Persone Silenziose
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1. Primavera 5:30
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2. Il Punto 3:46
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3. …Te Che Non So Chi Sei 4:30
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4. Solo un disco che gira 3:48
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5. Le Case D’Inverno 3:35
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6. Persone Silenziose 4:44
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7. I Ragazzi Che Si Amano 4:51
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8. Quante verità 4:42
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9. Estranei 5:10
Sono già sulla copertina del disco le “Persone Silenziose”, disegnate dallo stesso Carboni, facce qualsiasi, di profilo, in primo piano, nascoste da occhiali da sole.
Quelle facce che vedi sul treno, o ferme al semaforo, in libreria. Le persone schive, timide, quelle che vivono di pensieri, il cui silenzio a volte si fa sentire più del rumore.
È a loro dedicato il quarto album del cantautore bolognese, è un viaggio tra queste vite piccole, che nascondono grandi intensità , forti come tempeste. Ricordi, piccoli gesti, timidezze , sono trasposte in musica, arrangiata con sobrietá ed emozione.
“Primavera” che apre l’album è evocatrice di ricordi di infanzia e adolescenza, fatta di profumi forti, di tenerezze, di stupori e meraviglia. Ci si ritrova , Carboni, torna indietro e vive nel presente emozioni mai sopite, la bella melodia segue gli stati d’animo narrati comunicando afflati di vita e di speranza, voglia di rinascita, di cieli azzurrissimi e puliti.
“Il punto” si confronta con qualcuno che invece parla, e parla troppo. Le persone , quelle che stanno dall’altra parte, urlano e sgomitano, si “fanno valere”, fanno la voce grossa e hanno la macchina bella. E dove sta il punto. Il punto è che “essere i più migliori” non è una gara, e se vuoi vincere per forza, vinci pure…
L’arrangiamento sottolinea lo spirito del brano, tra tastiere, synth e batteria dal ritmo serrato.
È lunare e sospesa “… Te che non so chi sei”, un grido di aiuto, una ricerca di se’ infinita tradotta in una bella canzone, che passa da momenti di impalpabile delicatezza al ritornello, martellante, tenero, ossessivo, malinconico, e mette a nudo paure profonde attraverso un testo semplice e profondo al tempo stesso, come è nelle corde compositive di Luca Carboni.
“Solo un disco che gira” poggia su una base combinazione tra ritmiche e basso, arricchita via via da rarefatte tastiere elettroniche, per raccontare di continue epifanie, rumori, ricordi che restano appiccicati all’anima. È la musica della vita, il cuore è la cassa che batte, è solo un disco gira.
Introspettiva, soffusa di dolce malinconia “Le case d’inverno”. La vita vista dalla strada, frammenti di storie rubati dalle finestre, dove migliaia di parole e di silenzi si scontrano, si avviluppano. La luce giallognola, triste che illumina le teste chine nelle sere di inverno. Troppe domande e poca fantasia, canta Carboni, e in pochi minuti , in poche note e poche righe ci narra milioni di case, di esistenze.
“Persone silenziose” è il nodo dell’album. Un valzer , un giro di giostra tra queste persone e le loro storie universali e microscopiche. Quelli che ascoltano, che restano in silenzio mentre fanno enormi sogni. Che fuggono davanti alle emozioni, perché i loro occhi sanno leggere più a fondo di molti altri occhi. Si commuovono, volano, s’impauriscono, brillano come stelle nel cielo oscuro.
“I ragazzi che si amano” è ispirata dalla bellissima poesia di Jacques Prevert.
Splendida canzone, immersa in un mood di romantico sentire, si apre in un bellissimo ritornello, trascinante e commovente. Figure minimali di ragazzi che si amano, respiri, aliti, piccoli cuori che diventano immensi , amandosi. Emozioni adolescenziali che hanno sconvolto le vite di tutti, cambiandole per sempre, traghettandoci verso la vita, trasformandosi improvvisamente in adulti.
Resta la tenerezza e la nostalgia.
“Quante verità “ rimanda a qualcosa di battistiano, ed è ancora una riflessione sulle vite degli altri, su migliaia, miliardi di sogni, di facce e di mani. E sono miliardi di verità, canta Luca, nascoste nelle città , piccole debolezze silenziose nascoste nelle strade e chiuse nelle case, nelle auto, che nessuno conoscerà mai, che non andranno mai in TV o sui giornali, ma che sono,immersi in mondi magici, diversi da tutti, unici.
“Estranei”, che chiude l’album , conclude il discorso, il viaggio nelle multiformi realtà della solitudine, del silenzio, delle frasi pensate, dei miracoli gridati sottovoce, di piccoli gesti che smuovono da soli interi universi interiori.