Echoes, Silence, Patience & Grace
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1. The Pretender 4:29
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2. Let It Die 4:05
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3. Erase/Replace 4:13
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4. Long Road To Ruin 3:45
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5. Come Alive 5:11
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6. Stranger Things Have Happened 5:21
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7. Cheer Up, Boys (Your Make Up Is Running) 3:41
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8. Summer’s End 4:38
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9. Ballad Of The Beaconsfield Miners 2:32
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10. Statues 3:48
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11. But, Honestly 4:36
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12. Home 4:53
Cinque nomination ai Grammy, un tour trionfale più un disco live: il periodo di “In your honor” aveva portato i Foo Fighters all’apice i Foo Fighters, con un disco doppio, e diviso tra rock ed acustica.
Questa è la band di Dave Grohl nel 2007, quando arriva “Echoes, silence, patience and grace”. Il leader non ha mai sfruttato più di tanto la sua provenienza dai Nirvana, e con i Foo Fighters ha saputo costruirsi una bella carriera a suon di grandi canzoni e di grandi concerti, cercando di non ripetere sempre la stessa formula.
Quando arriva questo disco Grohl abbandona la regola della carriera del gruppo, ovvero di fare dischi “irregolari” nel formato e nel tema. “Echoes, silence, patience and grace” è un disco “normale”, per come può esserlo un disco di Foo Fighters.
Grohl si affida per la seconda volta a Gil Norton (già produttore di Pixies e Counting Crows), dopo averci lavorato per “The colour and the shape”. I due, lavorano assieme nello Studio 606, nella cantina della casa Grohl in Virginia. E lavorano per sottrazione, sui suoni e sulle dinamiche.
Il risultato è un disco vario, che unisce senza soluzione di continuità le anime che nel disco precedente erano distinte.
Parte a razzo con la botta di adrenalina del singolo “The pretender” (spettacolare davvero, come il relativo video) e le successive “Let it die” e “Erase replace”. L’ascoltatore non fa in tempo a pensare;“i Foo Fighters funzionano meglio sulle canzoni veloci”, quando mischiano chitarre a tutto volume e melodia. Uno pensa, ma non fa in tempo a finire il pensiero che Grohl mette un paio di “Come alive” e “stranger things have happened”, quest’ultimo dall’impalcatura acustica che dimostrano la versatilità della penna e della voce di quest’uomo e della sua band, in questa fase della carriera.
Il disco continua così, alternando momenti fragorosi ad altri più rilassati. Un disco che ha la sua forza nella diversità: “Un’antologia di canzoni nuove e forti da un gruppo di band che si fanno chiamare Foo Fighters”, come scrisse l’autorevole David Fricke su Rolling Stone, al tempo.
Il disco ottenne anche risultati di classifica notevoli (oggi è certificato platino), e fu seguito da un tour ancora più trionfale del precedente, culminato in un concerto a Wembley il 7 giugno del 2008, quando sul palco con i Foos salirono Jimmy Page e John Paul Jones per suonare “Rock and Roll” dei Led Zeppelin. Un cerchio che si chiude, e che consacra ulteriormente la band.