Kasabian
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1. Club Foot (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 3:34
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2. Processed Beats (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 3:08
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3. Reason Is Treason (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 4:34
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4. I.D. (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 4:47
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5. L.S.F. (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 3:19
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6. Running Battle (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 4:15
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7. Test Transmission (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 3:55
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8. Cutt Off (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 4:38
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9. Butcher Blues (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 4:29
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10. U Boat (Sergio Pizzorno, Chris Karloff) 4:09
La scena indipendente inglese degli anni ’90 sviluppa un movimento musicale dove confluiscono sperimentazioni ed esperienze precedenti provenienti da città importanti per la musica anglosassone, come Manchester , Liverpool, le cui sonorità si rifanno agli anni 60 e 70, in una commistione di influenze pop, rock, underground, new wave, psichedeliche e glam . I riferimenti culturali e testuali prettamente britannici parlano alla classe operaia, i temi sono la rabbia e il disagio sociale e personale,l’impegno etico, la libertà,la ribellione, la denuncia . Questo discorso è portato avanti prevalentemente dalle band, e se i precursori sono per molti i “Suede”, il merito di aver portato questo genere sotto i riflettori di un pubblico ben più ampio e di oltremanica è dato ai “Blur” e agli “Oasis”.
Small faces, Beatles, Who, David Bowie sono solo alcuni degli ispiratori musicali di questo movimento, che nel tempo si è rinnovato fino alle nuove forme del post brit dei giorni nostri, e a gruppi come i Kasabian.
Tom Mehigan al microfono, Chris Edwards al basso, successivamente Ian Matthews alla batteria , e soprattutto Tom Pizzorno che suona il basso e soprattutto scrive tutti i brani, aiutato da Cristopher Karloff , all’occorrenza ai synth, tastiere, drum machine computer , esordiscono nel 2004 con “Kasabian”.
Il disco è ambizioso, denso di fermenti musicali , ricco di proposte, e spazia dall’elettronica al rock progressive. Sperimentale, ipnotico, attinge dalla psichedelia dei ‘60s e 70’s più ispirati, da suggestioni beatlesiane, e da altri gruppi nati dallo stesso humus sociale ed artistico.
La prima traccia, “Club Foot”, è subito un assaggio di quello che dobbiamo aspettarci dal gruppo di Leicester. E’ un brano vibrante, oscuro, massiccio, così come il testo, che presenta scenari potenti e visionari, trasmettendo una forte energia. Non è infatti un caso che sia stato scelto come colonna sonora di videogiochi e film futuristi .
“Processed beats” poggia su un bel riff di basso , i samples, i synth e le chitarre
si rincorrono in un vortice irresistibile. Tom Mehigan scandisce il testo con stringata aggressività.
Il brano, come tutto il lavoro, si ferma, riprende, offre continuamente nuovi spunti, incuriosisce, si ferma, riparte, non molla.
Anche “Reason is Treason” è un brano celeberrimo, usato per il gioco per Playstation “GranTurismo”e per la colonna sonora di “Lara Croft Tomb Rider: The cradle of life”, incarnando alla perfezione lo stile dell’eroina del videogioco: scattante, eccitante, fisica e cerebrale allo stesso tempo.
Sequencer, synth, drum machine: arriva “I.D”, quarta traccia dell’album, che evoca spazi metafisici fino all’ingresso del basso, delle chitarre e della voce, che ci trascina in territori più terreni, ma non per questo meno misteriosi, in cui perdersi.
“Orange” è un interludio, un coro di angeli che ci porta a “L.S.F”, acronimo di Lost Soul Forever. Un bel pezzo, rock alternative in cui in qualche modo sono presenti anche influssi dei vicini Oasis.. In questo brano le bacchette passano a Daniel R. Martin, che riprenderà il timone in “Cut Off”.
“Running Battle” è scandito dal suono dell’omnichord suonato da Karloff. L’aria che si respira è obliqua, il brano è rarefatto, come sospeso sotto un cielo post atomico, “Test transmission” sperimenta un rock definito piu progressive, le claps sostengono il ritornello insieme ai sintetizzatori e alle chitarre, creando un’aria di positivo straniamento, un caleidoscopio di sensazioni, che con il finale tagliato all’improvviso ti lascia cadere in vuoto improvviso.
E dopo un altro interludio, il romantico e stellare “Pinch Roller”, si torna al rock psichedelico fatto di sequencer, autoreverse, chitarre e basso martellante. Tom Mehigan sciorina immagini di scienziati fatti di L.S.D, scimmie che nascondono segreti e spie perse nella folla in questa bella traccia che non smette di rendersi interessante minuto dopo minuto.
“Butcher blues” non è un blues ma vanta un bel giro di basso ed una atmosfera ancora una volta in forte debito con gli anni ’70 made in U.K, seppure fortemente rivisitati con occhio intelligente, geniale.
“Ovary stripe” è una cavalcata western in un futuro oscurato da nebbie inconoscibili. Il brano, strumentale, viaggia sostenuto dalla ricca programmazione di synth, tastiere, e ritmicamente scandito da basso e chitarre che non danno tregua, trascinano e ipnotizzano l’ascoltatore invitandolo a muoversi e a lasciare andare la testa.
“U Boat” chiude l’album, un grande esordio per questa band, che continuerà a stupire e raccogliere consensi dal pubblico e ottenendo infine anche il plauso della critica mondiale.