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Legacypedia 4.0 – settimana #12

30 Apr 2015

CLAUDIO BAGLIONIOLTRE

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Cinque anni di silenzio separano “La vita è adesso”, album di grandissimo successo, tra i più venduti di tutti i tempi in Italia, e l’uscita di Oltre-­‐ un mondo uomo sotto un cielo mago.
In molti aspettano , intorno a lui l’attesa cresce, l’uscita dell’album viene annunciata, poi rimandata. Oltre è un disco ambizioso. Perchè sperimenta nuovi linguaggi sonori, usa un lessico meno immediato, più
ricercato, elaborato ed insieme più istintivo. . Se vuoi entrare nel mondo di Oltre, sarai tu a doverlo fare, perchè questa volta non ci saranno facili ritornelli da cantare a squarciagola che ti vengono a prendere per
mano. Questa volta immagini abbozzate, sentimenti suggeriti, dolori interiori confessati sono il terreno in cui bisognerà muoversi, esplorando e ritrovando se’ stessi in una frase, una parola, un sentimento
doloroso, un ricordo che non vuole passare.
Gli arrangiamenti sono curati fino al dettaglio più infinitesimale. Tre anni di studio, di stesure, ripensamenti e nuove stesure. Un lavoro certosino. Il lavoro paga sempre, e si sente.
Pubblico e critica sono spiazzati, piacevolmente sorpresi da questa opera che , seppure aveva avuto inizio in parte con “La vita è adesso”, adesso si completa e mostra un Claudio Baglioni rinnovato, maturo, a volte
sperimentale, aperto alle influenze musicali che arrivano dal mondo. Infatti forte è l’influenza delle sonorità della world music che Peter Gabriel contribuiva in quegli anni a diffondere, e lascia spazio alla musica
etnica, ai suoni caldi ed ai giochi ritmici di musicisti che si muovono e si esprimono scambiandosi suggestioni ed esperienze, fondandosi in un suono fatto di molti.
Oltre ha come sottotitolo quello che inizialmente doveva invece essere proprio il titolo. Ed è proprio un uomo con le sue debolezze, le sue fragilità e i suoi difetti che si muove sotto un immenso cielo
incomprensibile ma pieno di prodigi il protagonista di quest’opera musicale, è “Cucaio”, il piccolo bambino che continua a vivere in ognuno di noi, con i suoi stupori e le sue domande sulla vita.
Dagli il via apre il cd, una corsa a perdifiato introduce la possente rullata di batteria che poi scandirà il tempo con energia , il basso salta, protagonista con le chitarre, le tastiere regalano armonia ai ricordi di
Claudio che si muovono disordinati, senza un preciso ordine, immagini e domande, situazioni perse nel tempo, amori quasi dimenticati, e poi dagli il via, incita a se stesso e a chi ascolta, fai scorrere la vita, la
pazzia, le domande, un altro tempo un altro spazio, libera , spazia e corri uomo, alla ricerca di un destino, il tuo.
E come a guardarsi ancora indietro, per capire da dove tutto comincia, Io dal mare , ballad sostenuta dalla bellissima melodia che si muove fluida e lucente come appunto fa il mare. Tutto fluttua
nell’arrangiamento, gli archi, le tastiere, tutto evoca una luce calda di ricordi delle origini, poi la voce si impenna, e la chitarra impagabile, riconoscibile di Pino Daniele commenta, inizialmente in punta di piedi
poi sempre più presente, a sottolineare gli stati d’animo e gli infiniti colori che popolano la mente di un uomo che si racconta.
Naso di falco è un uomo, è il piccolo Claudio e siamo tutti noi, con l’aria bizzarra, piccoli nani curiosi che si fanno infinite domande su quello che ci circonda – la luna ha gli occhi? Perchè crescono i capelli? Come
stanno a galla le isole? Ma le domande crescono e si trasformano con noi, e quindi domande più dolorose, pressanti di adulti si alternano a curiosità più innocenti, e il nostro volo prende forma, piccole ali che si fanno forti sul sentiero , dove il vento ci trascina. Suoni provenienti da terre lontane chiudono questo volo e si cambia tono. Un gioco di parole scandite come filastrocca introduce Io, lui e la cana femmina, ritratto
affettuoso e divertente di chi racconta, a passeggio con la sua coppia di cani, una spensierata dichiarazione di amore con immagini efficaci (le frenate, le lingue rifiatate, ce ne andiamo a spasso felici nella coda), una
canzone da ululare allegramente con i nostri amatissimi amici. Divertente. Stelle di stelle poggia su un arrangiamento sofisticato, minimale, intimista, lunare. Baglioni duetta con Mia Martini, due melodie distinte che si rincorrono, si intrecciano e si fondono. Immagini sospese , suggerite, da ascoltare con l’anima, ad occhi chiusi, da brivido.
Si torna sulla terra, ci si sporcano le mani con Vivi, che racconta il furore della voglia di vivere, il fuoco dell’amore fisico, lo scontro della passione, e l’arrangiamento segue e sottolinea i ricordi , la ritmica del
basso e della batteria si fanno martellanti, le tastiere liquide. E si prosegue con questi alti e bassi di sensazioni con la spassosa Le donne sono, una galleria di ritratti femminili affettuosamente descritta, con
ammirazione, ironia, affetto, e perplessità. Cori divertenti fanno da contrappunto a Baglioni in questa dichiarazione di guerra e d’amore eterna, mentre sempre di rapporto uomo-­‐ donna di parla in Domani mai ,
usando però altre atmosfere e suggestioni. La chitarra di Paco de Lucia commenta magistralmente questa ballata uptempo, sostenuta e tesa, nervosa, una incursione nell’intimo, nei segreti dell’amore fisico.
Atmosfere latine, calde, le descrizioni di amor passionale si moltiplicano allo specchio, infinite, per sempre, anche domani, quando altri amanti si ameranno al nostro posto.
Ancora un salto, e dal respiro chiaroscuro , febbricitante e fisico di Domani mai si passa alle atmosfere lunari, oniriche, felliniane del circo surreale raccontato in Acqua dalla luna. Ci si ritrova a vagare sotto
questo tendone di luci violente, di pubblico, di clown , nani e domatori, lanciatori di coltelli e avventurieri, una folla di personaggi miracolosi, povera umanità fatata che non ha radici, libera o prigioniera, con cui
vorremmo condividere l’avventura di una vita senza regole. Gli occhi di Baglioni sono ancora quelli di un uomo-­‐bambino, stupiti e meravigliati, spaventati e desiderosi di un destino diverso.
Tamburi Lontani è introdotta da sessioni di fiati della London Symphony Orchestra, che commentano con doloroso sentimento questo bellissimo adagio che parla del dolore di vivere. In un crescendo di emozioni,
Baglioni ci mostra la via percorsa e da percorrere. I nostri cuori sono tamburi che scandiscono il tempo, che si muove mentre noi restiamo immobili ed esposti a quello che succede, il tempo, questo protagonista
spietato che ci strappa persone, cose, ricordi, che non ci perdona, non restituisce, ci cambia ci piega, ci perde. La voce si spiega, si innalza e ritorna , fino al grido finale : giura, amico mio, che glielo metteremo lì,
a questa vita che va via così, senza aspettarci…..
Noi no ha invece un andamento più solenne, è un inno di ribellione , un invito a non piegarsi non accettare quello che succede intorno a noi senza resistere, Signora delle ore scure ancora ricorda le atmosfere di
Peter Gabriel da cui Baglioni e il suo team era fortemente ispirato, mentre Navigando è un uptempo impreziosito dalla fisarmonica di Richard Galliano, una divertente incursione nel mondo dei rapporti a due,
il linguaggio di Claudio si fa criptico, le immagini ed il tono riecheggiano lo stile di Pasquale Panella, e suggerisce piuttosto che raccontare, lasciandoci liberi di navigare il mare del rapporto uomo-­‐ donna con la
velocità che ci detta la nostra storia personale.
Le Mani e l’anima racconta il dramma di chi lascia la sua terra alla ricerca di un riscatto in un mondo ignoto. I naufraghi, gli immigrati sono descritti a pennellate forti, Youssou’n dour sostiene e sottolinea le forti
suggestioni etniche per raccontare un tema che , poi il tempo ha dimostrato, interessano e sconvolgono il cantautore, tanto da spingerlo anni dopo a creare l’evento ‘O ‘scia a Lampedusa.
Si arriva al brano più conosciuto dell’intero album. Mille giorni di te e di me è una bellissima canzone d’amore, tra le piu belle del panorama musicale italiano. A tema autobiografico, è il racconto della fine di
un amore importante, fondamentale, unico ed irripetibile, l’amore di tutta una vita che non si è riusciti a difendere. Il tema è trattato con serietà, senza inutili addolcimenti. Il dolore ed il rimpianto arrivano diritti
al cuore, la melodia è magistrale, una grande composizione.
Dov’è dov’è è un divertente brano, sostenuto, ritmato, introdotto dalla voce di Oreste Lionello. Il tema della privacy violata, delle chiacchiere dei media, degli amici degli amici, dei conoscenti è cantato con ironia.
Ospiti di eccezione i genitori del cantante, i suoi insegnanti, il suo mondo domestico. Sulla suggestione degli accadimenti in Cina nel 1989 Baglioni scrive Tieniamente. Una lunga intro al pianoforte e la parola Tien a men ripetuta e ripetuta è come la colonna sonora delle immagini dellla rivolta studentesca in nome della libertà a piazza Tienammen che sconvolsero e commossero il mondo intero.
I suoni si fanno duri come le parole in Dio non c’è, descrizione di dolori e stonature della vita di ognuno di noi, il ritmo a 5/4 scandisce la rabbia del cantautore che cerca un segno o un senso all’orrore che ci
circonda, alla solitudine e alle ferite. . Baglioni da prova di grande perizia canora nell’esplosione finale, un grido a questo dio, che si fa cercare ma non ci cerca mai.
Ancora idea di libertà, sensazioni di fuga nella ballad La piana dei cavalli bradi.
La ritmica compone una rete sospesa sul tema della corsa, dell’evasione , le chitarre arpeggiano affiancate da bellissimi arrangiamenti di archi fino all’esplosione finale,la voce spiegata in un canto liberatorio, arioso,
pieno di luce, energia fremente e speranza. Chiude l’album Pace. Come a concludere la corsa iniziata con il primo brano di questa avventura sonora, Pace regala una sensazione di pace, di perdono, di comprensione, di voglia di vivere cercando una armonia interiore, per essere persone migliori, uomini degni di vivere sulla terra, sotto un cielo mago.

 


ELECTRIC LIGHT ORCHESTRADISCOVERY

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Nel 1979 il gruppo degli Electric Light Orchestra pubblica Discovery. La band inglese ha alle spalle due dischi di grande successo, “Eldorado” e “Out of blue”, ma questo album contiene molti singoli che toccheranno le vette delle classifiche inglesi e mondiali e che sono stelle brillanti nel panorama del pop ancora oggi.
Hanno sempre dichiarato di voler essere la continuazione ideale dei Beatles gli E.L.O., e proprio uno dei Fab Four , George Harrison, gli riconoscerà il successo di tale intento. E nonostante in Discovery la band prenda una via che guarda al mondo della disco dance , gli influssi armonici e melodici dei Beatles si ritrovano anche in molte delle composizioni contenute in questo album.
Chi c’era, ricorda.
Impossibile essere sfuggiti alla malìa di canzoni come Shine a little love o di Confusion. Anche chi in quel periodo ascoltava il punk o il rock, avrà canticchiato Last train to London imitando il falsetto di Jeff Lynne, frontman e vera anima del gruppo.
Se li ascolti, i pezzi ti restano appiccicati addosso. Anche oggi, a più di trent’anni dalla pubblicazione, questi brani sono una passeggiata in un luna park colorato, affollato e pieno di luci. Ma attenzione, non si parla di accozzaglia di suoni gioiosi scodellati da un gruppetto di ragazzini foruncolosi con qualche talento.
Lo stile degli E.L.O. è un misto perfetto ed equilibrato di disco dance, progressive, rock sinfonico e glam. Una pietanza ben bilanciata, i synth si accompagnano agli archi, il basso, le tastiere elettroniche a chitarre e violoncelli .
Shine a little love, è un singolo che si apre con una ritmica galoppante e sintetizzatori di ultima generazione in un riff conosciutissimo che torna lungo tutto il pezzo, una entusiasmante intro che porta alla strofa, sofisticata, armonica, sostenuta da una bella partitura di basso per poi sfociare nel ritornello, splendente, allegro, rallegrato dalle claps e da coretti che ricordano i Beach Boys ed i Bee Gees. Archi ariosi, archi ritmici, tutto collabora all perfetta riuscita di questa hit . Confusion ha qualcosa in se’ che ricorda la splendente energia degli Abba. Anche qui i sintetizzatori sono in primo piano, le chitarre ritmiche accompagnano, la batteria è morbida, una bella ballad uptempo, composizione solida, un ritornello che ti si stampa in testa e non se ne va più. Si continua con la bellissima Need her love, ballad d’amore di beatlesiana tradizione. Una composizione perfetta, tastiere, chitarre elettriche, archi romantici, commenti della chitarra elettrica alla George Harrison. Intrecci di voci caratteristici, che aggiungono alla canzone un’atmosfera di ovattata, sognante malinconia.
The diary of Horace Wimp , il diario della settimana di un uomo intrappolato nella sua timidezza, è un brano geniale, elaborato, gradevole, complesso nel suo arrangiamento. Ingegnoso, sofisticato, divertente e romantico, sembra una passeggiata nella Swinging London a bordo di un autobus rosso fuoco, e ci fa ricordare perchè amiamo così tanto l’inarrivabile english style. I violini commentano scatenati, ritmici, romantici, sinfonici, duettano, sostengono, rispondono, Jeff Lynne usa il vocoder e si diverte, i cori commentano, ironici.
Last train to London è una bella canzone, che prescinde dal tempo. Brano uptempo, ritmato, felice, vivace, ha un ritornello famosissimo, ed è uno di quei casi in cui vorresti riascoltare il brano non appena finito. Ancora i violini hanno il compito di commentare insieme ai riff vagamente funky delle chitarre, al basso ritmato, alla batteria martellante.
Midnight Blue è un bel brano, pensiamo ai Beatles ma anche ai Queen, i violini sono classici e pop allo stesso tempo, l’atmosfera pensosa, le voci dei cori si intrecciano con la lead e con il vocoder, chiamato in causa a dare un tocco di elettronica in questa canzone romanticissima che ha richiami al sinfonico nell’arrangiamento, mentre tanta elettronica e tanto ritmo caratterizzano la divertentissima On the run . Le tastiere sperimentano suoni e sequenze e si incontrano con i violini che pizzicano, scivolano sugli accordi, le chitarre ritmiche creano uno sfondo armonico pieno, il basso commenta, sostiene, arricchisce. Il brano si chiude con un cambio di ritmo, una marcia impreziosita dagli intrecci vocali così caratteristici, e l’aereo prende il volo. Wishing si apre con una intro di archi e synth. Canzone che se non la conosci, dici “saranno gli Electrict Light Orchestra”, tanto il suono, la composizione e gli arrangiamenti sono caratteristica del gruppo di Birmingham. Don’t bring me down conta su tastiere martellanti, campionamenti elettronici, chitarre elettriche rock and roll, cori che cantano armonizzando tutto il brano. Claps, atmosfera gioiosa e trascinante. Chiude l’album Little town flirt,che riecheggia lo stile ye ye dei primissimi, giovani beatles, una canzone
lieve, sembra un classico scritto tra gli anni ’50 e i primi ’60. Il testo d’amore, pulito e romantico conferma questa impressione. Un disco geniale, divertente, complesso ed estremamente godibile, che ascolti sorridendo e battendo il tempo con il piede in una atmosfera di perfetto rilassamento e una qualche traccia di nostalgia.

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