Hitalia
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1. Dio u00c3u00a8 morto 2:51
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2. L’immensitu00c3u00a0 2:57
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3. Lontano dagli occhi 3:39
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4. Il cielo in una stanza 3:25
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5. Dedicato 3:20
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6. La canzone di Marinella 3:28
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7. C’u00c3u00a8 chi dice no 3:35
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8. Io che non vivo senza te 2:50
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9. Io che amo solo te 3:12
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10. Mamma 3:36
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11. Insieme a te non ci sto piu00c3u00b9 3:22
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12. Caruso 5:03
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13. Il mondo 2:41
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14. Pugni chiusi 2:29
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15. ‘O sole mio 3:13
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16. Un’avventura 3:38
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17. Volare (Nel blu dipinto di blu) 3:40
Il 19° disco di studio Gianna Nannini arriva a 38 anni dal suo debutto ed è il suo primo album di cover. Ed è una prima volta quasi assoluta, perché in passato la rocker senese aveva inciso solo due brani altrui “Lontano lontano” di Luigi Tenco e “Amandoti”: “Quest’ultima neanche sapevo che fosse dei CCCP. Pensavo l’avessero scritta i miei amici del Teatro Dionisi di Milano. Solo quando si è trattato di registrare il pezzo per la SIAE ho scoperto che è di Ferretti”, racconta.
L’album esce a fine 2014, arriva a poco meno di due anni da “Inno”, e prosegue sulla scelta sonora di questa fase, quella di un rock orchestrale nel suono, ma italiano nella melodia, nel cantato del suo unico modo di interpretare. Un suono comunque duro ed elettrico, u questo caso, addirittura “un disco un po’ heavy”, come lo definì la stessa Nannini nelle interviste di presentazione.
Non c’è una vera pretesa di rappresentare la storia della musica italiana, ma piuttosto la volontà di “misurare il percorso della canzone italiana del Novecento, da Beniamino Gigli a Vasco Rossi. È un disco sul Novecento. Mi guardo indietro per andare avanti, perch la musica popolare esiste solo se la rinnovi, non invecchia finché assorbe nuovi significati da chi la interpreta”.
Il risultato è un disco vario nelle scelte, che spazian da Sergio Endrigo a Lucio Dalla, da Ivano Fossati a Demetrio Stratos, in cui entrano le creazioni dei sanremesi i cantautori colti, il rock di Vasco Rossi, la melodia napoletiana di Massimo Ranieri (“‘O sole mio”).
Nel disco interviene anche Vasco RossI in “C’è chi dice no”, al primo duetto con la cantante senese, uno deo rari duetti del rocker di Zocca.
Un manifesto di arcitalianità con canzoni famose nel mondo come “Io che non vivo senza te” di Pino Donaggio o “Nel blu dipinto di blu”.
“Hitalia” è un disco di cover anomalo, perché non ha l’obbiettivo di far scoprire canzoni, ma di rileggere in maniera diversa brani ultra-noti, e di renderli “Nanniniani”.
C’è tutto l’amore viscerale di Gianna Nannini per la melodia, quello che ha fatto spesso scrivere delle sue influenze pucciniane, quello che è espresso anche in alcuni dei suoi più grandi successi (“Fotoromanza”, per dire, o “Bello e impossibile”, o “Meravigliosa creatura”, o “Sei nell’anima”). E c’è tutto il suo amore per il rock. Una deviazione di percorso, una svolta improvvisa dal ciclo disco-tour, per marcare un territorio, e rivendicare un’unicità e una primogenitura, quella della Nannini sul rock all’Italiana.