Caravanserai
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1. Eternal Caravan of Reincarnation 4:28
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2. Waves Within 3:54
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3. Look Up (To See What’s Coming Down) 3:00
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4. Just in Time to See the Sun 2:19
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5. Song of the Wind 6:04
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6. All the Love of the Universe 7:39
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7. Future Primitive 4:12
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8. Stone Flower 6:15
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9. La Fuente del Ritmo 4:33
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10. Every Step of the Way 9:05
“La risurrezione di Carlos Santana”: le parole troneggiano sulla copertina di Rolling Stone, e non sono un titolo esagerato: i due anni tra il 1970 e il 1972, tra l’uscita di “Abraxas” e “Caravanserai”, tra i due album più famosi del gruppo guidato dal chitarrista messicano, sono davvero tumultuosi.
Nel 1970, Santana si piazza al numero uno della classifica americana per cinque settimane, grazie al successo di“Black magic woman”, “Oye como va” e “Samba pa ti”, tutti contenuti in “Abraxas”. Lo stesso succede con Santana 3, nel 1971. Ma qua le cose iniziano a precipitare.
Santana si prende una vacanza da solista, e i rapporti con la band si fanno tesi. il bassista David Brown lascia il gruppo. La lite con il percussionista Michael Carabello è violenta, e viene rimpiazzato da Armando Peraza. Gregg Rolie e Neal Schon rimangono ancora con la band, ma se ne vanno a registrazioni finite di quello che sarà il nuovo album, per formare i Journey
Il nuovo gruppo risulta molto diverso dal precedente, come scelte e come suoni. Clive Davis, leggendario discografico, scopritore e mentore di Carlos, lo avvisa subito – appena intuisce la nuova direzione: è un suicidio commerciale. Così Santana non sarà più un nome da Top40. Aveva ragione, ovviamente: il disco diventerà di platino, ma in un tempo molto più lungo e non venderà come i precedenti.
E aveva ragione anche Santana: la direzione musicale del disco è il jazz-rock, ed è una strada che lo porta ad altri livelli musicali. Permangono ovviamente le influenze latine, ma l’album è in larga parte strumentale: sono solo tre le canzoni con una parte vocale, tra cui la title track. E anche brani come “Caravansserai” mostrano un complessità strutturale che ha reso il lavoro un classico, se possibile amato dai fan ancora più di “Abraxas” e dei dischi precedenti.
Il disco è davvero un caravanserraglio: un luogo ben recintato, in mezzo ad un deserto, in cui si riparano carovane diverse di suoni ed influenze, in attesa di riprendere il viaggio muro che racchiude un ampio cortile ed un porticato, che veniva usato per la sosta delle carovane che attraversavano il deserto.
Il viaggio continua già l’anno dopo, e Santana radicalizza ancora di più il suo percorso: “Love devotion surrender” è puro jazz rock, inciso e attribuito a Carlos Santana e a John McLaughlin, con le rispettive band Santana e la Mahavishnu Orchestra. E’ un tributo a John Coltrane, di cui vengono reinciso “A love supreme” e “Naima” – e anche il disco successivo “Welcome” segue la formula jazz.
Il ritorno al rock latino arriverà solo nel ’77 con “Amigos”, ma “Caravanserrai” rimarrà l’apice del Santana più libero e sperimentale