![Zerofobia](https://cdn-p.smehost.net/sites/bb56d9480e8a4838a624110b93072166/wp-content/uploads/2015/10/zerofobia-e1449832926707.jpg)
Zerofobia
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1. Mi vendo 4:14
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2. Vivo 3:54
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3. Sgualdrina 3:14
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4. Tragico Samba 4:14
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5. L’Ambulanza 3:52
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6. Morire qui 3:35
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7. La Trappola 3:52
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8. Regina 3:33
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9. Manichini 3:20
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10. Il Cielo 4:12
Nel 1977 Renato Zero mette a segno un grandissimo colpo con l’album “Zerofobia”.
“Morire qui”, “Mi vendo”, “Il cielo”, la cover “Sgualdrina”, “Vivo”, sono brani a tutt’oggi – a quasi quarant’anni dalla pubblicazione- grandi successi, conosciuti e cantati da generazioni di ascoltatori .
Aveva alle spalle una lunga carriera Renato Fiacchini in arte Zero, e le idee molto chiare, una volontà di ferro ed uno spiccato gusto per la melodia, per gli atteggiamenti tra il trasgressivo, il clownesco, il sensuale ed il rassicurante che andavano via via creando l’artista che per primo, in Italia, ha osato giocare con parole, lustrini, balletti ed invocazioni al cielo.
Questo disco è il disco della definitiva consacrazione al successo, un successo stellare, che porterà il cantautore romano a girare l’Italia con il successivo tour live “Zerofobia “che fece storia.
Apre l’opera “Mi vendo” dalla ritmica disco, al passo coi tempi. Scandito dalle chitarre pop funky e dalle tastiere gioiose e geniali di Sandro Centofanti, la canzone ha un testo stimolante, obliquo.
Renato si mette in vendita , per il bene di noi tutti, ci regala le sue ali per insegnarci a volare, ad essere felici, a scoprire zone di luce insospettabili intorno a noi. Inneggia alla follia come felice rimedio al grigiore della normalità .
Con “Vivo” l’atmosfera diviene intima e pensosa, il lirismo di Zero è una discesa in fondo ai sentimenti, svelati e condivisi senza pudore. Istrionico, emozionante, commuove e trascina, conquista per sempre il suo pubblico, legandolo in uno stretto abbraccio emotivo.
Il solo alla chitarra di Luciano Ciccaglioni introduce la parte più orchestrale, che conclude sontuosamente questa bella canzone.
“Sgualdrina” è una cover del brano “Dreamer” , effervescente brano dei Supertramp. Le tastiere martellano, i cori duettano con un Renato scoppiettante, un commediante, un coinvolgente artista a metà tra cielo e strada.
“Tragico samba” è per l’appunto una canzone dal morbido andamento brasileiro. Il testo è ironico, a tratti crudele , e racconta una donna disinibita, insopportabile, eppure , in fondo, amata alla follia.
“L’ambulanza” è un brano sostenuto, il testo grottesco, recitato, divertitamente sopra le righe, ce l’ha con una “strega” , una virago , torturatrice, come sempre odiata e amata, in un girotondo ambiguo e colorato di parole e sentimenti.
“Morire qui” non ha bisogno di presentazioni, è un successo che si rinnova di anno in anno. Ancora un andamento disco, dalle ritmiche convulse e dalle belle armonie, in bilico tra il melodramma e il divertimento più spensierato, un brano che conquista al primo ascolto.
È davvero “zerofolle” l’arrangiamento di “La trappola”, le sottolineature ritmiche, le fermate, le riprese, il testo e la performance teatrale e appassionata di Renato Zero diverrà sempre più la sua cifra stilistica, unica e personalissima.
“Regina” si volge di nuovo ad una figura femminile proterva , nemica , ladra, traditrice, ma ancora una volta irresistibile conquistatrice. Sotto i toni giocosi si svolge un’armonia piacevole e coinvolgente.
È circense, oscura, folle, geniale, ancora in bilico tra malinconia e divertimento “Manichini”, canzone dal testo pungente. Nel circo della vita, tanti sono i manichini che ci circondano , la cui coscienza oramai è addormentata e tenuta a bada da fili mossi da mani sapienti. Alla fine attenzione, forse siamo tutti manichini e non lo sappiamo…
Canzone bellissima, ha un finale magistrale, evocativo , conquistatore.
Chiude il disco “Il cielo”, composizione senza tempo, ispirata, trascinate, pensosa, immersa in una atmosfera altamente poetica. Il cielo che assiste alla nostra vita, alle nostre storie, al nostro dolore, ed assume un valore quasi religioso, fascinosamente misterioso ed elevato.
La rivista Rolling Stone ha inserito quest’opera tra i 100 dischi italiani più belli di sempre, e a dispetto del tempo che tutto tracima e consuma, “Zerofobia” continua a mantenere integro il suo posto tra i migliori.