MALIA – Napoli 1950 -1960
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1. Accarezzame 3:24
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2. Nun u00c3u00a8 peccato 4:42
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3. Tu vuo’ fa’ l’americano 3:52
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4. Doce doce 6:42
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5. ‘Na voce ‘na chitarra e ‘o ppoco ‘e luna 4:33
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6. Ue ue che femmena 3:22
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7. Malatia 4:22
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8. Luna caprese 4:46
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9. ‘O sarracino 2:10
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10. Anema e core 5:55
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11. Te voglio bene tanto tanto 3:32
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12. Resta cu’mme 4:48
La poliedricità di Massimo Ranieri non smette di stupire. Artista a tuttotondo, ha attraversato esperienze musicali, teatrali, cinematografiche, televisive, regalando al pubblico una gamma impressionante di espressività artistiche , sempre di grande qualità . Che sia Barnum, anima volante del circo, o il ribelle e malinconico pulcinella , un giovane soldato innamorato, o il vincitore di Sanremo, Ranieri trasfonde la sua passione nei movimenti e nei suoni, nelle intenzioni e nello sguardo.
Questa volta l’artista partenopeo rivisita grandi classici della canzone napoletana degli anni ’50 e ’60 trasformandoli in piccoli gioielli jazz. E in questa avventura, ha avuto compagni di grande pregio, che hanno sviluppato ed arricchito l’idea, rendendo l’album “Malìa” un viaggio romantico e notturno denso di magia.
Prodotto da Mauro Pagani,musicista, autore e produttore di grande cultura e finezza , “Malìa” ha chiamato a sé musicisti di altissimo livello, come Rita Marcotulli, Stefano di Battista, Enrico Rava , Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli.
Un quintetto di indubbio valore, che soffonde il disco di un caldo fascino, e magistralmente accompagna le interpretazioni ispirate di Ranieri, che canta e si lascia trascinare dalle fascinose atmosfere retrò, quando si ballava alla luce della luna, le donne erano un mistero algido ed irraggiungibile, l’amore un traguardo anelato e sognato,nelle lontane notti sulle spiagge capresi.
Apre le danze Accarezzame . Le sapienti e leggere dita di Rita Marcotulli sfiorano i tasti del pianoforte che introduce la celeberrima canzone composta nel 56, portata al successo da Teddy Reno, interpretata da maestri della musica partenopea, come Roberto Murolo. L’atmosfera è rarefatta, intimista. Ranieri interpreta con trasporto, sobriamente, la voce accarezza l’orecchio dell’ascoltatore trascinandolo nei nightclub del,periodo, fumosi, con poca luce, densi di note e di segreti. Il sax di Stefano di Battista commenta e vola tra le note, trasparente e vivissimo, la batteria ed il contrabbasso sostengono, discreti.
Nun è peccato invece ospita il flicorno di Enrico Rava. L’aria è sensuale e rarefatta, il pianoforte accompagna , sottolinea, si produce in piccoli preziosi solo, intrecciati a quelli di Rava , inseguiti dal sax di Di Battista, in una interpretazione di grande intesa. La voce di Ranieri scivola e canta la canzone divenuta famosa grazie all’interpretazione di Peppino di Capri, trasformando il pezzo, rileggendolo con morbida partecipazione.
Il contrabbasso di Riccardo Fioravanti , serrato, introduce la scoppiettante Tu vuo’ fa’ l’americano. Massimo Ranieri, perfettamente a suo agio, si diverte e trascina la band in un rock and roll esuberante e colorato.
Doce doce è introdotto da un bellissimo fraseggio di Enrico Rava. Poche percussioni in pieno stile fine anni ’50. La bella partitura di Rita Marcotulli sostiene la levigata interpretazione di Ranieri, che trasfonde passionalità ad ogni frase.
L’atmosfera si fa leggera, quasi impalpabile, piacevolmente delicata con Na voce, na chitarra e ‘o poco ‘e luna. Serenata romantica, magistralmente interpretata da Ranieri, che soffonde al testo una qualche tenera malinconia.Stefano Bagnoli alla batteria sostiene con brio, flicorno e pianoforte volano e discorrono, nuvole di suono.
Ue’ Ue’ che femmena riprende i toni divertiti, irresistibilmente trascinanti del rock and roll tra jazz americano e “carosone style”. La canzone , cantata da Mario Trevi nel ’60, è reinterpretata con ironia e ritmo istrionico .
Malatia ha una introduzione dolente e sospesa. Ranieri canta della malattia d’amore, la band segue in una intesa collettiva che si avverte in ogni accordo di questa bellissima canzone degli anni ’50.
Luna Caprese è notturna, obliqua. Atmosfere liquide, marine, raccontano del mistero della luce della luna. Il ritornello si scioglie in armonie più morbide e avvolgenti , per questo gioiello della musica napoletana, intramontabile.
‘O sarracino si può ballare in riva al mare. Il jazz si trasforma in un cha cha arricchito dalle performances dei musicisti , che contribuiscono ad aumentare l’espressione sorniona che Ranieri imprime alla bellissima composizione di Renato Carosone.
La splendida Anema e core , capolavoro assoluto , pietra preziosa del panorama musicale italiano, conosciuta e amata in tutto il pianeta, simbolo della musicalità italiana, è interpretata con sensuale raffinatezza. La voce di Massimo Ranieri si infiamma, e trascina l’ascoltatore tra le note che il quintetto esegue con magistrale partecipazione.
Te voglio bene tanto tanto è un successo di Renato Rascel, genio artistico multiforme come Ranieri, che rende omaggio al suo autore con una interpretazione effervescente, vivace e sentimentale.
Ci pensa la celeberrima Resta cu mme a chiudere in bellezza questo bell’album. Il brano si apre con la voce , a cappella, poi Rita Marcotulli accompagna al pianoforte la bella interpretazione, seguiti dal basso e da una ritmica discreta, in secondo piano, a sostenere la melodia indimenticabile di questo classico che Domenico Modugno e moltissimi artisti hanno amato ed interpretato.
La classe, il caldo raccoglimento, il fascino del jazz si intreccia alla melodia napoletana. Il risultato è estremamente piacevole, leggero, intenso. Imperdibile.