Riscoprire Samuele Bersani
Classe 1970, Samuele Bersani è tra i cantautori più significativi della sua generazione. Le sue liriche si distinguono per sottigliezza, poeticità, profondità introspettiva.
Il suo sguardo scava nella vicende umane con personalissima capacità di restituircele trasfigurate in un linguaggio lieve e contemporaneamente massiccio, di grande impatto, in un impasto armonioso, pregiato.
Dopo un interessante esordio nel 1992 con l’album “C’hanno preso tutto”, lanciato dal singolo “Chicco e Spillo”, che lo impone all’attenzione di pubblico e critica, nel 1995 Bersani propone “Freak”, un disco stimolante, che stilisticamente combina il pop ad altri generi, in una mescolanza che non si presta a catalogazioni di genere.
In “Freak” infatti, Bersani evoca lo stile New wave, accenna al liscio romagnolo, gioca con i synth , con qualche sonorità rockeggiante e con suggestioni mediterranee.
Coadiuvato da Beppe D’Onghia, che arrangia, scrive e si cimenta alle tastiere e al piano, Bersani chiama a se’ nomi illustri, da Lucio Dalla, che sotto lo pseudonimo di Domenico Sputo nei credits suona clarinetto e fisarmonica, a Ron alle chitarre, e Massimo Sutera al basso.
È proprio “Freak” la traccia d’apertura.. Canzone lieve, gentile, ironica, dal bel testo d’amore, ma inusitato, poggia su un arrangiamento scarno, piacevole, dal sapore equatoriale, sensuale. Bersani canta con semplicità , mescolando istinto e garbo.
“Spaccacuore” è una bella pop ballad che ricorda il carattere musicale di Lucio Dalla, una canzone intimista, pensosa , romantica, coinvolgente, che si apre in un ritornello arioso e ficcante, il cui testo resta fotografato già dal primo ascolto. La canzone è nota anche per essere stata riproposta nel 2009 da Laura Pausini.
E’ così anche “Giudizi Universali”, tratta dall’album “Samuele Bersani” del 1997. Scivola, Samuele, naviga tra le note e le parole, colpendo con perizia , mostrando con magistrale semplicità come si possa raccontare la deriva di un amore usando parole come pietre preziose, scegliendone una ad ad una , ripulendole dalla fuliggine della ridondanza, della mancanza di ispirazione, restituendoci versi sfaccettati, che brillano alla luce di mille colori differenti, stupefacenti. Imperdibile.
Questo disco di chiara una volta per tutte e il grande valore autoriale del cantante romagnolo. La sua Poetica è altissima gli ottimi ascolti – Tenco, de Andrè, Paolo Conte – e le sue buone letture hanno formato un autore di grande caratura.
Le composizioni sono a volte leggere, uno specchietto per le allodole, perché poi si resta irretiti e prigionieri di testi e immagini che lasciano il segno.
Passando per la colonna sonora del film animato di D’Alò “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, del 1998, nel 2000 è la volta di “L’Oroscopo speciale”: ancora un lavoro di cesello, una ricerca minuziosa di parole che trascinano ti ascolta in un mondo parallelo, fatto di simboli, sensazioni misteri e colori, resi ancora più brillanti dalle bellissime composizioni musicali.
Il disco vale a Bersani il premio Tenco, riservato soltanto agli autori più significativi del nostro panorama musicale. Basti ascoltare”Replay”, che partecipa a Sanremo e vince il premio della Critica, ottenendo inoltre un grande successo commerciale. O il “Pescatore di asterischi” e “Chiedimi se sono felice”, bellissimo brano, colonna sonora dell’omonimo film di Aldo Giovanni e Giacomo.
Nel 2002 l’album “Che vita !” raccoglie molti dei successi di un decennio di carriera, e ha un grande successo di vendite, dimostrando che esiste un pubblico attento e sensibile ai contenuti e alla buona qualità produttiva.
“Caramella smog” del 2003 vince ancora il premio Tenco( miglior album, miglior singolo), confermando, se ce ne fosse ancora bisogno, la crescita costante e il valore innegabile delle sue composizioni. In questo disco Bersani collabora con Concato, Rocco Tanica e Sergio Cammariere.
“Cattiva”, il singolo tratto da “Caramella smog” è in forte polemica con i mass-media , che creano mostri e fango e ci si rotolano fino allo spasimo senza farsi troppe domande sulle conseguenze sulla vita degli altri.
È del 2006 “L’aldiquá”, preceduto dal singolo “Lo scrutatore non votante”, che bene rende l’idea dell’interesse continuo e attento di Bersani alle tematiche sociali più scottanti.
“Lo scrutatore non votante” osserva quelli che si riempiono la bocca di parole e che vomitano poi sui giornali, in tv o al bar, ma al momento di fare si danno alla macchia. Samuele da’ prova di riuscire comunque e sempre a trasfigurare in poesia questi temi, come la splendida “Occhiali rotti”, che parla di diritti umani negati, e che vince il premio Amnesty International.
“Manifesto abusivo” del 2009 trova Bersani più maturo, ancora più defilato, pacato, sempre capace di inanellare con eleganza e garbo parole come perle, sfuggendo a facilonerie ed ovvietà a buon mercato.
Il disco è attraversato da sonorità jazz, minimale, raffinato, estremamente godibile.
Nel 2012 è ancora a Sanremo con “Un pallone”, che annuncia la raccolta “Psyco – 20 anni di canzoni.”
Nel 2013 “Nuvola numero nove “ racconta un uomo sereno, complesso, che ha voglia di narrare storie private e al contempo non abbassare le armi, non rinunciare allo sguardo disincantato, ironico e non privo di empatia verso ciò che viviamo e ci fa male.
Giugno 2016 si apre con la pubblicazione di” La Fortuna Che Abbiamo”, il doppio album che, corredato di DVD, festeggia i venticinque anni di carriera del cantautore attraverso una riscoperta di classici e successi amatissimi così com’erano stati reinterpretati l’anno precedente in due concerti-evento tenuti a Roma (“Plurale unico”) e a Milano (con una selezione delle “Canzoni per legno, corde e ottoni” che l’ha visto accompagnato dall’Orchestra Sinfornica I Pomeriggi Musicali).
Anticipato dall’inedita titletrack, contagioso appello ad un ottimismo di questi tempi sempre più necessario, l’album maneggia con ispirato eclettismo il repertorio storico di Bersani, grazie anche all’intervento di ospiti numerosi e variegati. I grandi nomi del panorama odierno della musica italiana (dall’amico di lunga data Pacifico fino a Marco Mengoni, passando per Carmen Consoli, Luca Carboni, Musica Nuda e Caparezza) s’intrecciano a quelli di cinema e teatro: il maestro Dario Argento introduce “Il Mostro,” ma intervengono anche Piera degli Esposti, Fabio De Luigi e Alessandro Haber.
“La Fortuna Che Abbiamo” segna un anniversario importante per Bersani e, di conseguenza, per il cantautorato italiano; lo fa nel miglior modo possibile, con una vera e propria festa per le orecchie e per la mente. Una festa stimolante che ancora una volta si propone, con successo, di abbattere i confini della canzone e guardare molto più in là.