Amore E Non Amore
1.Dio mio no (Mogol)7:25
2.Seduto Sotto Un Platano (Mogol)3:08
3.Una (Mogol)3:45
4.7 Agosto Di Pomeriggio (Mogol)4:04
5.Se La Mia Pelle Vuoi (Mogol)4:04
6.Davanti Ad Un Distributore Automatico Di Fiori (Mogol)2:16
7.Supermarket (Mogol)4:44
8.Una Poltrona (Mogol)5:58
1971. È da poco stato pubblicato l’album “Emozioni”, che raccoglie 12 singoli di strepitoso
successo, a tutt’oggi classici mirabolanti della musica italiana, quando Lucio Battisti, con la
collaborazione di Mogol dà alla luce “Amore non amore”, album particolare, che esplora i temi
dell’amore in modi diversi.
Quattro tracce infatti sono brani cantati, altri quattro sono strumentali.
L’artista reatino, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, spunti, epifanie, è in quel momento attratto
dalle sonorità rock e progressive, in grande fermento sulla scena nostrana in quel periodo.
Molti dei musicisti che suoneranno nel disco formano o formeranno gruppi importanti, come
l’Equipe 84 o la Premiata Forneria Marconi.
I brani prettamente strumentali, suonati da un’orchestra, diretta dallo stesso Battisti, hanno titoli
chilometrici (“Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero
macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi”, “7 agosto di pomeriggio. Fra le lamiere roventi di un
cimitero di automobili solo io, silenzioso eppure straordinariamente vivo “, “Davanti ad un
distributore automatico di fiori dell’aeroporto di Bruxelles, anch’io chiuso in una bolla di vetro” , e
“Una poltrona, un bicchiere di cognac, un televisore, 35 morti ai confini di Israele e Giordania”), e
sono titoli che ben disegnano istantanee di situazioni e frammenti di stati d’animo.
Al tema spinoso del “Non amore” sono invece affidate le quattro tracce cantate. Gli aspetti
negativi del sentimento sono raccontati con efficace e spietata naturalezza, dalla voce roca, poi
improvvisamente pressante, o disperata di Lucio, che passa da ritmi nervosi a sussurri o armonie
piene ed espressive.
“Dio mio no” racconta le torsioni interne del desiderio d’amore, le sue contraddizioni, le paure e i
desideri, e se “Una” è il ritratto impietoso di una stupida distratta, “Supermarket” è un racconto
denso di colori, iperrealista e un poco squallido di una storia che non funziona.
“Se la mia pelle vuoi” ha i toni aspri e aggressivi del rock, e anche in questi brani cantati ampi spazi
sono lasciati alla parte strumentale, caratterizzati da riff di chitarra o da solo di tastiere. Le
sonorità hanno volutamente un sapore live, a sottolineare un senso di piena libertà e
improvvisazione.
Senso di libertà anche nella copertina del disco, che ritrae l’artista seduto in un campo a cielo
aperto, una donna nuda sullo sfondo.
Anche l’abbigliamento del cantautore ritratto, a metà tra il clochard e il circense, il cappello pieno
di fiori, sta a sottolineare questa libera leggerezza, in un momento creativo assolutamente felice .