Riscoprire Alicia Keys
Inizia ufficialmente nel 2001 la strada dorata che porta a brillare nella via lattea dello star system musicale una nuova stella.
“Songs in A Minor” pubblicato proprio in quell’anno, è il biglietto con il quale Alicia Keys fa il suo strepitoso ingresso nelle classifiche mondiali. Polistrumentista, grande conoscitrice di musica (dalla classica all’hip hop, dal soul al rock), questa ragazza non ancora ventenne è autrice di tutte le canzoni del disco.
Risultato, 12 milioni di copie vendute, 5 Grammy Awards ed infiniti riconoscimenti dalla critica .
La Keys ci trasporta fino alle radici della black music, al soul , al Rythm&Blues, al gospel, al jazz. Predilige linee armoniche raffinate, eppure passionali, che colpiscono in profondità .
Le sue ispirazioni arrivano da Etta James, Gladis Knight, ma anche James Brown, Erikah Badu.
La cantautrice di Hell’s Kitchen, problematico quartiere newyorkese, usa la sua tecnica vocale con grande maestria. Seguendo la migliore tradizione blues, non cede mai a sensazionalismi o a virtuosismi leziosi, potente e contenuta al tempo stesso.
Spesso il pianoforte introduce il resto dell’arrangiamento, caldo, elegante, minimale , solo basso, batteria, archi pizzicati seguono in punta di piedi, lasciando ad Alicia ed ai cori la parte del leone.
Alcuni brani dell’album li scrive quando è ancora sui banchi di scuola.
Perché è da molto tempo che la Keys scrive, produce e canta.
Un primo assaggio al pubblico arriva nel 1997 con la prima registrazione professionale della cantautrice, “Dah dee dah “, e che la ragazza ha classe si evince dal fatto che il brano viene subito inserito nella colonna sonora di “Man in Black”, con Will Smith e Tommy Lee Jones.
L’arrivo al mainstream della talentuosa cantante è dovuta alla lungimiranza del grande manager Clive Davis, che ha scoperto o dato spazio ad artisti come Janis Joplin, Springsteen , Notorius B.I.G., Grateful Dead, Earth Wind&Fire.
Il successo strepitoso porta la Keys in un tour in tutto il mondo, la ragazza che viene da New York e che ha interrotto l’università per dedicarsi alla musica miete successi infiniti. Il secondo album, “The Diary of Alicia Keys”, pubblicato nel 2003, vende 8 milioni di copie e vince 4 Grammy, tra cui Miglior album R&B.
Primo singolo tratto da questo bel disco è “ You don’t know my name” , scritto dalla Keys e da Kanye West , che associa il new soul ad un certo gusto Motown . Un bel brano che si guadagna il Grammy come miglior Canzone R&B nel 2003 e che scivola, sensuale e morbido tra archi e cori , e la preziosissima voce della cantante newyorkese veste e conduce la canzone con una capacità ben più matura dei suoi 23 anni. Il finale degli archi è da non perdere.
Una bellissima intro al pianoforte introduce l’orchestrazione “calda” del secondo singolo “ If I ain’t got you”, che mescola lo stile vintage ed il nuovo soul. “Se non ho te non ho nulla. Non contano tutte le fortune del mondo, io voglio solo e soltanto te”, racconta la Keys, che lascia stupefatti all’ascolto per l’eleganza contenuta e al tempo stesso per la grande capacità tecnica, per l’estensione vocale, per la texture piena, morbida e passionale. “If I ain’t got you” ha un successo strepitoso, rimane per più di un anno nelle classifiche statunitensi e guadagna il Grammy Award come Canzone dell’anno.
Dopo la registrazione dell’album “Unplugged “ (2005),registrato per MTV a Broolkyn, che contribuisce alla vertiginosa ascesa dell’artista, nel 2007 è la volta di “As I Am”.
Con questo album Alicia Keys continua la sua salita all’Olimpo della black music. L’album è il più venduto del 2008, si aggiudica ancora 3 Grammy Awards, e 2 vanno a “No one”, Miglior canzone R&B e Miglior Performance vocale ,che vende 6 milioni di copie.
“ No one” è un inno alla libertà , un invito a scegliere senza schemi e pregiudizi. E con questo bel brano la cantante polistrumentista e autrice dimostra il suo genuino istinto artistico, , perchè va oltre lo stile che l’ha portata al grande successo, e osa, si avvicina al pop, cambia modo di usare la voce, sperimenta, vuole crescere, si guarda intorno e spazia. Il risultato è eccellente, “No one” è una energica ballad , ritmata, solida, che unisce il neo soul al pop e al blues rock. Coinvolgente ed appassionante, la voce di Alicia Keys grida, e difende il diritto di amare:”Le persone possono parlare, dire ciò che vogliono, ma nessuno, nessuno può sapere o capire quello che sento io per te. Quindi, non preoccuparti, andrà tutto bene”). Coro finale antemico, da cantare a piena voce.
Intanto la cantante alterna le sue performances ad altre attività . È attrice e produttrice, partecipa infatti alla realizzazione dell’album “I look to you” di Whitney Houston, e, sempre in questo periodo realizza con Jay Z l’incredibile hit “Empire state of mind”.
È del 2009 “The Element of Freedom”.
Nuovo sound per La Keys, che questa volta si confronta con arrangiamenti che riecheggiano il pop alla Prince degli anni ’80, largo uso di elettronica, di sintetizzatori, la voce è trattata con gusto pop, senza peraltro perdere il calore ed il ritmo soul/r’nb, che la caratterizzano.
Un synth a toni bassissimi introduce la batteria di “Try sleeping with a broken heart”. La sensuale voce della Keys narra la notte insonne di una donna che si rigira nel letto , cercando di svuotare la mente dalle mille domande che la tormentano alla fine di una storia d’amore. Il ritornello ricorda anche qualche brano di Diana Ross, per grazia stile e classe. Anche questo singolo fa centro ed arriva alle vette della classifica americana, e l’album vende un milione di copie in un solo mese.
In questo disco, la traccia “Empire state of mind Part Two “. Considerata la risposta al brano del rapper Jay Z “Empire state of mind” in cui Alicia Keys apparve come ospite, il brano è un inno appassionato e appassionante, una dichiarazione d’amore a New York, città in cui tutto è possibile, tutto può succedere.
La voce della cantante e autrice americana si muove sicura, calda, l’arrangiamento conta su un’orchestrazione mirabilmente costruita , un lavoro complesso che restituisce all’ascoltatore una canzone invece di facile ascolto, a largo respiro, una corsa tra le strade ed i colori di una città leggendaria, un grido d’amore alla grande mela fotografata sotto una luce solare, felice.
La vita privata per un poco risucchia la cantante, che sposa il produttore hip hop Swiss Beatz, e nasce il primo figlio, Egypt.
Torna alla ribalta nel 2012 con “Girl on Fire”.
Alicia si è sposata ed è diventata madre. Questi cambiamenti , questa crescita inevitabilmente si riflette anche sulla sua produzione, che fa ancora un passo avanti in direzione della ricerca di se’ stessa anche attraverso nuovi linguaggi musicali.
L’album “Girl on fire” conta su innumerevoli collaborazioni con produttori ed artisti di pregio, tra gli altri citiamo Bruno Mars, Babyface, Nicky Minaj, Dr Dre, John Legend.
Il singolo omonimo ha la particolarità di essere stato realizzato in tre diverse versioni : Main version, Blue Light version e Inferno version.
Ballad uptempo, (le percussioni sono campionamenti da brani degli anni ’80) ben costruita, solare, piacevole, che non cerca facili soluzioni compositive per catturare l’audience.
In un mondo in cui tutto va a fuoco, la protagonista della canzone prende il volo, lucente, bellissima, e forte. Guarda il mondo dall’alto, senza alcuna paura. La voce di Alicia Keys è sempre notevole, piena, di grandissima qualità e classe, scala le ottave senza alcuna ostentazione ed invita alla partecipazione, ad unirsi a questa canzone liberatoria, catartica, ad ampio respiro.
Nel 2013 duetta con Giorgia nel singolo “I Will pray”, nel 2014 il suo “It’s on again”, in duetto con il rapper Kendrick Lamar è parte della colonna sonora del film “The amazing Spider man 2”.
Il settimanale Billboard, influente riferimento musicale statunitense, ha dichiarato Alicia Keys “artista che ha cambiato le regole della Black Music nel decennio 2000/2010”