Samuele Bersani
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1. Giudizi universali 3:55
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2. Coccodrilli 4:03
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3. Tonight 4:10
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4. Braccio Di Ferro 3:44
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5. Coppa Uefa 5:25
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6. Lolita 3:49
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7. Crazy Boy 4:43
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8. L’Istinto 5:11
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9. La Risposta 3:43
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10. Figlio Unico ’72 1:12
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11. Barcarola Albanese 3:42
E’ un autore di grande spessore umano ed artistico, questo cantautore romagnolo, ed il suo terzo
album, “Samuele Bersani”, pubblicato nel 1997, ne è un’ulteriore riprova.
Non è prolifico, Bersani, perchè scrive quando ha qualcosa da dire, e tra un discorso e un altro
possono passare degli anni. Il disco è prodotto e pubblicato dalla Pressing, etichetta discografica di
Lucio Dalla, che ammira e segue il lavoro con l’entusiasmo sincero che caratterizzava il suo modo
di vivere la musica e la vita.
Ascoltando il disco si sente la cura e l’amore per ogni nota, ogni concetto espresso. Si avverte la
consapevolezza del peso di ogni parola , l’urgenza di comunicare, e meno quella di conquistare la
vetta delle classifiche. Anche se poi il pubblico lo premia, e non solo:
“Giudizi universali”, che apre l’album, vince il premio Lunezia nel’98, un riconoscimento
prestigioso presieduto da Fernanda Pivano che, con altri addetti ai lavori, premia il testo come il
migliore dell’anno. Ed è significativo, perchè questa bellissima canzone affronta proprio il tema
“parole”.
Le parole senza significato che usiamo ogni giorno, con leggerezza, che ci lasciamo sfuggire dalle
labbra come vuote bolle di sapone, luccicanti al sole e pronte a scoppiare senza lasciar traccia, ma
che “suonano bene”. Alzi la mano chi non è colpevole.
Il pianoforte inanella note come perle , la musica si muove ed accoglie l’ascoltatore , lo culla, lo
trasporta nel mondo denso di significati e di passione, seppure quieta, trattenuta, eppure a tratti
appuntita, dolorosa.
Il brano è parte della colonna sonora di “Chiedimi se sono felice”, di Aldo, Giovanni e Giacomo.
“Coccodrilli”, singolo che lancia l’album in airplay, ha un ritmo sostenuto, felice, le parole si
susseguono, come legate l’una all’altra, una cascata di sensazioni, di situazioni, di metafore, di
domande, impossibile restar fermi e non partecipare a questa danza scanzonata, trascinante.
“Tonight” poggia su un arrangiamento di chitarre ritmiche e riff , arpeggi e synth.
Improvvisamente veniamo sorpresi da un inserimento di chitarre spagnoleggianti, latine, che si
muovono forsennate, un momento di felice impazzimento musicale, mentre le parole raccontano
di come è difficile capirsi e trovarsi, con gli altri, con noi stessi.
“Braccio di Ferro” Che bello questo brano, una ballata pop con qualche sapore jazz, che da subito
ci rapisce e ci fa testimoni di questo dialogo affettuoso ed intimo. Il vecchio Braccio di ferro è un
po’ in disarmo, è un amico che ha bisogno di tenerezza e di essere ascoltato, che ci trattiene in una
stretta forte e malinconica. Le parole sono preziose, splendono di commovente sentimento, ci
restituiscono ancora e ancora la convinzione che siamo davanti ad un grande autore.
“Coppa Uefa” risente dell’influenza artistica di Lucio Dalla. Il ritmo è scandito, le tastiere fanno da
tappeto, il testo è a volte oscuro, criptico, obliquo. Immagini e pensieri si sovrappongono, carrelli
dal supermarket, serie tv, e Dio che non si innamora di noi.
“Lolita” , come l’eroina del romanzo di Nabokov è un’adolescente tentatrice, una fresca folata di
vento malizioso, che ti avvolge e ti spettina. Insolente ragazzina, incontenibile tormentatrice che
gioca con gli uomini, appare, scompare, e il gioco continua…
“Crazy boy”, scritta per Fiorella Mannoia, che inserì il brano nell’album “Gente comune” nel ’94, è
ripresa dal cantautore, e riproposta con la partecipazione della Piccola Orchestra Avion Travel.
Alternandosi con Peppe Servillo, Bersani racconta la piccola storia, magica e delicata di Crazy Boy,
un giovane lavavetri, figlio di un muratore egiziano, che si aggira solo in un museo di arte antica
sognando di essere un faraone, parlando con statue millenarie, indossando antiche maschere
greche, cercando la sua stella , unica, accesa solo per lui.
“L’istinto” si muove su un tappeto di percussioni, e tastiere, l’oboe disegna discreti arabeschi, il
ritmo si impenna e si scioglie, mentre Samuele Bersani parla d’amore a suo modo, il fuoco è
sotterraneo, nascosto sotto bellissime metafore di sensazioni di smarrimento. Se ci si perde, solo
l’istinto ci porta fuori dai guai.
“La risposta” è una rock ballad uptempo, che parla d’amore, e come sempre privilegia un
linguaggio obliquo, che lascia libero spazio all’interpretazione di chi è all’ascolto. Qual è la
risposta?
“Figlio unico 72” si apre con la voce di un bimbo alle prese con i primi tentativi di composizione
musicale. La chitarra è suonata a caso, nessun accordo, le parole buttate lì, tra il già sentito e
l’inventato. Un piccolo Samuele che arriva dal passato?
“Barcarola albanese”
L’arpeggio del pianoforte, delicato, scarno, intenso, apre la canzone ed è , insieme agli archi,
l’unico accompagnamento al testo della canzone , che racconta la storia di un profugo albanese,
dei suoi sogni e dei suoi miti traditi . Il tema drammatico è raccontato con un linguaggio ridotto al
minimo, e l’effetto è ancora più toccante.