Riscoprire Jean Michel Jarre
Ragazzo prodigio dell’elettronica, ideatore di spettacoli funambolici, presenza fissa nel Guinness dei primati, Jean-Michel Jarre nasce a Lione nell’agosto del 1948. Il padre, figura per lo più assente nel corso della sua vita, è il famoso compositore Maurice Jarre, autore di colonne sonore indimenticabili, da “Lawrence d’Arabia” a “Il Dottor Zivago”.
Con l’incoraggiamento della madre France, Jean-Michel si addentra giovanissimo nel mondo della musica e, più in generale, dell’arte: inizia accostandosi alla classica e studiando pianoforte, ma avverte presto una fascinazione crescente verso la libertà espressiva dei jazzisti, degli street performers e dei pittori d’avanguardia.
Al volgere degli anni Sessanta fa un incontro destinato a rivoluzionargli la vita artistica: conosce il pioniere della musique concrète Pierre Schaeffer e si unisce al suo Groupe de Recherches Musicales. Comincia a raccogliere strumenti, acquista i primi sintetizzatori che colloca in un piccolo studio casalingo. E’ così che nascono i primi lavori, come il singolo di debutto “La Cage” e l’esordio su 33 giri “Deserted Palace”, pubblicato nel 1972. Negli stessi anni collabora con numerosi artisti (tra gli altri, Françoise Hardy e Christophe) e comincia a declinare il suo istinto musicale in forme che rivelano una spiccata propensione scenica. Le sperimentazioni elettroniche fatte in casa trovano spazio nel 1976 sui solchi di “Oxygène”, che non diventa solo un momento di svolta nella carriera di Jarre (grazie alle decine di milioni di copie vendute in tutto il mondo, spinto dall’hit “Oxygène, Pt. 4”), ma anche un punto imprescindibile per l’elettronica a seguire. Il successivo “Equinoxe”, pubblicato due anni dopo, è un’altra pietra miliare e consacra una volta per tutte il musicista francese a star internazionale. E’ nel periodo di “Equinoxe” che Jarre inizia a trasportare la propria visione musicale su palcoscenici sempre più impressionanti, circondato da ascoltatori da record: al concerto tenuto in Place de la Concorde raggiungono il milione, primato successivamente battuto negli anni sempre da Jarre.
Con gli anni Ottanta il suo stile evolve nell’ennesimo successo di “Les Chants Magnétiques”, che tra l’altro consacra il sampling nel sempre più aperto recinto sacro delle fonti sonore. Con le musiche di questo album Jarre porta un tour sensazionale in giro per il mondo, toccando anche la Cina in tappe memorabili. E’ in occasione di queste esibizioni che il musicista introduce l’utilizzo dell’arpa laser, d’ora in avanti punto focale di quasi tutti i suoi concerti.
L’arte visiva torna a visitarlo come musa ispiratrice nell’83, quando compone la musica che accompagna la mostra di artisti emergenti “Orrimbe Show”. Musica nata per cullare opere d’arte, dunque, che però si trasforma a sua volta in opera d’arte quando Jarre decide di inciderla col titolo di “Musique per Supermarché” in una sola copia, con tanto di conseguente distruzione dei master originali.
Una distribuzione più comune accompagna invece l’album del 1984 “Zoolook”, che tra i molti ospiti vanta anche Laurie Anderson ed il bassista Marcus Miller.
Gli anni Ottanta proseguono all’insegna dei grandi eventi come il concerto tenuto nell’86 a Houston, le cui composizioni originali compaiono poi nel fortunato “Rendez-vous”. Le continue evoluzioni stilistiche di Jarre due anni dopo si trovano al centro del brillante “Revolutions” , mentre il decennio successivo si apre con il capolavoro “En Attendant Cousteau” e con l’ennesimo record: stavolta i partecipanti al suo show parigino nella sera della festa nazionale superano addirittura i due milioni.
La techno e gli scritti di Stephen Hawking nel ’93 ispirano “Chronologie”, e quattro anni dopo Jarre si trova a rileggere sé stesso, proseguendo il discorso del proprio classico di vent’anni prima con il nuovo “Oxygène 7-13”, dedicato al maestro Pierre Schaeffer scomparso nel 1995.
Quando il Millennio volge al termine, lo troviamo in Egitto, nel deserto, a fare musica accompagnato da un migliaio di artisti locali. A distanza di meno di un mese, pubblica poi “Métamoprhoses”, uno dei suoi album più eterogenei e audaci, ed il primo ad offrire agli elementi vocali una presenza costante.
Nel 2002 “Sessions 2000” lo vede tendere la mano al jazz, mentre nel 2007 torna al mondo della house, con incalzanti graffi retrò, sui suoni irresistibili di “Téo and Téa”. Gli anni successivi lo trovano ad alternarsi tra fortunati tour e ripubblicazioni dei classici storici, cui nel 2015 e nel 2016 fanno seguito rispettivamente “Electronica 1: The Time Machine” e “Electronica 2: The Heart of Noise”, progetti che lo spingono ad allargare ulteriormente i propri orizzonti e svelare complicità inaspettate con ospiti numerosi e variegati, dai Tangerine Dream a Hans Zimmer, passando per Pete Townshend, John Carpenter e Gary Numan.
Il 40esimo anniversario di una pietra miliare come “Oxygène” viene celebrato con la pubblicazione dell’attesissimo “Oxygène 3”, avvenuta il 2 dicembre 2016: si tratta di un aggiornamento, un nuovo sguardo lanciato ai temi del suo capolavoro dalla prospettiva delle nuove tecnologie presenti a quattro decenni di distanza, che nella loro vorticosa evoluzione rivelano l’essenza indistruttibile di idee artistiche senza tempo.