Facelift
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1. We Die Young (J. Cantrell) 2:32
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2. Man in the Box (J. Cantrell, S. Kinney, L. Staley, M. C. Starr) 4:46
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3. Sea Of Sorrow (J. Cantrell) 5:49
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4. Bleed The Freak (Jerry Cantrell) 4:01
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5. I Can’t Remember (J. Cantrell, L. Staley) 3:43
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6. Love, Hate, Love (Layne Staley, Jerry Cantrell, Sean Kinney, Michael C. Starr) 6:26
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7. It Ain’t Like That (J. Cantrell, S. Kinney, M. Starr) 4:38
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8. Sunshine (J. Cantrell) 4:45
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9. Put You Down (J. Cantrell) 3:16
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10. Confusion (J. Cantrell, L. Staley, M. Starr) 5:44
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11. I Know Somethin (Bout You) (J. Cantrell) 4:21
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12. Real Thing (J. Cantrell, L. Staley) 4:02
Formatisi a Seattle nel 1987, gli Alice in Chains sono uno tra i gruppi seminali di quel movimento rock statunitense denominato “grunge” ma di matrice più “metal”, rispetto ai Pearl Jam e ai Nirvana.
Facelift è il loro album d’esordio, pubblicato tre anni dopo, un anno prima di “Nevermind” dei Nirvana e di “Ten” dei Pearl Jam e rappresenta la genesi di una grande rock band.
Le colonne portanti di tale band sono, senza dubbio, Jerry Cantrell (chitarra) e Layne Staley (voce), quest’ultimo scomparso nel 2002, anch’egli in circostanze tragiche e poco chiare, proprio come Kurt Cobain dei Nirvana, seppur con modalità differenti.
Il suono della band assume una sua precisa identità grazie alla vocalità inconfondibile, originale, tormentata e cupa di Layne Staley, che ben si amalgama ed armonizza con l’impasto sonoro creato dalla chitarra di Cantrell, supportata dal bassista Michael Starr (anche lui tragicamente scomparso nel 2011) e dal drum-beat di Sean Kinney.
L’album (il primo del genere “grunge” a divenire di platino) è composto da 12 tracce ed è prodotto da Dave Jerden (Jane’s Addiction, Fishbone, The Offspring).
In copertina appare un volto deformato, e sul retro, l’immagine dell’intera band intrappolata in un cellophane, un’immagine inquietante ma quantomai riuscita.
Il brano di apertura “We Die Young” è una scheggia di dolore eloquente e fulminea, quasi autobiografica e profetica: la frustrazione di una generazione, condensata in 2 minuti e mezzo di denso heavy metal.
Scritto da Cantrell (autore di tutti i brani), il brano fu ispirato dalla visione di ragazzini sull’autobus che spacciavano droga coi cerca-persone dell’epoca.
La canzone fu il primo singolo estratto dall’album e divenne conseguentemente una hit nelle radio rock statunitensi.
La canzone successiva è il secondo singolo estratto, “Man In The Box”, che parla della censura dei media e grazie alla cui rotazione del video su MTV, la band cominciò a farsi conoscere meglio e per il quale fu premiata come “miglior video heavy metal/hard rock” agli MTV Video Music Awards del 1991.
“Sea of Sorrow” è la terza traccia, nonchè il quarto singolo estratto: grigia e claustrofobica, la canzone parla di una relazione finita.
“Bleed The Freak” (terzo singolo estratto e traccia 4), è un brano nel quale Cantrell mette in evidenza la vocazione anticonformista della band di voler andare contro il resto del mondo e tutti coloro che vorrebbero abbatterli.
“I Can’t Remember” (traccia 5) è una canzone attraverso la quale la band palesa al meglio la propria identità sonora, assai peculiare.
La complessa “Love, Hate, Love” (traccia 6), non a caso messa al centro della scaletta, è la sintesi del loro stile, fatto di stacchi, lamenti e pause, tesi ad innescare in seguito ripartenze “heavy”.
“It Ain’t Like That” (traccia 7) è forse l’unico brano con accento “grunge” dell’intero album.
In “Sunshine” (traccia 8), si parla della morte della madre di Cantrell, un brano con accenti simil-Motley Crue nell’inciso.
In “Put You Down” (traccia 9) si continua con la vena glam metal, in questo caso più alla Guns ’N’ Roses.
Nella successiva “Confusion” (traccia 10) il ritmo rallenta di nuovo, quasi trascinandosi nella strofa per poi ripartire nell’inciso.
Seguono la traccia 11, “I Know Something’ (‘Bout You)” con un intro alla Jane’s Addiction e l’intensa “Real Thing” a chiudere la scaletta in grande stile.