Volume 3
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1. La canzone di Marinella 3:15
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2. Il gorilla 2:55
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3. La ballata dell’eroe 2:30
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4. S’i’ fosse foco 1:10
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5. Amore che vieni amore che vai 2:46
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6. La guerra di Piero 3:00
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7. Il testamento 3:41
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8. Nell’acqua della chiara fontana 2:15
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9. La ballata del Michu00c3u00a9 2:50
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10. Il re fa rullare i tamburi 3:07
È il 1968 e Fabrizio De André non è ancora l’autore riverito che conosciamo, pur scrivendo canzoni da otto anni. È ancora influenzato in modo decisivo dagli chansonnier francesi, ha già firmato tre album e alcuni 45 giri destinati a entrare nella storia come “Bocca di rosa” e “La canzone dell’amore perduto”, sta cercando la sua strada. In Italia, il successo di un artista si misura ancora in termini di canzoni e alcune fra le migliori di De André sono state pubblicate dalla Karim e non dalla sua attuale etichetta discografica Bluebell. In mancanza di un’idea per un nuovo concept album, viene perciò deciso di (re)impossessarsi del repertorio già pubblicato su 45 giri, incidendolo con nuovi arrangiamenti, arricchendo il tutto con quattro brani inediti, con la collaborazione alle musiche e le orchestrazione di Gian Piero Reverberi. Il risultato è “Volume 3”, quasi una raccolta che contiene però autentiche perle del repertorio del cantautore genovese.
Gli inediti provengono da varie fonti. “Il gorilla” e “Nell’acqua della chiara fontana” sono tradotte dal repertorio di George Brassens, una delle maggiori influenze sul giovane De André. La prima in particolare cela dietro alla storia grottesca – la bestia che si leva la verginità con un magistrato fra l’erba alta di un prato – una denuncia contro la pena di morte. Tra le novità ci sono anche la canzone tradizionale francese “Il re fa rullare i tamburi”, già interpretata da Yves Montand, e “S’i’ fosse foco”, celebre sonetto dell’italianissimo Cecco Angiolieri musicato come mazurka.
L’album si apre con il brano più celebre, “La canzone di Marinella”, favola d’amore al contrario ispirata a un fatto di cronaca. Quando esce “Volume 3”, la storia di Marinella è già un piccolo classico grazie alla versione realizzata da Mina nel 1967. Il tema amoroso è esplorato anche nella struggente “Amore che vieni amore che vai”. Caratterizzata dal suono malinconico di un’armonica a bocca, la prima versione dell’antimilitarista “La ballata dell’eroe” risale addirittura al 1961 ed era stata pubblicata come retro di “La ballata del Miché”, storia di suicidio anch’essa recuperata sul “Volume 3”. De André dirà che “è la prima che ho scritto e mi ha salvato la pelle; se non l’avessi scritta, probabilmente, invece di diventare un discreto cantautore sarei diventato un pessimo penalista”. Ancora più celebre è “La guerra di Piero”, destinata a entrare nei libri di scuola come inno antimilitarista.
Oltre ad essere pieno di classici, “Volume 3” fotografa il momento in cui Fabrizio De André, anche sull’onda del successo della “Canzone di Marinella”, intraprende finalmente con determinazione l’attività di cantante. “Volume 3” contiene una busta con i testi stampati, un fatto importante per un autore stimato come De André e non scontato per l’epoca. Il pubblico poteva finalmente ascoltare l’album seguendo la versione scritta dei testi, una scelta che ne valorizzava lo spessore. Ma è soprattutto l’idea di riprendere alcune perle del suo repertorio passato a rivelarsi vincente: “Volume 3” resta in classifica per due anni. Una curiosità: nel 1970 l’album è stato ristampato con “Il pescatore” al posto di “Il gorilla”. Nelle edizioni successive è stata ripristinata la scaletta originale.