Eldorado
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1. Eldorado Overture 2:12
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2. Can’t Get It out of My Head 4:26
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3. Boy Blue 5:19
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4. Laredo Tornado 5:30
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5. Poorboy (The Greenwood) 2:58
Se c’è un modello tipico del rock degli anni ’70 è il “concept album”, il disco che racconta una storia attraverso diverse canzoni, legate tra loro come capitoli di un libro. Un modello spesso ritenuto controverso, perché forza i limiti della forma-canzone. Ma anche un modello che ha prodotto grandi capolavori nella storia del rock. Tra i migliori interpreti del formato, anche se non i più noti né i più amati, ci sono gi Electric Light Orchestra di Jeff Lynne. Il nome di quest’ultimo è legato soprattutto alla fine degli anni ’80quando divenne produttore per George Harrison, Tom Petty, Roy Orbison e con questi (e con Bob Dylan), formò il supergruppo Travelling Wilburys.
Ma musicalmente è attivo dalla fine degli anni ’60, e forma la sua “orchestra” a Birmingham nel ’70 assieme a Roy Wood, che nel inizialmente il leader, fino al ’72. Si distinguono dai suoni del periodo con un atteggiamento pop e orchestrale, chiaramente ispirati dai Beatles.
“Eldorado – a simphony”, o più semplicemente “Eldorado”, è il quarto album del gruppo, il secondo dopo l’uscita di e il primo concept. Lynne decise di assoldare direttamente in studio un’orchestra di 30 elementi.
Lynne scrisse la storia prima ancora delle canzoni e della musica. La narrazione ruota ad un personaggio che cerca di scappare dalla realtà di tutti i giorni, attraverso i sogni.
La leggenda vuole che Lynne iniziò a scrivere le musiche come reazione a suo padre, che da musicista classico sosteneva che gli E.L.O. non erano in grado di scrivere melodie. Lynne riuscì a smentire il padre: “La Electric Light Orchestra talvolta si perde in idee grandiose e ‘Eldorado’ rischiava di essere un’opportunità per farlo di nuovo. Ma grazie a forti canzoni originali, Eldorado emerge come una prova trionfale per il gruppo”, scrisse al tempo Rolling Stone.
Il disco venne inciso con Lynne che arrangiò e diresse l’orchestra, pur senza rinunciare a suoni più pop: “Mister Kingdom” contiene una citazione abbastanza esplicita dei Beatles di “Across the universe”, mentre “Illusions in g minor” è un rock 0n’ roll alla Chuck Berry, sul modello della cover di “Roll Over Beethoven” che l’anno prima, nel ’73, aveva fruttato alla band il secondo singolo da top 10.
“Can’t Get It Out of My Head” divenne un altro singolo di successo, e portò l’album alla certificazione di “disco d’oro” per la prima volta nella carriera della band.
“Eldorado” fece diventare la band un nome di cartello negli Stati Uniti, ampliando notevolmente il pubblico ai concerti – nonostante alcune variazioni nella band (tra tutte la defezione del bassista Mike De Albuquerque), che però finirono per cementare il ruolo di Lynne come mente e leader indiscusso del gruppo.