Riscoprire i Kasabian
Il nome lo prendono da Linda Kasabian, ex membro della setta di Charles Masnson e poi testimone chiave nel processo contro di lui e contro la “Family”. Ma anche il loro sound si mostra fin dagli inizi ben cosciente del passato: nell’alternative che con loro infuoca il nuovo Millennio si ritrovano a dialogare decenni gloriosi di storia britannica del rock, dai più vicini Oasis e Stone Roses fino all’ispirazione dei Led Zeppelin.
La band fronteggiata da Tom Meighan e guidata dall’istrionico Sergio Pizzorno si forma a Leicester nel 1997; quando una manciata d’anni dopo il gruppo si trova a registrare il proprio album di debutto, segue lo storico esempio lasciato da The Band e si ritira in una fattoria, lontano da distrazioni. “Kasabian” viene pubblicato nel 2004 e con il suo mix di graffiante di alternative rock ed elettronica conquista immediatamente critica e pubblico. I quattro singoli estratti dall’album approdano tutti nella Top 20 britannica, un successo superato due anni dopo da “Empire” e dalla fortunata titletrack che lo anticipa. Registrato in appena due settimane dopo un tour con gli Oasis, l’album è l’ultimo a contare sulla chitarra solista di Christopher Karloff, che poco dopo saluta i colleghi a causa di divergenze artistiche.
L’era post-Karloff è inaugurata dall’applaudito “West Ryder Pauper Lunatic Asylum”, prima opera prodotta insieme a Dan the Automator; l’album, spinto da singoli contagiosi come “Fire”, “Where Did All the Love Go?” e “Vlad the Impaler”, vale ai Kasabian una nomination al Mercury Prize e la vittoria ai Brit Awards del 2010 come miglior band. Sempre più nelle mani di Pizzorno, il sound del gruppo comincia qui a giocare con creatività ed entusiasmo con l’eredità degli anni Sessanta più ipnotici. Le ambizioni crescenti dei Kasabian crescono ancora di più con il successivo “Velociraptor!”, pubblicato nel 2011 – con Tom Meighan che lo anticipa al pubblico dicendo, semplicemente, che avrebbe cambiato le vite degli ascoltatori. Il gusto della band di Leicester per sonorità, contaminazioni ed influenze dagli orizzonti immensi è ormai onnivoro e palpabile, e Pizzorno sa dirigere il tutto senza disdegnare certi irresistibili graffi kitsch. Se “Days Are Forgotten” e “Goodbye Kiss” sono hit avvolgenti e travolgenti, tracce come “Acid Turkish Bath (Shelter from the Storm)” rappresentano spunti visionari di grande effetto.
Nel 2013 il gruppo, ridotto ora a quartetto dopo l’uscita del chitarrista Jay Mehler, torna in studio per registrare “48:13”, pubblicato nel giugno successivo e stavolta prodotto dal solo Pizzorno. Intitolato in onore della durata complessiva delle sue tracce, il disco vede i Kasabian aprirsi all’elettronica e alla dance che erano state inizialmente toccate con l’album di debutto, come testimoniato dai singoli “Eez-eh” e “Bumblebeee”: quest’ultima viene descritta come frutto dell’ispirazione combinata di colossi differenti come Led Zeppelin, Bestie Boys e Rage Against the Machine.
L’attesa per nuova musica prodotta dalla band di Leicester è rotta finalmente nel marzo 2017, con l’annuncio del sesto album, intitolato “For Crying Out Loud”, in uscita a fine aprile.