Speak And Spell
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1. New Life 3:46
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2. I Sometimes Wish I Was Dead 2:18
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3. Puppets 3:57
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4. Boys Say Go! 3:07
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5. Nodisco 4:15
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6. What’s Your Name? 2:45
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7. Photographic 4:45
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8. Tora! Tora! Tora! 4:36
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9. Big Muff 4:24
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10. Any Second Now (Voices) 2:35
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11. Just Can’t Get Enough 3:44
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12. Dreaming of Me 4:03
Ottobre 1981. Gli anni Ottanta stanno per trovare il loro suono prediletto. I raffinati prodigi di
un’elettronica in continua evoluzione sono finalmente pronti ad incontrare il pop, a ridefinire
un’era. La fortunata unione trova i suoi profeti in quattro inglesi appena ventenni: Martin Gore,
Vince Clarke, Dave Gahan e Andy Fletcher. E’ questa la formazione originaria dei Depeche Mode
che dà alle stampe il seminale album di debutto Speak & Spell. Le undici tracce a ridisegnano le
sorti del pop e lo fanno grazie alla penna felice di Clarke, vero orchestratore dell’album e del primo
stile della band di Basildon.
Ad appena un mese dall’uscita del disco, Clarke avrebbe salutato il gruppo inseguendo nuovi
progetti e lasciando le redini a Gore, che avrebbe indicato direzioni più cupe e sempre più
affascinanti, nel segno di un intramontabile successo.
Questa prima fase guidata da Vince Clarke è proprio quello di un’elegante leggerezza, una
spensieratezza accattivante e giocosa che ben distanzia Speak & Spell dai toni pensierosi delle
produzioni successive. New Life, il singolo che ha introdotto i Depeche Mode all’undicesimo posto
della classifica britannica, ne è la prova definitiva. La vorticosa conversazione a sei mani di Clarke,
Gore e Fletcher e dei loro fiammanti synth appoggia il baritono inconfondibile di Gahan in un
manifesto di rinascita.
Allo stesso modo, anche il titolo più inquietante, I Sometimes Wish I Was Dead, finisce per
nascondere un’allegria ironica dal pungolo irresistibile. Puppets prosegue l’investigazione della
passione moderna con Dave Gahan che sussurra una dichiarazione di potere sopra un beat
martellante.
Brani come Boys Say Go! e Nodisco illuminano con flash irresistibili gli anni Ottanta e i loro
sfreccianti godimenti. Inquadrature fulminee di passi di danza, luci abbaglianti su colori metallici,
amori fugaci scanditi da ritmi pressanti. What’s Your Name?, gioco pop dalle tinte lievissime, rivela
allegramente l’età dei suoi fautori – allora appena a cavallo dei vent’anni – fotografandoli
spensierati e divertiti come mai più si sarebbero lasciati vedere.
Una delle punte di diamante di Speak & Spell è senz’altro l’ipnotica Photographic: versi ermetici e
sonorità sinistre , altrettanto enigmatica è la successiva Tora! Tora! Tora!, giocata
sull’accostamento magnetico di realismo visivo ed alienazione sonora.
La visionarietá rivoluzionaria di Vince Clarke, Martin Gore e Andy Fletcher si conquista poi quattro
minuti di trionfo con lo strumentale Big Muff, e le stesse brillanti intuizioni incorniciano Any
Second Now, unica traccia dell’album a contare sulla voce solista di Gore.
I Depeche Mode affidano poi l’arduo compito di chiudere l’album di debutto a quello che è forse il
loro capolavoro più amato. Vince Clarke chiude la sua esperienza con il gruppo nel migliore dei
modi possibili, ovvero affidando alla gratitudine della storia del pop un classico come “Just Can’t
Get Enough”. Figlia del suo tempo, la canzone a distanza di ben trentacinque anni è più invitante e
calzante che mai, col suo spirito orgogliosamente giovane affidato ad un intuito eccezionale che la
rende inconfondibile fin dalle prime note.