52nd Street
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1. Big Shot 4:04
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2. Honesty 3:51
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3. My Life 4:42
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4. Zanzibar 5:13
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5. Stiletto 4:44
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6. Rosalinda’s Eyes 4:42
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7. Half a Mile Away 4:09
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8. Until the Night 6:35
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9. 52nd Street 2:32
Le sue canzoni sono spettacolari, emozionanti, teatrali, intimiste, divertenti. Bellissime melodie testi indimenticabili, successi universali, sonorità che sconfinano in territori musicali estremamente diversi, senza mai perdere stile e classe.
Parliamo di Billy Joel, musicista, compositore, autore, interprete, showman, a cui dobbiamo successi della storia della musica, da “Just the Way you are” a “Honesty”, passando per “She’s always a woman” e “Vienna”.
Newyorkese, classe ’49, William Martin, detto Billy, viene folgorato in giovane età dalla musica dei Beatles, e prende a studiare pianoforte, decidendo di abbandonare la scuola per perseguire il suo sogno a tempo pieno. Una lunga gavetta nei locali di New York, che lo vede impegnato con varie e diverse formazioni, forgia e tempra la sua personalità di artista e di uomo, regalandogli momenti di profonda depressione e poche gioie. Negli anni ’70 Joel approda alla carriera solista, e ai primi album che scalano faticosamente i gradini della hit statunitense.
La svolta arriva nel 1977 con il bellissimo album “The stranger”, che contiene anche “Just the way you are”. Il successo è planetario, e l’anno seguente Joel pubblica “52nd street”.
“52nd street” vola al primo posto nelle classifiche USA e vende milioni di copie in tutto il mondo, aggiudicandosi inoltre 2 Grammy Award, come Album dell’anno e Miglior Performance Maschile.
Prodotto a quattro mani con Phil Ramone, con il quale aveva già lavorato nel precedente “The stranger” , Billy Joel realizza un disco vario, prezioso, vitale e vivace, che ospita canzoni di indubbia bellezza, spaziando da sonorità jazz al rock and roll più vitale, trascinando l’ascoltatore in un vortice musicale fatto di sorprendenti performance, di momenti di raccolto intimismo, di spettacolari esuberanze.
Protagonista delle canzoni è la varia umanità che popola i giorni e le notti newyorkesi, le luci balenanti dei locali, la vita grandiosa o al limite del baratro , piccole e grandi storie di umanità, di amore e di speranze perdute, di spavalderie, raccontate con un linguaggio diretto, colorato.
L’album si apre con Big Shot, introdotta da un riff di chitarre elettriche in chiave hard rock . Il brano macina note, aggressiva, coinvolgente. L’andamento di Joel è spavaldo, teatrale, godibile, e divide il palco con le chitarre e il sax di Richie Cannata. Il risveglio dopo una notte brava passata tra champagne e limousine, il mal di testa, gli amici dispersi nei locali, ma che importa, ci si è divertiti, questo è il primo assaggio di ciò che l’autore vuol raccontare.
Honesty è oramai un classico e non ha bisogno di grandi presentazioni. Una ballad di gusto inglese, dalla bellissima melodia malinconica e catturante, che racconta di solitudine, di mancanza di contatto reale tra le persone, che si mentono, si sfuggono, chiusi nei loro piccoli mondi di paure. La vocalità di Billy Joel è appassionata, sincera, magistrale.
Con My life i toni tornano beffardi, il basso si muove allegro su una base mid tempo caratterizzata dalle tastiere, e dai cori , in cui segnaliamo la partecipazione di Peter Cetera dei Chicago. Io vivo la mia vita come mi pare, canta Joel, è la “mia” vita, sbaglio mi alzo e ricado come voglio, non faccio la vittima, non chiedo nulla a nessuno, lasciatemi in pace.
La quarta traccia ci proietta improvvisamente a Zanzibar, un locale notturno, tra ballerini di vecchia data, orchestra jazz ,cameriere annoiate da concupire e fumo di sigarette. La composizione è raffinata, impreziosita dagli incredibili solo di tromba di Cannata e ancora una volta, dalla bellissima performance vocale di “Piano Man”, che davvero sa il fatto suo.
Un romantico solo di clarinetto introduce Stiletto, caratterizzata da un piano martellante, un andamento sincopato che si muove tra jazz, pop e soul La voce di Billy Joel è tagliente come lo stiletto che calza la donna narrata dal brano. Tacchi alti e grande crudeltà, e lo stiletto diventa un pugnale da piantare nel cuore degli uomini. La band è affiatata e la scena se la contendono piano e basso in un solo che conquista.
Atmosfere latino caraibiche per Rosalinda’s eyes. La vita oscura, faticosa e romantica di un pianista di piccoli locali – e Joel ne sa qualcosa – , e della sua compagna. Speranze, nostalgie, aspirazioni in questa bellissima canzone che sa di sole e di malinconia, tutto mescolato nei bellissimi occhi di Rosalinda, figura dolcissima di senorita che trascina la sua vita aspettando qualcosa che forse non succederà mai. Flauti, percussioni, chitarre acustiche e belle tastiere, tutto crea la sensazione di ritrovarsi in un piccolo mondo in cui musica cubana e piccoli sogni continueranno a suonare a lungo.
Half a mile away ha un sapore soul scandito da fiati in perfetto stile ‘70’s, come i cori. Il brano sprizza energia e colori, mentre i toni tornano morbidi e densi di rimpianto in Until the night, ballad classica, che ha qualche venatura messicana e che racconta la lenta fine di una storia d’amore. Il ritornello è arricchito da una ricca partitura di archi che sottolineano il tono drammatico della canzone.
Chiude questo affresco musicale 52nd street, in cui il musicista si congeda con affetto da strade, voci e volti che conosce e che ha raccontato in maniera efficace, divertente, sentimentale. La band suona questo brano soul jazzy pop, con rilassata maestria, Billy Joel si muove sulle note impennandosi e scivolando, e resta lì al piano, casomai volessimo tornare ad ascoltarlo…