Freak
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1. Freak 3:52
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2. Spaccacuore 4:26
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3. Fedina Penale 4:24
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4. 4:29
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5. Il Leone E La Gallina 3:42
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6. Cosa Vuoi Da Me 3:31
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7. Piccolo Macellaio 4:03
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8. Capo 3:35
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9. La Fine Di Una Storia 3:51
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10. Barcarola Albanese 3:42
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11. Restiamo Ancora Qui 5:00
Classe 1970, Samuele Bersani è tra i cantautori più significativi della sua generazione. Le sue liriche si distinguono per sottigliezza, poeticità, profondità introspettiva. Il suo sguardo scava nella vicende umane con personalissima capacità di restituircele trasfigurate in un linguaggio lieve e contemporaneamente massiccio, di grande impatto, in un impasto armonioso, pregiato.
Dopo un interessante esordio nel 1992 con l’album “C’hanno preso tutto”, lanciato dal singolo “Chicco e Spillo”, che lo impone all’attenzione di pubblico e critica,
nel 1995 Bersani propone “Freak”, un disco stimolante, che stilisticamente combina il pop ad altri generi, in una mescolanza che non si presta a catalogazioni di genere.
In “Freak” infatti, Bersani evoca lo stile New wave, accenna al liscio romagnolo, gioca con i synth , con qualche sonorità rockeggiante e con suggestioni mediterranee.
Ancora coadiuvato da Beppe D’Onghia, che arrangia, scrive e si cimenta alle tastiere e al piano, Bersani chiama a se’ nomi illustri, da Lucio Dalla, che sotto lo pseudonimo di Domenico Sputo nei credits suona clarinetto e fisarmonica, a Ron alle chitarre, e Massimo Sutera al basso.
È proprio “Freak” la traccia d’apertura.. Canzone lieve, gentile, ironica, dal bel testo d’amore, ma inusitato, poggia su un arrangiamento scarno, piacevole, dal sapore equatoriale, sensuale.
Bersani canta con semplicità , mescolando istinto e garbo.
“Spaccacuore” è una bella pop ballad che ricorda il carattere musicale di Lucio Dalla, una canzone intimista, pensosa , romantica, coinvolgente, che si apre in un ritornello arioso e ficcante, il cui testo resta fotografato già dal primo ascolto. La canzone è nota anche per essere stata riproposta nel 2009 da Laura Pausini.
Si cambia scenario con “Fedina Penale”, dal ritmo sostenuto e ben costruito e dal testo divertito, un film in musica, che segue la scia di “Chicco e Spillo”. Bersani canta, interpreta e recita ancora una volta una storia di vita ai margini, piccola, pericolosa, ingenua e spietata.
“Cado giù “ ha una forte componente elettronica, i synth e la drum machine sostengono nella quasi totalità la voce del cantautore emiliano che racconta storie d’anima dipingendo immagini surreali, poetiche.
“Il leone e la gallina” è una rilettura elettronica del capolavoro di Lucio Battisti e Mogol, mentre “Cosa vuoi da me “ è la cover di “Glastonsbury song” dei Waterboys, un brano sferzante, massiccio, interpretato con energia tonificante.
Tornano toni più contenuti in “Piccolo macellaio”, storia onirica d’amore, un viaggio in due su una fetta prosciutto fino alle pendici di un vulcano.
La fisarmonica di Dalla/Sputo aggiunge all’arrangiamento un sapore paesano difesta del liscio. Chitarre, synth, batteria, tutto ricama una base sostenuta, solare, estremamente godibile, un po’ obliqua, come la storia. Bisogna solo ascoltare e crederci, lasciandosi trasportare.
“Capo” , dalle chitarre elettriche distorte e dalla batteria martellante è un racconto fosco , un monologo disagevole che vuol essere aspro, e usa termini duri, muovendosi tra scarafaggi, fulmini, fogne, lacrime e pugni.
Ancora la fisarmonica in primo piano in “La fine di un amore “, ancora una volta Bersani non si lascia andare ad immagini o frasi ovvie per parlare di un tema tanto comune, anzi, usa uno sguardo laterale che però è comprensibile a tutti, misterioso e sognante.
Si continua l’ascolto con la splendida “Barcarola albanese”. Pianoforte ed archi magistralmente scritti fanno da cuscino sonoro ad una storia più che mai di attualità , storia di gente che attraversa il mare in cerca di una possibilità di vita migliore. Soffia la musica come vento sulle emozioni, e ci mostra immagini di disperazioni e speranze che ormai sono tragicamente quotidiane, la canzone andrebbe ascoltata e riascoltata, per aiutarci a riflettere e a fermarci un momento a guardare davvero.
Chiude l’album “Restiamo ancora qui – Due anni fa”, canzone d’amore più classica , dolente e romantica, uptempo, che affronta ancora una volta la storia infinita del dolore che procura la fine di una storia, da cui nessuno si salva .