Un Gelato Al Limon
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1. La Donna D’Inverno 3:14
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2. Bartali 2:28
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3. Arte 4:58
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4. Angiolino 3:40
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5. Dal Loggione 4:38
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6. Un Gelato Al Limon 5:12
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7. Blue Tangos 4:10
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8. Sud America 3:56
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9. Uomo Camion 3:36
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10. Rebus 2:08
Viene restituito all’”umanità “ del vinile “Un gelato al limon” di Paolo Conte, anima musicale sopraffina capace di certi brani di ineffabile bellezza, di inafferrabile perfezione, profondità, che travolgono con la loro capacità di arrivare all’anima, proposti con elegante distrazione, con perizia da orefice, con disordinata maestria.
L’avvocato/artista astigiano mescola jazz , Big Band degli anni d’oro,pop e swing alla canzone d’autore più raffinata in una cifra unica e personalissima di chansonnier e poeta scanzonato.
Tocco da maestro al pianoforte, fraseggi di voce roca che abbagliano l’ascoltatore con immagini e storie indimenticabili, Conte inizia il suo percorso militando in orchestrine jazz , fino a registrare un primo disco di famosi standard swing americani , e intanto si fa largo come autore scrivendo brani come “Azzurro” cantata da Celentano , “Messico e nuvole” , interpretata da Jannacci , e “Onda su onda” , con Bruno Lauzi.
Nel 1979 viene pubblicato “ Un Gelato al limon “, arrangiato con Claudio Fabi. In studio, musicisti del calibro di Franco Mussida (alla chitarra con Juan Carlos Biondini e Ezio Vevey))e Patrick Djivas (basso)della Premiata Forneria Marconi .
Considerato il disco della “terra di mezzo”, chiude un primo periodo musicale (i primi due album entrambi omonimi, rispettivamente del 1974 e del 1975), e si apre a quelle nuove sonorità che lo hanno reso più famoso, in Italia e nel mondo.
Così, tra ritmi jazz americani, tango argentini, ricchi arrangiamenti (archi, fiati, fisarmonica , percussioni ) belle partiture al pianoforte e testi misteriosi, immaginifici, si snodano immagini di donne “algebriche e pensose”, segreti d’alcova, come nella sensuale “La donna d’inverno” , e fatiche inimmaginabili in salita, come la splendida “Bartali”, dallo sguardo stanco e l’indomabile tenacia, che richiama “ Uomo camion “ per l’appartenenza ad “ una razza triste” di solitaria e grandiosa umanità .
È pensosa e richiama la canzone d’autore francese “Arte”, sottolineata dai bellissimi archi, “Angiolino” è una pop ballad impreziosita e “disturbata” dal kazoo di Conte, come “Dal loggione” di un Teatro Comunale di provincia, offre immagini crepuscolari di signore ingioiellate e solitudini d’amore, il ritornello si apre come da tradizione di melodramma italiano, per poi cambiare ritmo, impennarsi e richiudersi magistralmente in attimi sospesi .
“Un gelato al limon”, che da il titolo all’album, è un tango morbido, trascinato e sensuale, chiaroscuri ed immagini dense di metafore e di malinconie, come “Blue tangos” , pensieri , ricordi e sogni di “vita mascalzona” scanditi dalla bella performance alla fisarmonica di Carlo Zilioli.
“Sudamerica” danza su ritmiche d’oltroceano, si balla tra colori vivissimi , ballerini avvitati e nostalgie sospirate, aperture d’orchestra ,cori dolenti e marimbe.
E ancora tango per “Rebus”, che chiude un disco importante per Conte, perchè “Gelato al limon” aprirà le porte a una fortunata e prodigiosa carriera, come importante è il ritorno all’uso della preziosa e perfetta imperfezione del vinile.
Per realizzare questo progetto sono state fatte delicate operazioni di recupero. I nastri originari, in parte deteriorati dal tempo , sono stati restaurati e quindi rigenerati, trasportati in un nuovo nastro, per ottenere una nuova copia di nastro analogico, quindi riprodotto con l’uso di mezzi tecnici altamente sofisticati, in modo da non perdere assolutamente il calore e le dinamiche tipiche del classico Lp.