Discanto
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1. Lusitania 4:43
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2. Discanto 4:34
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3. Piumetta 3:54
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4. Lunario di Settembre 6:12
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5. Italiani D’Argentina 4:47
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6. Passalento 3:13
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7. Confessione di Alonso Chisciano 4:56
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8. Unica Rosa 2:22
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9. Albertina 2:26
Nel 1990 il genio artistico di Ivano fossati, uno dei migliori autori italiani di tutti i tempi, consegna al pubblico l’album “Discanto”.
Un disco di grandissimo pregio, dai testi si ricercati, elaborati, rifiniti e pure densi d’anima, portatori di emozioni, di immagini indimenticabili. Fossati ci conduce per un altro viaggio, le parole scorrono tra visioni, racconti onirici, a volte oscuri, o che riferiscono tempi remoti, come “Lunario di settembre”, cronaca di una condanna per stregoneria risalente al processo di Nagaredo del 1647, o “Confessioni di Alonso Chisciano”, che narra un Don Chisciotte turbato, allucinato umano.
O ancora una volta-come già aveva fatto ne “La pianta del tè” nel 1938 – il cantautore predilige linguaggi sonori d’altrove per suggerire vicende e storie sognate, ricercate, infine trovate, di traversate, navigazioni verso luoghi lontani, misti, ricchi di colori e odori stranieri, come in “Italiani d’Argentina”.
Il racconto è quindi affidato anche ai suoni, così le percussioni in primo piano scandiscono i metri che ci separano dalla terra promessa in “Lusitania”: immagini di capelli, merci, mare, strade e scialli, poggiano su una base rarefatta, sospesa, eppure intensa, come lo sguardo dei protagonisti sognatori, vagabondi “piccoli stupiti viaggiatori soli”.
“Discanto”, che da’ il titolo all’opera, è una lunga, dura, splendida sequenza di “cose” delle quali viviamo:” fantasmi, risposte folgoranti, respiri e incerti movimenti, pronte guittezze..” Un elenco memorabile, prezioso, da ascoltare tra emozionati e stupiti dal talento immenso di quest’anima genovese schiva e minimale, maestra di musica e parole.
“Piumetta” È una danza tipica scandita dalla pesca di carte che leggono il futuro e il passato, il cui svolgimento ritmico è sviluppato sul suono di passi di danza eseguiti da Elio Rivagli sopra un pavimento di legno. I cori discreti sono affidati all’amichevole partecipazione di Fiorella Mannoia.
Una menzione speciale va dedicata alla dolente e notturna, intensa “Passalento”, in cui l’oboe di Mario Arcari commenta e sottolinea un’ansia malinconica e struggente, finemente disegnata.
Ancora una volta, con “Discanto” Ivano Fossati consegna a chi vorrà ascoltare un album eccellente, dai versi pregiati e dalle atmosfere sottili ed avvolgenti, e ci trasporta nell’ennesimo, miracoloso, prodigioso viaggio.