Out Of The Blue
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1. Turn to Stone 3:48
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2. It’s Over 3:55
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3. Sweet Talkin’ Woman 3:47
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4. Across the Border 3:54
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5. Night in the City 4:04
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6. Starlight 4:45
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7. Jungle 3:51
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8. Believe Me Now 1:21
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9. Steppin’ Out 4:38
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10. Standin’ in the Rain 3:59
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11. Big Wheels 5:31
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12. Summer and Lightning 4:13
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13. Mr. Blue Sky 5:05
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14. Sweet Is the Night 3:28
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15. The Whale 5:05
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16. Birmingham Blues 4:23
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17. Wild West Hero 4:40
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18. Wild West Hero 0:24
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19. The Quick and the Draft 1:49
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20. Latitude 88 North 3:24
Nel mondo rock, la reputazione della Electric Light Orchestra e di Jeff Lynne è controversa, ma il gruppo rappresenta uno dei nomi più significativi degli anni ‘70.
Gli E.L.O. si formano a Birmingham nel 1970 e l’idea del primo leader e mente Roy Wood è quella di giocare sul pop orchestrale, proseguendo il discorso interrotto dei Beatles. In piena era progressive, inseriscono nella loro musica diversi elementi del genere, dalla tendenza a produrre album concettuali, alle frequenti citazioni “classiche”. Dopo l’uscita di Wood nel ’72, Jeff Lynne rimane la mente e il leader. A metà del decennio sono delle star, ma per i puristi rock, i loro arrangiamenti orchestrarli sono uno dei simboli di certa musica troppo patinata del decennio.
Il successo della band non arrivò all’improvviso, “Out of the blue”, appunto, come il titolo del doppio del ‘77. In quel momento il gruppo ha già accumulato diversi singoli da top 10, in Inghilterra e America. Il doppio album era il già il settimo lavoro in sei anni di attività discografica, e fa il botto ancora prima di uscire: 4 milioni di copie in prenotazioni.
A quel punto gli ELO hanno già la fama di “World’s first touring rock ‘n’ roll chamber group”, e Lynne ha definito una sua via di mezzo tra le melodie beatlesiane, le aperture prog e il “wall of sound” di Phil Spector riletto con le nuove tecnologie. E’ “Out of the blue” è l’album che definisce la band, a partire dall’astronave in copertina, che espande l’immaginario futuristico già usato in passato e che rielabora il logo del gruppo.
“Gli inglesi con i grandi violini”, secondo un’altra definizione del gruppo, sono ormai la creatura quasi esclusiva di Lynne, che scrive l’album in tre settimane, rinchiuso in uno chalet svizzero, mentre fuori piove. L’esperienza farà nascere “Concerto for a Rainy Day”, la suite di 4 canzoni che occupa il terzo lato del doppio, e che dimostra l’ambizione compositiva di Lynne – che in passato si era esplicitata in concept album e che in questo frangente vira invece verso una forma canzone più classica. Le canzoni, appunto: sono la forza principale degli ELO: il disco produce ben tre singoli da top 10, tra cui “Mr. Blue Sky”, il brano finale del “Concerto”.
Sono invece gli arrangiamenti che fanno discutere: rimangono la firma sonora della band, ma anche il punto su cui Lynne verrà attaccato dalla critica. Rolling Stone stroncherà l’album, definendolo “prodotto e suonato in maniera meticolosa”, con influenze dei Beach Boys, dei Bee Gees e dei Beatles, ma con un risultato “piatto e sciapo”. “L’intrattenimento senza pretese va bene, ma caro Captain Lynne, se lasci intendere che stai offrendo qualcosa speciale è meglio che ci offri un biglietto per un’avventura, non un tour guidato di una fabbrica”, si concludeva la recensione. Ingenerosa, e superata dal tempo.
L’album esce mentre fuori impazza il punk, ma gli E.L.O. rappresentano perfettamente una parte del suono del periodo. Forse quello meno cool, ma non meno interessante.
Nonostante le le critiche, gli ELO continueranno ad avere successo fino quasi alla fine, negli anni ’80, quando Lynne perderà interesse nel gruppo, e gli altri membri proveranno a ripristinare il marchio sotto altre spoglie, ma senza successo.
Lynne, tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 diventa l’uomo di fiducia di alcuni tra i più grandi di sempre. Prima produce George Harrison (“Cloud nine”, dell’87), poi diventa il perno dei Traveling Wilburys, il supergruppo formato con l’ex Beatle, Bob Dylan, Roy Orbison e Tom Petty, per cui produrrà due album tra cui “Into the great wide open”, un album da tre milioni di copie. Periodicamente rispolvererà il marchio, ma a quel punto saranno dichiaratamente “Jeff Lynne’s Elo”.
“Out of the blue” rimane non solo uno degli album più venduti di tutti i tempi, ma un lavoro simbolo di un’era.