Nuntereggae più
Ironico, intelligente, narratore surreale, anarchico, irriverente e tagliente, Rino Gaetano, nella sua breve vita ha fatto in tempo a raccontarci di santi al rogo, di amore e di povertà, di rabbia sociale e di fratelli figli unici, regalandoci testi di grande spessore civile mascherati a volte da filastrocca o frasi improbabili da cartoon.
E nel 1978 Rino Gaetano pubblica il disco “Nuntereggae più”, che contiene tra le altre “Gianna” , che lo fece conoscere al grande pubblico.
L’album entrò in classifica e ci rimase per tre mesi.
Il disco si apre con “Nuntereggae più”, che gioca sul dualismo tra il ritmo della canzone, reggae, e l’assonanza delle parole.
La voce ruvida e il tono beffardo di Rino Gaetano denunciano politici corrotti, programmi televisivi che inneggiano a prosciutti e lotterie, personaggi del jet set che invadono le nostre vite con commenti, fotografie, mentre la gente non riesce nemmeno ad arrivare a fine mese.
L’unico modo per non scoppiare di rabbia e dolore è riderci su, ma, intanto, non mollare e parlarne.
Quarant’anni dopo è sorprendente ed amaro scoprirne l’attualità, così come amaro è il commento finale di Gaetano. Tra giocatori , stelline della tv ed industriali, “Ma chi me sente?, e allora amore mio je t’aime, mon amour” e tutto finisce a tarallucci e vino.
E denuncia sociale, ironica e salace è ancora presente in “Fabbricando case”. Qui il tono si fa duro, e la denuncia alla cementificazione selvaggia più leggibile. Probabilmente l’autore faceva riferimento alle speculazioni edilizie che negli anni 70 hanno sfigurato Roma, ma questo fenomeno, come tutti gli altri raccontati dal cantautore, non ha mai cessato d’esistere.
Corista d’eccezione l’amico Francesco De Gregori.
“Stoccolma” si muove sui giochi di parole, ma alla fine è una esortazione ad andare via, fuori dalla melma e dalle “salme” di tutti i giorni. O forse rimane un ironico gioco scanzonato.
“Gianna” è una delle canzoni più note di Gaetano. Presentata al Festival di Sanremo, si piazza la terzo posto dopo Matia Bazar e Anna Oxa. In marzo il singolo arriva al primo posto nella hit e ci rimane per un mese.
Grande successo commerciale, sotto un motivetto facile ed accattivante si dice si nasconda ancora una volta un esempio di tagliente ironia, e questa Gianna che sostiene “tesi e illusioni” sembrerebbe essere ancora una volta la classe politica…
Ipotesi che sembrerebbe reale, perchè lo stesso Gaetano, in una intervista a “Discoring” , accennò al fatto di essersi ispirato a Majakovskji, che in alcuni scritti si beffava della corruzione dei politici del suo tempo, e fa riferimento all'”indossare uniformi con medaglie”, le stesse che sul palco dell’Ariston adornavano lo smoking del cantautore…
Le domande a raffica che concludono il brano e non hanno risposta sono fatte dai Pandemonium, gruppo culto degli anni ’70.
“Dans le chateau” è cantata in francese, e la fisarmonica che accompagna la canzone sembra voler sottolineare il carattere “francese” della composizione, In “Capofortuna”, la descrizione di un uomo politico è talmente aderente alle figure che oggi ci governano (in particolare, “un” politico, indovinate chi), da risultare sconvolgente.
“Cerco” chiude con “Nuntereggae più collection” il disco.
“Cerco” ha un testo introspettivo, un linguaggio delicato, fine.
Presenta immagini bellissime , aironi che si liberano nel cielo immenso e profumo di gigli. Rino Gaetano cerca spunti per fare la rivoluzione o per parole d’amore. E le trova negli occhi di lei, dove dimentica tutto il rancore.
Rino Gaetano ci ha provato e ce l’ha messa tutta. Spesso non è stato compreso appieno, più spesso sottovalutato. e se non fosse arrivato un’incidente d’auto a portarselo via a soli 31 anni, sarebbe ancora qui, a gridarci nelle orecchie , che “mentre il cielo è sempre più blu”, sotto il cielo succede di tutto.