Lindbergh
-
1. La Canzone Popolare 4:21
-
2. La Barca Di Legno Di Rosa (Un Gran Mare Di Gente) 5:43
-
3. Sigonella 3:36
-
4. La Madonna Nera 3:39
-
5. Il Disertore 1:44
-
6. Mio Fratello Che Guardi Il Mondo 5:05
-
7. Notturno Delle Tre 4:36
-
8. Poca Voglia Di Fare Il Soldato 3:31
-
9. Ci Sara’ (Vita Controvento) 4:42
-
10. Lindbergh 3:24
Nel 1992 Ivano Fossati torna con un album bellissimo, un viaggio nelle azzurrità del cielo, un viaggio interiore, uno sguardo al mondo, agli uomini e alle donne , alla forza e alla disperazione, all’umanitá e alla fratellanza. Un viaggio emotivo, sentimentale, dolente e pieno di luce.
Ne ha di cose da raccontare Fossati, e con lui il suo testimone, alter ego, compagno di viaggio, Charles Lindbergh, il volatore, eroe, visionario poeta delle stelle , che negli anni ’20 sorvolò l’oceano, da solo, con il suo aereo “Spirit of Saint Louis”, e da New York arrivò a Parigi.
Sono accomunati , questi uomini dal forte sentire , da un viaggio, da uno sguardo.
Le sonorità sono a sottolineare il racconto di Fossati, sono musiche sorelle, l’arpa celtica scivola e danza sulla tabla indiana, un tango si mescola al sapore di jazz , accennato, sussurrato.
Il sottotitolo del disco è “Lettere da sopra la pioggia”, come a voler guardare e scrivere mentre si vola, e si assiste impotenti a tutto il destino che travolge. Era tempo di guerre, quella in Iraq, in Jugoslavia.
Ora , venticinque anni dopo, è tempo di guerra, ancora e ancora. E le parole di Fossati crescono, si dilatano in nuove forme e nuovi significati, sono pressanti, forti e preziose.
La prima traccia è “Canzone Popolare”, un inno, una incitazione al coraggio, alla dignità, all’autonomia di pensiero e alla speranza . Tamburi battenti a sottolineare una marcia, un fronte forte, un grido unito in cui siamo fratelli.
Canzone esaltante, ariosa, venne eletta inno dell’Ulivo negli anni ’90.
L’arpa celtica di Vincenzo Zitello introduce e accompagna magistralmente “La barca di legno rosa”. Le note sembrano scorrere come il mare che si ingrossa, sale e si placa , su cui passano barche di donne operose, assassini, capitani e spose, “un gran mare di gente”, un mare di storie , che il tempo spietato si porta via .
Lo guardo di Fossati segue, le parole raccontano, e simboli, e immagini creano un’atmosfera densa e assorta, sollecita.
“Sigonella”. Nelle belle terre di Sicilia, luogo incantato, ci sono certi momenti e certi luoghi che non profumano più di arance e melograni. C’è invece paura, e guerra, e rumori di aeroplani che non cercano nuovi orizzonti , ma che si portano via le speranze.
Canta Fossati, e trascina fuori l’anima, la mette a nudo , in una lettera solitaria , parole di solitudine e desolazione. Il brano però si chiude con il canto di uccelli, è l’alba di un nuovo giorno.
I synth aprono “La madonna nera”, un brano serrato, pressante, oscuro.
Donne che pregano, uomini che gridano e si affannano sudando per salvare una Madonna impantanata nel fango. Il simbolismo è forte , evoca mille significati, e le grida, la fatica e il fango sembrano risolversi nella figura consolatoria di Amore, vera e unica salvezza.
La splendida, indimenticabile “Il disertore”, scritta dal poeta e musicista francese Boris Vian è tradotta da Giorgio Calabrese, si adatta perfettamente alla interpretazione e al sentimento di Fossati, che canta con trasporto, anima e convinzione ,accompagnato dalla sola chitarra.
Canta una dichiarazione scarna e potente contro la guerra, voluta da altri, insensatezza che ci fa scannare tra fratelli.
E come a continuare il discorso, ecco “Mio fratello che guardi il mondo” , un richiamo alla forza dell’umanità, tenero, accorato e dolente. Piove, è buio fuori, ingiustizia e caos ci spaventano, e il cielo sembra assistere indifferente a un destino inconoscibile, oscuro.
È un tango sensuale, “Notturno delle tre”, suadente il pianoforte protagonista con le percussioni suggestive che segnano un passo di donna. È notte, è silenzio, il mistero ammanta le alcove che nascondono desideri e segrete paure, e, per fortuna, dice il poeta “ poca innocenza”.
“Poca voglia di fare il soldato” è una accorata, dolcissima e disperata lettera d’addio che un giovane richiamato alla guerra lascia alla sua amata. Il tono sommesso di Fossati, le aperture dei violini, il flauto dolce a chiusura del brano, sottolineano la crudeltà e l’insensatezza degli scontri che da sempre strappano vite e sconvolgono quelle di chi resta. La melodia sa di antico , di tempi lontani, ricorda certe belle canzoni degli alpini dal largo respiro e dalle atmosfere malinconiche e pensose.
“Ci sará (vita controvento)” , dall’andamento latino, dalle belle chitarre, è ancora una metafora di navigazione, ardua, difficile. Vivere controvento, con questo vento freddo che ti soffia contro, ti fa abbassare lo,sguardo, ti sferza e ti segna. E ancora il cielo è richiamato a testimone, il cielo giudica a tace.
“Lindbergh” chiude un album imperdibile,in una atmosfera sospesa, minimale, eccolo il Volatore, che parla in prima persona, che sospeso tra nuvole e stelle cerca la sua strada , e un senso, un segnale, mentre noi , da terra, col naso al cielo, applaudiamo, e cerchiamo il nostro destino.