The Great American Songbook Box Set
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1. You Go To My Head 4:17
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2. They Can’t Take That Away From Me 3:26
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3. The Way You Look Tonight 3:49
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4. It Had To Be You 3:24
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5. That Old Feeling 2:55
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6. These Foolish Things 3:48
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7. The Very Thought Of You 3:20
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8. Moonglow 3:33
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9. I’ll Be Seeing You 3:51
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10. Every Time We Say Goodbye 3:28
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11. The Nearness Of You 3:01
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12. For All We Know 3:25
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13. We’ll Be Together Again 3:55
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14. That’s All 3:05
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1. Time After Time 2:59
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2. I’m In The Mood For Love 3:07
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3. Don’t Get Around Much Anymore 2:49
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4. Bewitched, Bothered & Bewildered 4:14
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5. ‘Till There Was You 2:51
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6. Until The Real Thing Comes Along 3:38
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7. Where Or When 3:10
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8. Smile 3:13
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9. My Heart Stood Still 3:03
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10. Someone To Watch Over Me 3:31
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11. As Time Goes By 3:49
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12. I Only Have Eyes For You 3:07
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13. Crazy She Calls Me 3:28
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14. Our Love Is Here To Stay 2:57
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1. Embraceable You 3:27
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2. For Sentimental Reasons 2:59
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3. Blue Moon 4:02
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4. What A Wonderful World 4:29
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5. Stardust 3:59
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6. Manhattan 2:51
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7. ‘S Wonderful 3:21
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8. Isn’t It Romantic 3:48
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9. I Can’t Get Started 3:21
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10. But Not For Me 3:20
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11. A Kiss To Build A Dream On 3:11
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12. Baby, It’s Cold Outside 3:48
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13. Night And Day 3:06
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14. A Nightingale Sang In Berkeley Square 4:01
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1. I’ve Got A Crush On You 3:08
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2. I Wish You Love 3:37
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3. You Send Me 3:35
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4. Long Ago And Far Away 3:11
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5. Makin’ Whoopee 3:44
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6. My One And Only Love 3:24
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7. Taking A Chance On Love 3:27
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8. My Funny Valentine 2:49
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9. I’ve Got My Love To Keep Me Warm 3:09
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10. Nevertheless 3:50
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11. Blue Skies 2:43
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12. Let’s Fall In Love 3:11
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13. Thanks For The Memory 3:10
All’inizio degli anni zero, lo swing e il grande canzoniere americano non erano ancora tornati di moda. Non del tutto. Non era un genere frequentato (e inflazionato) dai grandi del pop e del rock.
Ci si mise Robbie Williams, con la sua raccolta dedicata al Rat Pack, “Swing when you’re winning”. Poi arrivò Rod Stewart, con il suo impeccabile fiuto nello scegliere canzoni e generi da interpretare. La sua carriera rinacque, e la rinascita del genere prese un’altra dimensione.
Lui, scozzese si mise a lavorare su quel grande patrimonio condiviso che va sotto il nome di Grande Canzoniere Americano: un serbatoio di brani immortali, di standard pop pre-rock’n’roll in cui confluiscono canzone americana, jazz, Broadway, Tin Pan Alley, cinema hollywoodiano nel periodo che va approssimativamente dagli anni ’20 ai ’50.
Il risultato, un disco a suo modo storico: “It had to be you…” , uscito a fine 2002.
Pensandoci, la voce roca e rock di Stewart poteva sembrare lontanissima da questo repertorio. Ma l’intuizione non fu solo sua: ci misero lo zampino due vecchie volpi della musica: Clive Davis e Phil Ramone. Il primo pubblicò il disco per la sua J Records, confermando l’intuito che lo ha portato a scoprire, lanciare e rilanciare grandissimi artisti e tendenze. Il secondo, uno dei più grandi produttori di sempre, ci mise l’esperienza negli arrangiamenti, nel coinvolgere numeri uno del jazz come
Chris Botti e Michael Brecker e nello scegliere un suono meno swing nel senso più puro del termine, e più vicino ad una forma che non dimenticava il jazz ma era semplicemente contemporanea. Una forma che si adattò perfettamente alla voce di Rod Stewart.
Così, sentire la voce roca di Stewart che canta “They can’t take that away from me”, “The nearness of you” o “It had to be you” fa il suo effetto perfetto, esattamente come può succedere quando un grande canta grandi canzoni, e le fa completamente sue. La scelta del repertorio per il primo volume è praticamente perfetta: i classici, nient’altro che i classici di Gershwin, Jerome Kern, Cole Porter, Hoagy Carmichael.
“Primo volume”, già: perché “It had to be you” ha riportato Stewart a livelli di popolarità paragonabili a quelli degli anni ’70, con posizioni in top 10 in U.S.A., Inghilterra e Canada. Cosi quella dedicata a “The great american songbook” è diventata una serie di cinque volumi in 8 anni, con lo stesso format applicato anche ad altri generi (il rock, il soul, le canzoni di Natale).
Insomma: classico Rod Stewart, in versione ancora più classica: da riscoprire nella sua prima versione.