Francesco De Gregori
È da sempre definito Il Principe, per indole naturale, per la finezza con cui scandaglia i sentimenti dell’animo umano, per la maestria e lo stile con cui riesce a trasfondere in versi e musica immagini, sensazioni, domande, narrazioni.
Gli universi sfaccettati di Francesco De Gregori si snodano da decenni davanti ai nostri occhi, si raccontano attraverso la storia patetica e poetica della fuga verso il cielo della Donna Cannone , prendono forma attraverso lo sguardo di Alice, ci mostrano l’orizzonte a bordo di grandi transatlantici destinati ai fondali marini, svelano i loro trucchi misteriosi, celebrano l’amore con piccoli poemi, fragili e perfetti come un fiore, o dichiarazioni coraggiose al proprio Paese.
Sono davvero in pochi ad aver intessuto una trama così lunga e preziosa, il nostro tessuto musicale . Con lui Ivano Fossati, Lucio Dalla, Paolo Conte, Fabrizio De André e un manipolo di altri fortunati e toccati dalla grazia degli di dei, sono riusciti comunicare direttamente al nostro spirito,rendendoci per un po’ tutti anime all’ascolto di suoni e parole che sfiorano la perfezione.
La lunga storia di De Gregori inizia negli anni ’70 a Roma, al Folkstudio, un piccolo locale a Trastevere che dava voce a chi aveva del talento. Artisti che poi troveranno spazio nel mainstream come Rino Gaetano, Stefano Rosso, Antonello Venditti, Mimmo Locasciulli.
Qualche anno prima in quello stesso localino , su quello stesso palco, si era esibito un giovane che sarà sua musa ispiratrice : Bob Dylan, che aveva appena 22 anni ed era pressoché sconosciuto in Italia.
Le influenze e le canzoni di Dylan avranno sempre un ruolo importante nella vita artistica di De Gregori. Sará citato, ripreso, tradotto. Anche l’equipaggiamento strumentale con il quale Francesco si propone al pubblico ricorda moltissimo quello del cantautore americano: chitarra acustica, armonica a bocca fissata sulle spalle, un’orchestra davvero minimale, ma per chi ha molto da dire può bastare.
Sulle tavole del Folkstudio passa anche Giovanna Marini, che insieme a Caterina Bueno sarà la chiave di volta per conoscere la musica popolare e folk italiana, che suggerirà a De Gregori idee e nuove storie da raccontare.
Ed è con Caterina Bueno, etnomusicologa , cantante e ricercatrice, che inizia la sua carriera nel 1971, in veste di chitarrista live.
Il primo disco,Theorius Campus, se lo divide con un altro cantautore romano che come lui muoveva i primi passi, Antonello Venditti. L’album viene pubblicato nel 1972 dalla IT, un’etichetta allora molto attiva e attenta a tutto quello che “suonava” interessante a Roma. L’esordio con una major avviene l’anno seguente. La RCA pubblica Alice non lo sa.
De Gregori leggeva Joyce, era affascinato dal flusso di coscienza dell’ Ulysses, dal surrealismo di Magritte, di Dalì, e dalla possibilità di dare un senso compiuto, poetico, ad immagini apparentemente slegate tra loro.
Francesco De Gregori , il secondo album, viene pubblicato nel 1974. Ancora la scelta di arrangiamenti ridotti all’osso, nomi eccellenti collaborano in studio alla registrazione,Edoardo De Angelis e Renzo Zenobi, Tony Esposito
De Gregori diventa simbolo politico,viene accusato, analizzato, portato in trionfo o ad esempio. Critici musicali, scrittori, usano la penna per spiegare o condannare, il pubblico si limita a salutare un ingegno che commuove e racconta come può e come sa.
E Francesco fiorisce, prova ne è il bellissimo album Rimmel del 1975.
Una ventata benefica, nuova linfa intelligente, emozionante. L’aria è forse più solare, aperta, gli arrangiamenti più compositi, ricchi. È l’album della consacrazione. In questa condizione di grande successo il cantautore romano torna l’anno seguente a proporre il nuovo album Bufalo Bill, che privilegia uno stile musicale più asciutto, sobrio , come a voler rifuggire dal tumulto e dal clamore suscitato dall’album precedente ed abbassare i toni trionfalistici propri della scena pop , che non gli appartengono.
Durante un concerto al Palalido di Milano, venerdi 2 aprile 1976, un drappello di persone appartenenti, forse, ad autonomia operaia, interruppe l’esibizione e si appropriò del palco, muovendo accuse deliranti al cantautore, minacciandolo ed invitandolo al suicidio. In quegli anni i concerti erano diventati punto di aggregazione, momento di contestazione . Lou Reed e Santana, ad esempio, interruppero i loro concerti perché contestati o messi in forte difficoltà. Questa vicenda scosse profondamente il musicista, che per un po’ decise di allontanarsi dal pubblico e dalle esibizioni. Questa lunga riflessione ed introspezione sfocia nel 1978 nel bellissimo album Generale, il cui singolo parla, forse non per caso, del ritorno. A casa, nella propria patria, nella propria pelle. Questo bell’album prelude ad un momento di ancora maggiore gratificazione , che è il momento del tour con Lucio Dalla, che lo porta negli stadi, gremitissimi , in tutta Italia, e del conseguente album live Banana Republic.
Dopo questa intensa avventura live , nel 1979 esce l’album Viva l’Italia. Alla chiusura di un decennio oscuro e problematico per il Paese, è il momento di riaprire la porta alla speranza, di far entrare nuova luce, di guardarsi intorno con occhi asciutti e ben aperti, di ricominciare.
Il disco che segue, Titanic, del 1982, contiene canzoni indimenticabili , alcune dedicate proprio alle vicende drammatiche del transatlantico naufragato nel 1912, tra cui la celeberrima Titanic, dove lo sguardo dell’autore si sofferma su “i perdenti meravigliosi” , quelli che viaggiano in terza classe e sognano un futuro migliore.
Segue tre anni dopo il ricercato Scacchi e Tarocchi , concepito con la collaborazione di Ivano Fossati, che ospita “La storia”, bellissima canzone che regala emozioni molto forti, preziosa per la sua valenza umana ancor più che politica, degna di essere eletta a nostro inno nazionale.
Terra di nessuno del 1987 e Miramare 19/4/89 pubblicato nel 1989 non riscuotono la stessa attenzione dei precedenti, ma De Gregori sa che il successo non è mai lineare, si alza e si abbassa come la marea, e continua a scrivere di cose “che non sa”, come in Canzoni d’amore , album ispirato , che contiene il singolo minimale e pensoso” Bellamore”.
Al lavoro in studio il musicista affianca un’intensa attività di concerti e dischi live, come Il bandito e il campione , registrato durante i live dell’estate 1993, che propone il singolo omonimo, capolavoro,scritto da Luigi Grechi, suo fratello, canzone di sapore country (“con la chitarra che suona male – ha dichiarato il cantautore – ma che funziona benissimo così “)che racconta una storia di amicizia e di vita , di attese tradimenti e fatica , e Bootleg.
Dopo quattro anni di silenzio interrotto solo dalla pubblicazione di due album live, nel 1996 De Gregori torna al pubblico con Prendere e lasciare . Il disco ha qualche venatura rock, gli arrangiamenti sono moderni, i temi, come detto, controversi, dolorosi, e stimoleranno non poche polemiche.
Prendere e lasciare parla di perdita e di smarrimento, di mondi popolati di persone che vincono e più spesso perdono, , trasformandosi di volta in volta da vittime a carnefici, sopravvivendo a indifferenza, sacrificio, dolore, senso di impenetrabile solitudine.
Seguono poi Amore nel pomeriggio e Fischio a vapore, che segnano un ritorno alle radici più dylaniane, acustiche, più propriamente folk, in particolare Fischio a vapore è realizzato con la ferma volontà di far conoscere i canti antichi tradizionali e popolari delle mondine e degli emigrati e di riscoprire origini e radici culturali.
Nel 2005 Pezzi mostra un De Gregori dallo sguardo lucido e gli occhi asciutti, più disincantato e amaro. Dal disco è tratto il singolo “Vai in Africa, Celestino”, brano molto amato dal cantautore che , come da titolo, mostra in veloce rassegna morsi di vita, in un apparentemente caotico susseguirsi , come in un enorme puzzle assordante e con un senso segreto, a noi incomprensibile.
Anche Calypsos e Per brevità chiamato artista seguono questa impronta di piccole epifanie momentanee, appuntate su foglietti volanti in un qualunque momento della giornata e poi raccontate su basi piuttosto raccolte e minimali.
E trenta anni dopo Banana Republic il cantautore si riunisce all’amico di sempre, Lucio Dalla. Il tempo li trova più vecchi e con la stessa voglia di suonare e giocare. Nasce Work in progress, un tour che durerà un anno e che li vedrà ancora una volta sul palco, a scambiarsi battute e canzoni, immersi in una atmosfera di comoda partecipazione e di calorosa complicità mai perduta. Dal live viene ancora una volta tratto il doppio cd live che viene pubblicato alla fine del 2010.
Due anni dopo viene pubblicato Sulla strada titolo senz’altro ispirato da Kerouac, in cui De Gregori mostra ancora nuova linfa e nuove espressioni, tra liriche bellissime e ritmi latini, tra arrangiamenti più scarni e collaborazioni di pregio (Nicola Piovani, Malika Ayane).
Nel novembre 2014 esce Vivavoce, un doppio album in cui l’autore reinterpreta se stesso, attraverso riletture e nuovi slanci .
BOX ALBUM
Rimmel
Nel 1975 , quando pubblica “Rimmel”, Francesco De Gregori ha 24 anni e già due album alle spalle , e “Rimmel” è la prova definitiva che si è di fronte ad un artista cui portare rispetto, un bene prezioso, un regalo alla musica e dalla musica.
E’ una ventata benefica, nuova linfa intelligente, emozionante. Le composizioni sono apparentemente semplici, meccanismi perfetti, ogni nota è al suo posto. Il risultato è piacevolmente necessario, colmo di lirismo. I suoi ispiratori, Leonard Cohen, e soprattutto Bob Dylan, gli hanno in qualche modo lasciato addosso il loro gusto per un linguaggio spoglio ed asciutto eppure ricco,immaginifico e suggestivo.
Il disco contiene tracce indimenticabili come “Rimmel”, “Pablo”, la delicata, geniale “Buonanotte fiorellino” e “Quattro cani per strada”.
Amaro, delicato “Rimmel” parla dell’ingannevolezza dei sentimenti, dei trucchi del destino che ci cambia e ci scombina le carte. Le sonorità sono calde, l’arrangiamento curato dallo stesso De Gregori si avvale dei Cyan, che anni dopo, nel 1979, accompagneranno il cantautore nel trionfale tour “Banana Republic” con Lucio Dalla .
Buffalo Bill
Nel 1976 Francesco De Gregori, reduce dal grande successo dell’album “Rimmel”, pubblica “Buffalo Bill” e privilegia uno stile musicale ancora più scarno ed essenziale, come a voler rifuggire dal tumulto e dal clamore suscitato dall’album precedente .
“Buffalo Bill” è suggerito all’autore da diverse suggestioni: un’opera di Otto Dix pittore espressionista , che nella sua “American riding act” mostra la figura epica e al tempo stesso grottesca e commovente di Buffalo Bill a cavallo, e dal film “La ballata di Cable Hogue” di Sam Peckinpah, che racconta il tramonto della gloriosa America del Far West.
E l’America è il filo che lega alcuni dei brani che sono nell’album, come “Buffalo Bill”, il celebre cacciatore , grande avventuriero statunitense , che finì i suoi giorni come attrazione di un circo, triste ombra baffuta di ciò che era stato. Un altro perdente meraviglioso, come spesso racconta De Gregori? Un eroe di un tempo che non c’è più? Un simbolo di una civiltà che non potrà che tramontare? All’ascoltatore la libera scelta.
Titanic
Nel 1982 viene pubblicato “Titanic”, un album capolavoro, un racconto, un sogno, una fotografia sbiadita eppure profondamente evocativa di storie antiche che si sovrappongono ad altre, vicine al nostro quotidiano.
Molte delle tracce contenute nel disco narrano dunque di eventi, persone e anime legate alla tragedia del transatlantico inglese naufragato nel 1912 mentre viaggiava verso New York. Lo sguardo dell’autore resta fisso su “i perdenti meravigliosi” , quelli che stanno in terza classe e sognano un futuro migliore da cui la bellissima canzone omonima, “Titanic” e “I muscoli del Capitano”.
Nel disco anche la “Leva calcistica della classe 68”, brano emozionante che Salvatores usò nel suo film “Marrakech Express”
BOX BRANI
La donna cannone
Autore, Francesco De Gregori
Tratto dal Q disc omonimo (la donna cannone)
Pubblicato nel 1983
L’album debutta in classifica il 15/11/1983, sale rapidamente al primo posto in classifica e rimane ai vertici per 25 settimane.
La canzone racconta la storia di una donna che lavora in un circo e sogna, o forse vola davvero nel cielo, per inseguire un sogno. Impossibile rendere giustizia alla perfezione poetica di questo testo, uno dei più belli in assoluto nella storia della musica cantautoriale italiana e mondiale.
Curiosità
Il Q disc contiene 5 tracce, ed è la colonna sonora del film ” Flirt”, per la regia di Roberto Russo.
La canzone è ispirata a un fatto di cronaca che De Gregori lesse su un piccolo giornale di provincia: la donna cannone. Attrazione di un piccolo circo, era fuggita per amore.
De Gregori ha sempre dato voce agli emarginati, a coloro che vivono fuori dalla normalità , a persone del tutto straordinarie mostrandoli in una prospettiva poetica, onirica, dando vita a capolavori come questo.
Generale
Autore, Francesco de Gregori
Tratto dall’album “De Gregori” che esordisce in classifica il 25 aprile 1978
Il disco raggiunge il secondo posto in classifica e resta ai primi posti per 27 settimane
Siamo alle ultime battute della guerra del 15/18
Un soldato torna dalla guerra, ed il brano ci mostra bellissime immagini, una contadina che lavora nei campi ed aspetta i suoi cinque figli impegnati al fronte,le infermiere che vegliano sui malati. La guerra e’ finita, si torna in campagna, alla vita di prima, da gli odori del bosco e il sugo di Natale. A casa, nella propria patria, nella propria pelle. Generale è infatti una canzone sulla pace, più che una canzone contro la guerra. La via del silenzio, del riparo, il ritorno alla ragione , via dalla guerra, che diventerà un ricordo, abbellito , smussato dal tempo, un periodo di cui resterà il ricordo delle infermiere che “ci facevano l’amore” e i canti notturni nei bivacchi.
Curiosità
La canzone e’ ispirata dal romanzo “addio alle armi” di Ernest Hemingway . “Generale” fu ripresa nel 2002 da Vasco Rossi ed ebbe grande successo. Nel 2004 Fiorello la incise nell’album “A modo mio”
Viva l’Italia
Autore Francesco De Gregori
Esordio in classifica dell’album: 6 novembre 1979
Il disco raggiunge il secondo posto nella hit e resta alto in classifica per 29 settimane.
La canzone e’ un inno a quell’Italia che lotta, resiste nonostante sia derubata, colpita al cuore, assassinata dai giornali , dal cemento, dal cattivo governo. Un ‘Italia che si dispera ma resiste “con gli occhi asciutti nella notte scura”
Alla chiusura di un decennio oscuro e problematico per il Paese, è il momento di riaprire la porta alla speranza, di far entrare nuova luce, di guardarsi intorno con occhi asciutti e ben aperti, di ricominciare.
La frase musicale più importante del brano e’ eseguita da una cornamusa .
Curiosità
L’album fu prodotto da Andrew Logg Oldham, produttore dei Rolling Stones negli anni 60, in vista di una possibile pubblicazione del disco negli States, progetto che non vedrà mai la luce. Rimane famoso il tentativo del Movimento sociale di appropriarsi del pezzo per farne il proprio inno, tentativo che fu duramente contestato dal pubblico e dallo stesso De Gregori.
La leva calcistica della classe ’68
Autore, Francesco De Gregori
Tratta dall’album Titanic ,1982
L’album esordisce nell’estate del 1982 e mette d’accordo pubblico e critica che parlano di capolavoro, regalando all’autore la vetta della classifica per 6 mesi.
Il brano narra la storia di Nino, un bambino dodicenne che gioca nei campi polverosi di periferia . Nino e’ alle prese con un provino di calcio che simboleggia la prova, l’iniziazione alla vita. La voglia di affermarsi all’interno di una squadra , la paura di sbagliare un calcio di rigore . E dalla metafora del calcio passa alla vita vera, piena di “giocatori che non hanno vinto mai” e adesso passano il tempo a chiacchierare in un bar,persi in una vita con una donna che non hanno mai amato.
Ancora uno sguardo di De Gregori che, con attenzione, delicatezza e poesia narra storie di eterni sconfitti mostrandocene fragilità e meraviglie. Nino, però , il rigore non lo sbaglia, tira col cuore, ed il portiere “lo fa passare “.
Una delle canzoni più alte mai scritte sul mondo del calcio.
Curiosità
La copertina del disco “Titanic ” e’ una foto, scattata dallo stesso De Gregori e rielaborata da Peter Quell.
La foto ritrae l’interno semivuoto di un frigorifero che ospita soltanto un piatto con una coda di un pesce, mezzo limone e una patata.
La cornice, il colore, tutto trasmette un senso di perdita , che è uno dei temi principali dell’album .
Il bandito e il campione
Autore , Luigi Grechi
Esordio in classifica il 31 agosto 1993
Il disco raggiunge il primo posto nelle hit e resta in classifica per 22 settimane .
La canzone e’ l’unico brano registrato in studio dell’album live registrato nel tour del 1993, e che contiene, tra i molti successi di De Gregori, anche “Vita spericolata” di Vasco Rossi e “sfiorisci bel fiore” di Jannacci.
Il brano narra la storia dell’amicizia tra il ciclista Costante Girardengo e il bandito Sante Pollastri. I due hanno in comune l’amore per il ciclismo (Girardengo fu campione italiano nei primi decenni del 900), ma due destini diversi. Infatti la canzone racconta che il bandito venne arrestato proprio mentre stava aspettando il passaggio del suo amico al traguardo.
Curiosità
Il brano e’ scritto da Luigi Grechi, fratello di De Gregori , e vinse il premio Tenco come miglior canzone del 1993. Nel 2010 la Rai ha prodotto una miniserie tv dal titolo “la leggenda del Bandito e il Campione”, con Beppe Fiorello nei panni di Sante Pollastri.