Senza Ali
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1. Senza Ali 3:51
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2. Save The World 3:30
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3. Di sole e d’azzurro 4:17
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4. Interstellare 4:11
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5. Un Posto Migliore 4:34
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6. Un Sole Dentro Al Cuore 4:16
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7. Prima Di Domani 5:13
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8. Canzone Degli Innamorati 4:36
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9. 4:05
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10. Ho Bisogno Di Un Sogno 4:05
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11. Il Tempo 4:42
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12. Il Mare Sconosciuto 4:53
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13. Girasole Acoustica 3:57
Next stop, America. Per registrare il suo sesto album la voce più “straniera” d’Italia fa le valigie e parte per quello che, in fondo, è musicalmente un ritorno in patria. E’ il 2001 ed è negli studi di Minneapolis e di Los Angeles che Giorgia trova il suo ambiente ideale, aiutata da prestigiosi collaboratori internazionali nella creazione della sua opera finora più ambiziosa, e più matura.
“Senza Ali” è un album che già dalle note introduttive dichiara i propri intenti, con la dedica “all’immenso bisogno di respirare”. I grandi spazi delle terre della black music sono un’ineguagliabile fonte d’ispirazione per la cantautrice romana, ormai proiettata in dimensioni sempre più raffinate e cosmopolite.
L’album è un traguardo importante per il pop italiano affamato di contaminazioni ed insofferente ai confini, finalmente in grado tanto di consegnare una nuova pietra miliare al suo patrimonio “classico” (è il caso di Di Sole e d’Azzurro) quanto di conquistarsi incontri storici (quello con Herbie Hancock sulle note de Il Mare Sconosciuto).
La nuova Giorgia si svela sorridente sulle note della titletrack, che apre l’album con un’energica rivendicazione. Scritta insieme a Michael Baker, produttore dell’album e musicista dall’eccezionale curriculum, la canzone guarda all’umanità tanto con disincanto quanto con reattività: angeli diseredati da tempo immemore, uomini e donne vengono persuasivamente spronati a riconquistarsi le ali e muoversi, finalmente, nella giusta direzione.
Il brano successivo, “Save the World,” è un inno di lucente femminismo a ritmo di r&b irresistibile. Giorgia muove la sua voce portentosa contro realtà scomode e troppo spesso taciute. Il testo della canzone, scritto insieme ad Aisha Ahmad e declamato senza remore con l’aiuto della cantante americana Sy Smith, non fa sconti e non accetta mitigazioni: “When I go to work I am underpaid, you’re tellin’ me my worth is not the same. And you know what’s worse, I underestimate the value of my life / on your domaine”.
E’ poi la volta di una delle più coinvolgenti canzoni della storia della musica italiana,” Di Sole e d’Azzurro”. Il pubblico della 51esima edizione del Festival di Sanremo si ritrova stregato da questo pezzo scritto da Zucchero su musica composta da Matteo Saggese e Mino Vergnaghi. L’esecuzione di Giorgia immobilizza i telespettatori: è ispirazione pura, commovente e trascinante, intima ed assoluta,. Cullata dal coro dei SAT&B diretti da Maria Grazia Fontana, Giorgia lascia danzare liberamente una voce dalle vesti universali, ma anche incredibilmente accordata al meglio dell’istinto melodico italiano. Non c’è da stupirsi, dunque, se Di Sole e d’Azzurro è sempre in cima alla lista dei brani più amati dell’artista romana: nelle sue mani, nella sua incomparabile voce, la canzone sembra rinascere ad ogni esecuzione, presentandosi nuova, sconvolgente e irresistibile ogni volta come fosse la prima.
Brani come” Interstellare” e “Un Posto Migliore”riprendono la vocazione più internazionale della nuova produzione di Giorgia e Michael Baker, autore delle musiche di entrambi. Prima con ritmi incalzanti e poi con fine sensualità, Giorgia rivendica un bisogno di rinnovamento universale, di radicale liberazione: “Né schiavi né padroni, ogni vita merita le ali”.
Gli autori di Di Sole e d’Azzurro firmano anche “Un Sole Dentro al Cuore”, trionfo di sognante levità e dolcezza rigenerante.
La dolce “Prima di Domani” porta la firma di un altro grande autore italiano, Alex Baroni. Sulla musica vellutata di Michael Baker e Ricky Peterson il cantautore milanese distende tutti i sentimenti che accompagnano una storia a distanza, con le attese cariche di speranza ed i minuti centellinati, i pensieri a riempire la notte ed un indelebile sapore di felicità già nell’aria.
Vira in direzione (apparentemente) opposta la penna di Giorgia con le successive” Canzone degli Innamorati” e Q”ualcosa Cambierà”. La prima è costellata di botta e risposta pungenti, schermaglie quotidiane apprezzate finalmente come pungolo divertente alla vita di coppia – si chiude con una resa ridente: “Cupido è caduto proprio sopra di noi, nessuno è perfetto e mai lo sarà”. La seconda, invece, brilla di malinconia e maturità consapevole. Con un sapore a metà tra la premonizione e la rivalsa, la canzone ci mostra una protagonista,che si conquista il coraggio necessario a saggiare il terreno per futuri voli in solitaria.
Anche “Ho Bisogno di un Sogno” guarda al futuro.Il brano è una dichiarazione d’amore al contempo commovente e trascinante: la voce dell’artista romana infonde un calore rinvigorente alle certezze dell’oggi e alla fiducia del domani.
Giorgia compone poi in solitaria una delle tracce più belle di Senza Ali. “Il Tempo” si apre in punta di piedi e si trasforma presto in un carosello armonioso di ricordi. C’è una bellezza tutta speciale in questa canzone poco nota: si nasconde tra le note che sfilano delicatissime, tra le fotografie di una vita sfogliate con mano matura e con sguardo nuovo .
L’atmosfera si fa più cupa con” Il Mare Sconosciuto,” senza dubbio una delle migliori canzoni dell’intero vasto repertorio di Giorgia. Il testo racconta un’umanità spietatamente allo specchio ritratta nel suo presente da un futuro insondabile. La sua voce sempre così calda riesce a farsi tagliente, straordinariamente inclemente; e può contare sulula complicità di Herbie Hancock, perfetto ospite d’onore di un brano in cerca di suggestioni futuristiche.
. L’ultima traccia dell’album è una rivisitazione di una delle più celebri canzoni di Giorgia, “Girasole”. Si tratta di un classico amatissimo proprio per la sua contagiosa solarità. Qui è spogliato di ogni orpello, affidato solo alla voce di Giorgia e alla chitarra acustica, così da mostrarsi nella sua essenza più pura. Chiude un album che ha saputo alternare – nell’aria tesa del 2001 – melanconia a dolcezze coraggiose. Ma non cessa di proporre la musica come ineguagliabile appiglio, come viene appuntato da Giorgia nelle note introduttive: “Grazie al ‘Dio della musica di qualsiasi colore e religione sia’, sperando che ci aiuti a salvare il mondo da noi uomini e donne che proviamo a volare. Senza ali si può!?”.