GET YOUR WINGS
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1. SAME OLD SONG AND DANCE 3:53
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2. LORD OF THE THIGHS 4:14
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3. SPACED 4:22
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4. WOMAN OF THE WORLD 5:48
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5. S.O.S. (TOO BAD) 2:51
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6. TRAIN KEPT A ROLLIN' 5:33
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7. SEASONS OF WITHER 5:39
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8. PANDORA’S BOX 5:44
Il disco eponimo di esordio degli Aerosmith viene pubblicato nel ’73. Contiene già una delle loro canzoni simbolo, “Dream on”. Ma quel brano sarebbe diventato un successo solo tre anni dopo, nel ’76. “Aerosmith”, all’uscita, si fermò alle soglie della top 20, e la canzone arrivò al 59° posto delle classifiche di Billboard. “Niente di niente. Niente stampa, nessuna radio, niente airplay, niente interviste, nessuna recensione. L’album venne ignorato, ma in compenso ci procurò un sacco di rabbia”, racconterà anni dopo Joe Perry.
Eppure i “Bad boys from Boston”, al tempo avevano già una lunga gavetta alle spalle. Steven Tallarico (alias Steven Tyler) e Joe Perry erano attivi dalla metà degli anni ’60 e nel ’70 fusero le rispettive band, dando vita agli Aerosmith, dando così vita alla coppia che sarebbe stata ribattezzata come “Toxic Twins”, un appellativo sulla cui genesi non è il caso di forzare l’immaginazione. Cresciuti a pane, blues, rock, Rolling Stones e Led Zeppelin, avrebbero segnato il rock americano anni ’70, e non solo.
Ma quando vanno a registrare il loro secondo album, quello che uscirà nel marzo ’74 co il titolo “Get your wings”, la leggenda non è ancora nata. La Columbia investe su di loro: manda la band agli storici Record Plant di New York, tra la fine del ’73 e l’inizio del ’74.
Lì gli Aerosmith incontrano Joe Douglas, ingegnere del suono con alle spalle lavoro con gli Who e John Lennon: sarà l’inizio di una lunga collaborazione, che risolverà uno dei problemi dell’esordio della band, la mancata chimica con il produttore Adrian Barber. Douglas invece produrrà tutti gli album degli anni ’70, contribuendo in maniera decisiva al loro successo.
L’obbiettivo di Douglas è far suonare la band in maniera naturale e spontanea, rimuovendo le forzature del disco precedente. Così la band inizia incidendo “Train Kept A-Rollin’”, uno standard blues scritto da Tiny Bradshaw nel ’51, e già interpretato dagli Yardbirds e poi portata da Page negli Zeppelin, che spesso la usarono per aprire i concerti.
La versione hard degli Aerosmith divenne uno dei loro classici – con un trucchetto di studio di Douglas, che aggiunse le urla di una folla in sottofondo (derivate da una registrazione del “Concert for Bangladesh”, vuole la leggenda).
Partendo dal blues trasformato in hard rock, e con l’aiuto di Douglas, gli Aerosmith trovarono finalmente la loro identità. Ricevettero critiche positive anche sulle proprie canzoni, come “Same Old Song and Dance”, primo singolo e un classico delle loro scalette: “Gli accordi arrembanti dei chitarristi Joe Perry e Brad Whitford danno forza ad ogni canzone, giocando perfettamente perfettamente con l’energia selvaggia del cantante Steven Tyler, la cui disciplina è evidente anche quando ringhia o grida i testi”, scrisse al tempo Rolling Stone.
Il successo commerciale però, aveva ancora bisogno di tempo. Ci sarebbe voluto un anno, un disco, e una canzone per portare la band ai piani alti della classifica. Tutto sarebbe avvenuto nel ’75, con il terzo album “Toys in the attic” e con “Walk this way”, non con “Get your wings”. Che però rimane la testimonianza dell’inizio della storia di una band che ha segnato il rock americano.