splendida “Bellamore”, quieta, tenera e dolente, che apre “Canzoni d’amore” album pubblicato nel 1992 , che appunto, racconta l’amore, declinato in infinite forme, riflessioni, introspezioni, racconti, poesie, sensazioni, frammenti.
Nel disco si canta di padri e figli, di un Paese bellissimo e amato, che gronda segreti e dolore, di amicizia, sogni e donne .
È il momento del Governo più Ladro che mai, come descritto ne “La Ballata dell’uomo Ragno”, che mostre regnanti folli, meschini , furbi e rabbiosi, è il momento delle stragi che portano via Falcone e Borsellino, è il momento del dolore e dello spaesamento , in “Sangue su sangue “ , dal duro andamento rock, dalle aspre chitarre elettriche, sprizzano i versi “ siamo tutti chiusi in una scatola nera, sepolti in una galleria, sperduti in un mondo lontano”.
I ritmi latinoamericani di “Viaggi e miraggi” raccontano un tema molto amato da De Gregori, il viaggio, che ogni volta è un tuffo mirabolante in mondi curiosi e diversi, compagni di strada indimenticabili, montagne e pioggia da affrontare, e sogni da inseguire pedalando, per scoprire se sono soltanto miraggi, ma bisogna partire, comunque.
È dedicata ad un padre “Tutto più chiaro che qui”. Forse da dove sei, padre, è tutto più chiaro che quaggiù , forse anche io un giorno riuscirò a comprendere ciò che mi circonda, che mi dici Padre? Poesia purissima, impossibile da raccontare, spiegata dalle liriche e dalla bellissima orchestrazione d’archi che si alterna a momenti più serrati e duri, ansiosi, urgenti.
“Povero me” è ancora uno stupefacente ritratto di uno splendido derelitto, un santo perdente, un uomo solo, che “non ha nemmeno un amico per bere un caffè “, un grido, un sussurro, un monologo di un pazzo, il canto di una stella caduta.
Trascina e coinvolge “Adelante Adelante “, canzone che è un inno da imparare a memoria , e chiude il lavoro “Rumore di niente”. Il cantautore si rivolge a chi ascolta: “avevi creduto che si parlasse davvero d’amore? Non lo senti che tuona?”
C’è rumore di niente, le bocche si aprono ma non gridano, gli occhi guardano e non vedono. L’arrangiamento annuncia un vento fortissimo, che trascinerà via tutto, e tempesta.
C’è dolore, c’è un richiamo, e c’è amore, forte, per la vita, per la speranza, per la comprensione.
Ancora un grande capolavoro, per riflettere, per specchiarci, per poter provare a volare più in alto, per poter guardar tutto con occhio più saggio e benevolo, la’, dove ci portano le bellissime note di chiusura di questo bellissimo disco, che non invecchierà mai.