Blonde On Blonde
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1. Rainy Day Women #12 & 35 4:34
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2. Pledging My Time 3:48
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3. Visions of Johanna 7:31
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4. One of Us Must Know (Sooner or Later) 4:52
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5. I Want You 3:05
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6. Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again 7:04
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7. Leopard-Skin Pill-Box Hat 3:57
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8. Just Like a Woman 4:50
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9. Most Likely You Go Your Way (And I’ll Go Mine) 3:27
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10. Temporary Like Achilles 5:00
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11. Absolutely Sweet Marie 4:54
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12. Fourth Time Around 4:33
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13. Obviously Five Believers 3:33
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14. Sad-Eyed Lady of the Lowlands 11:19
E’ difficile affidare a qualche aggettivo la descrizione di Blonde on blonde, questo potente, geniale doppio album che Bob Dylan pubblicò nel 1966, ritenuto a buon titolo “punto di svolta nella storia del rock”.
Mai prima di quel momento era stato concepito un album come un solo, tentacolare e approfondito discorso artistico.
Mai prima di allora era stata concessa ai testi di matrice rock un’attenzione così minuziosa, attenta.
Mai nessuno aveva osato un linguaggio così poetico e insieme criptico, psichedelico, multisignificante, visionario.
Da poco tempo Bob Dylan aveva introdotto sonorità elettriche nella sua produzione. Il pubblico, abituato ad un Dylan di matrice “folk” era rimasto in un primo tempo spaesato.
Ma la pubblicazione di “Blonde on blonde” spazzò via ogni dubbio residuo e fu subito declinato a capolavoro assoluto, mai più superato nemmeno dallo stesso Dylan.
Il suono si fa duro, le chitarre affidate a Robbie Robertson taglienti, trascinanti.
L’organo di Al Kooper, protagonista del disco, è geniale, frizzante, liquido.
Il disco entrò nelle top ten in America e nel Regno Unito.
L’opera si apre con “Rainy day woman # 12&35”, un blues storto, chiassoso, in cui fiati sgangherati di sapore circense la fanno da padrone. La voce di Dylan è allegra, trascinante, in sottofondo risate e rumori.
Il testo, a doppia lettura, è per ammissione stessa dell’autore dedicato alle droghe, in particolare alla marujiana.
Il brano è stato rivisitato da moltissimi musicisti di pregio, conosciutissime le versione di Lenny Kravitz e Tom Petty.
Nel disco “Vivavoce” ,Francesco De Gregori, grande conoscitore ed amante della poetica dylaniana, ha traslato l’arrangiamento di “Rainy day women” sul suo brano, “Buonanotte fiorellino”
“Pledging my time” è un blues affidato all’armonica e ad un bel riff di chitarra, elettrica. Dylan si mette a nudo, non è più soltanto il menestrello delle ingiustizie, è un uomo, che sbaglia, che mostra i suoi difetti senza cercare spiegazioni e si racconta per come è.
E di poesia in poesia arriviamo alla ballad “Visions of Johanna”. Cinque strofe di amore , di flusso di coscienza, di immaginario stravagante ed allucinato, trascinante. In una costruzione/unione con la musica, Dylan si racconta, e si racconta con l’anima, e il cuore di chi ascolta si commuove.
Ancora immagini di se’ ci regala nell’intenso “One of us must know”, la personalissima armonica dylaniana, il sostegno dell’organo di Kooper, Robbie Robertson impegnato alla chitarra sei corde , ci fanno scivolare verso il ritornello che stupisce ed inchioda l’ascoltatore.
“I want you” è un pezzo felice, fa pensare alle lunghe strade perse nella provincia americana, un viaggio on the road pieno di colori. E’ il brano che ebbe maggior successo dell’album, e la sua struttura semplice è in realtà un raro gioiello della musica americana. Sembra facile, per via della sua luce trasparente, ma come la luce ha tutti i colori. Dificile replicare una composizione così, che ha ispirato moltissimi autori.
E ancora a ritmo trascinante è “Stuck inside of mobile with the Memphis blues again”, in contrasto con il testo, oscuro e amaro, ispirato alle ballate folk tradizionali dove miti, leggende e religione sono mescolati e danno vita a visioni folli ed affascinanti.
“Leopard skin pill box-hat” ha toni scanzonati, gioca con le parole, è divertente, allegro, scatenato.
Si torna a cambiare tono con “Just like a woman”, dove Dylan diventa delicato, leggero, il brano è una ballata folk rock
Sostenuta con discrezione dagli arpeggi della chitarra e dalle tastiere.
“Most likely you go your way” è un blues commovente che racconta la fine di una storia d’amore, ma qualcuno vuole leggerci una sarcastica risposta alle critiche dei sostenitori del movimento folk alla sua svolta “rock”.
Doppi sensi a go go per il sensuale blues “Temporary by Achilles”, dove il cantautore brucia di passione, come in “I want you”, mentre è ritmata e autoironica “Absolutely sweet Marie”.
“4th time around” si dice che sia una risposta a “Norwegian wood “ di John Lennon, o, ancora, che Lennon abbia decisamente preso ispirazione da Dylan per comporre la sua canzone. In qualche occasione Bob Dylan si è esibito cantando “4th time around” con la canzone di Lennon come sottofondo.
Si ispira a “good morning little school girl”, un blues di Sonny Boy Williamson la canzone “Obviously 5 believers”, forse anche un omaggio ai suoi musicisti e il suo universo musicale.
Chiude l’opera uno dei brani più importanti di “Blonde on blonde”. “Sad eyed lady of lowlands” Bellissima composizione musicale, tra le più belle ed ispirate del poeta e musicista, dedicata a sua moglie Sara Lowndes, un inno amorevole alla figura femminile, commovente, vibrante ed altissimo.
Musica e parole di tutto questo doppio album appaiono ancora come una sfolgorante rivelazione che resta e si rinnova nel tempo, come solo i capolavori sanno fare.