Lotto infinito
Lotto Zero fa parte del quartiere napoletano di Ponticelli, una di quelle zone che sentono parlar di sé solo quando c’è da raccontare di malavita e degrado. Ma Lotto Zero è anche la casa di una cittadinanza risoluta, che ha voluto fare bella mostra di uno striscione in cui lo “zero” senza speranza del sobborgo è stato sostituito da un coraggioso “infinito”.
E’ stato questo simbolo di dinamica speranza ad ispirare Enzo Avitabile, che con il nuovo album “Lotto Infinito” parte da Napoli per cantare la coscienza del mondo e scuotere le menti di quanti lo abitano.
Da Napoli Nord, periferia da cronaca, ma soprattutto periferia esistenziale, il viaggio comincia guardando dentro ad un microcosmo dalle tinte forti : è Napoli, ma potrebbe essere qualunque altro suburbio del mondo.
E’ per questo che ad un album come Lotto Zero viene naturale esprimersi in tante lingue, cercare collaboratori. Quasi tutti i brani vedono Avitabile – che della contaminazione culturale ha fatto un tratto essenziale della propria carriera – accompagnato da illustri colleghi, tra i più illustri nomi della scena musicale nazionale ed internazionale. Sono voci sorelle, talenti immersi nella realtà e pronti a dare il proprio contributo.
La prima ospite, in “De Profundis”, è Giorgia – per la quale nel ’95 Avitabile aveva già firmato l’intensa” E C’è Ancora Mare”. La voce della cantautrice romana accosta il dialetto di Avitabile a una preghiera che viene immaginata spiccare il volo, dalle crepe di Scampia fino al cielo. E’ un inno alla vita, proprio come la successiva “Quando la Felicità Non la Vedi, Cercala Dentro” – altro spunto di saggezza rubato alle strade partenopee.
Un viaggio ancora più a Sud: “Attraverso l’Acqua” vede la luce davanti al mare di Lampedusa, e si avvale della penna e della voce di Francesco De Gregori. Acqua madre, ma anche ostacolo: le immagini cantate da De Gregori rievocano storie tristemente familiari, parabole di speranza e di sofferenza, con protagonista un’umanità che è a sua volta isola.
Il ritmo s’addensa sulle note di “San Ghetto Martire”, che vede Enzo Avitabile collaborare con il cantautore Mannarino. La parabola del santo protettore delle periferie – maschera creata
dall’artista Felice Pignataro – è impreziosita dalle voci dei maliani Tartit e dall’energia dei Bottari di Portico, la cui complicità col musicista partenopeo è evoluta in numerosi progetti fin dal 2004.
In “Bianca” compare un altro grande nome della musica italiana, Renato Zero, per un toccante omaggio a Bianca D’Aponte – una delle più talentuose promesse del cantautorato italiano,
tragicamente spenta nel 2003 all’età di 23 anni. Tornano i Bottari di Portico, arrivano anche i fiati della Scorribanda e soprattutto Caparezza per uno dei brani più travolgenti dell’album, Amm’’A Amm’’A. Nella canzone è concentrato tutto lo spirito dell’album, uno sferzante incitamento all’azione a cui è impossibile dire di no.
Un ritmo serrato e al contempo malinconico sostiene “Abbi Pietà di Noi”, litania della Terra dei Fuochi. Avitabile, accompagnato dai cori di Angela e Marianna Fontana, si fa portavoce di tutta quell’umanità più o meno consapevolmente colpevole per le terre “appicciate”, e decide finalmente di farle assumere la responsabilità di tanta vita non rispettata.
“Comm’ ‘A ‘Na fotografa” è la vocazione universale dell’album, cantata prima nella lingua della Napoli di Avitabile e poi in quella dell’Africa di Daby Touré, che era già stato ospite del precedente album Black Tarantella.
“Jastemma d’Amore”si avvale della voce penetrante del regista e attore Pippo Delbono, col quale Avitabile aveva già collaborato nel 2013 nell’opera teatrale “Orchidee”. I quesiti di diseredati esistenziali, ispirano invece un incontro tra Napoli e la Sardegna, che in “Nisciuno Sape” è rappresentata da due dei suoi figli più nobili, Paolo Fresu ed Elena Ledda.
La canzone che dà il titolo all’album è un soliloquio. Al mondo intero Avitabile canta il suo sacro, il suo spazio consacrato a verità, con l’aiuto della cantautrice Giovanna Marini.
Ancora un incrocio mediterraneo segna” Verità Sarà”, scritta ed interpretata insieme alla cantante franco-marocchina Hindi Zahra. E mentre le due voci ispirano speranza al futuro dell’umanità, i fiati della Scorribanda estraggono un’ispirazione rivoluzionaria dal passato. Per il finale Enzo Avitabile volge lo sguardo ancora una volta a Napoli, alle radici, ed affida le
proprie parole alla voce inconfondibile di Lello Arena. “Addò So’ Nato” .