Alice Non Lo Sa
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1. Alice 3:42
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2. 1940 4:16
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3. Le Strade Di Lei 4:14
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4. Suonatori di flauto 2:08
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5. Buonanotte Fratello 3:53
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6. Sono tuo 2:38
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7. I musicanti 2:06
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8. La casa di Hilde 4:40
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9. Il ragazzo 4:25
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10. Irene 2:12
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11. Marianna al vivio 2:59
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12. Saigon 3:20
Alice non lo sa è l’album con cui Francesco De Gregori presenta il suo genio artistico, nel 1973.
In realtà , una prima pubblicazione c’è già stata, è “Theorius Campus”, nel 1972, ma è un album inusuale, perché condiviso con un altro musicista romano che si affaccia al panorama musicale , Antonello Venditti.
Alice non lo sa è quindi la prima vera pubblicazione di questo giovanissimo cantautore che ha molto da dire, e lo fa in modo personalissimo, mescolando una scarna semplicità negli arrangiamenti a testi importanti.
De Gregori legge Pavese, Pasolini, ascolta la storia, e ascolta Cohen, e Dylan, che influenzeranno la sua produzione musicale e compositiva qui e negli anni a venire, fino a sfociare nell’album “Amore e furto” del 2015, in cui l’artista traduce con grande amore, perizia e sensibilità alcune canzoni di Bob Dylan.
“Alice non lo sa “ predilige arrangiamenti acustici, sobri, melodie originali e bellissime in cui prevale il fascino delle immagini e delle atmosfere che l’autore riesce ad evocare attraverso testi insoliti, pregiati, fatti di segni, metafore, visioni, piccole storie che racchiudono universi .
“Alice”, che apre l’album, caratterizzato da chitarre acustiche e violini, è una canzone celeberrima, in cui De Gregori crea un microcosmo dipingendo, come in un quadro, immagini che via via prendono forma e raccontano di sposi , gatti e mendicanti, a popolare un mondo denso di significati , visti attraverso gli occhi di una spettatrice di cui siamo fratelli e alter ego.
“1940”. Un primo sguardo al nostro passato, a ciò che eravamo quando c’era la guerra, a storie di soldati e di povertà , di risate e dittatori. La storia , il nostro passato comune, che decide ciò che siamo e che saremo, la storia che ha tanto da dire, e che De Gregori affronta ancora in questo album con “Saigon”, e che continuerà ad esplorare e narrare in capolavori futuri.
Chitarre , violini , armonica , oboe e la bella voce di Edda dell’Orso, sirena evocatrice d’amore, per “Le strade di lei”. Donne narrate con complessa sobrietà , immagini poetiche, soffuse di mistero e di significati che prendono forme diverse, a seconda dell’esperienza e i ricordi personali di chi ascolta.
“Suonatori di flauto” è una ballata antica , moderna, che racchiude in sé tensioni d’oltremare e saggezza millenarie, pazienze e sogni , e speranza di bellezza, come l’immagine di “bambini vestiti di cielo che suonano il flauto”.
Le influenze dylaniane cominciano a farsi sentire nell’incedere della chitarra e del fraseggio di
“Buonanotte fratello”, mentre in “Sono tuo” l’atmosfera è lieve, giocosa, un po’ autoironica, come parlare d’amore raccontando di molto divertendosi sulle note di un banjo .
Introduzione sontuosa per “I musicanti” , splendido piccolo ritratto di suonatori dall’anima grande, il cui suono arriva fin sulla luna.
“La casa di Hilde”, scritta con Edoardo De Angelis, che collabora alla produzione del disco, è un album di ricordi di bambino, di notti misteriose sotto un cielo immenso, che protegge e nasconde. Di doganieri e diamanti nascosti, di donne accoglienti , rassicuranti rifugi che presto o tardi svaniranno , perché la vita incalza e porta altrove, nuove strade, nuove storie.
Ritratto toccante di una piccola anima che racchiude il mondo, che De Gregori è maestro a raccontare, in “Il ragazzo”, figurina fragile, silenziosa , eroe selvatico dalle ginocchia sbucciate e dai grandi occhi.
L’arpeggio di chitarra acustica sostiene la storia di “Irene”, che decide di andarsene da questo mondo quando lo decide lei, mentre il mondo continua a scorrere, disattento sfocato. Nel testo è nella composizione ancora influenze dei maestri Cohen e Dylan, come anche nella serrata “Marianna al bivio”, in cui linea di basso e percussioni rendono l’atmosfera urgente e convulsa.