Renegades
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1. Microphone Fiend 5:01
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2. Pistol Grip Pump 3:17
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3. Kick Out The Jams 3:11
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4. Renegades Of Funk 4:35
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5. Beautiful World 2:34
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6. I’m Housin' 4:56
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7. In My Eyes 2:45
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8. How I Could Just Kill A Man 4:04
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9. The Ghost of Tom Joad 5:38
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10. Down On The Street 3:39
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11. Street Fighting Man 4:41
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12. Maggie’s Farm 6:35
“All sounds made by guitar, drums and vocals”, ogni suono è prodotto da chitarra, basso, batteria e voce, dicevano i Rage Against the Machine. La loro attitudine barricadera, la loro voglia di purezza nel 2000 li porta a riscoprire le proprie origini con un disco di cover. Ma neanche questo percorso li salva dalle tensioni interne: quando esce il disco, la band si è già dissolta, o quasi
Nel 1999 i RATM hanno pubblicato il terzo album “The battle of Los Angeles”: in poco meno di un decennio sono usciti solo tre dischi. Zack De La Rocha dirà, uscendo dal gruppo nell’ottobre del 2000, 2 mesi prima dell’uscita di “Renegades”: “Sento di dover lasciare adesso i Rage, perché il nostro processo nel prendere le decisioni è completamente fallito. Non incontra più le aspirazioni di noi quattro collettivamente come band, e dalla mia prospettiva, ha minato i nostri ideali artistici e politici. Sono estremamente orgoglioso del nostro lavoro, sia come attivisti che come musicisti, così come sono riconoscente e grato a tutte le persone che hanno espresso solidarietà e condiviso questa incredibile esperienza con noi”.
Le polemiche interne non influiscono però sul risultato in studio del gruppo: Tom Morello definisce “Renegades”: “uno dei dischi più potenti della nostra carriera”. Non c’è da dargli torto.
Nei 14 brani i RATM mettono assieme un repertorio che recupera le radici nere di Erik B & Rakim (“Microphone Friend”) e Africa Bambaataa (“Renegades of funk”), quelle rock (Stooges, MC5) e politiche (Dylan e Springsteen, con cui Morello finirà a suonare anni dopo, come membro temporaneo della E Street Band).
Spiccano nella raccolta le cover come “Street fightin’ man” degli Stones, “Kick out of the jams” degli MC5 e “In my eyes” dei Minor Threat, che spingono il suono dei Rage in una direzione più orientata verso il punk e ne riaffermano l’unicità nel panorama del tempo. Con una sorpresa: la delicata (sembra impossibile usare quest’aggettivo per i RATM, ma è così) versione di “Beautiful world” dei Devo.
De La Rocha, uscendo dalla band annuncia un progetto solista che però non vedrà la luce. I restanti tre musicisti si impegnano assieme a Chris Cornell (Soundgarden) negli Audioslave, che pubblicano tre dischi, fino a sciogliersi nel 2007. I
Rage Against The Machine tornano in pista con un tour che dal 2007 si espande al 2008. Nessun disco nuovo, ma una ristampa del primo album a 20 anni dalla pubblicazione originale. Nel 2014 affermano che il concerto dei Rage Against the Machine al L.A. Rising nel 2011 potrebbe essere stato l’ultimo: nessun annuncio ufficiale di scioglimento, ma nessun piano.
E infatti nel 2016 nascono Prophets of Rage con tre quarti dei Rage Against The Machine (Tom Morello, Tim Commerford e Brad Wilk), oltre a Chuck D dei Public Enemy e B-Real dei Cypress Hill. La voce di quest’ultimo compariva proprio in “Renegades”, nella bonus track: “How can you just kill a man”. Al tempo si diceva sarebbe stato lui il sostituto di Zack De La Rocha. Dopo molti anni, il cerchio si è chiuso.