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Vs. – La recensione

22 Sep 2015

VS.

LA RECENSIONE DELL’ALBUM DEI PEARL JAM

 

 

Quando i Pearl Jam entrano in studio per registrare il loro secondo album, il disco di esordio, “Ten”, pubblicato nell’ottobre del 1991, ha già venduto 5.000.000 di copie. In una classifica compilata dalla rivista Rolling Stone per uno dei numeri del febbraio 1993, i Pearl Jam furono votati come migliore gruppo rivelazione americano, Eddie Vedder fu riconosciuto come miglior cantante rivelazione, il loro “Ten”, nella categoria miglior album, fu secondo solo ad “Achtung baby” degli U2, il video di ‘Jeremy’ fu infine votato come migliore clip dell’anno. Il mese precedente alla pubblicazione di Rolling Stone, il Los Angeles Times aveva intervistato una ventina di addetti ai lavori chiedendo loro quali gruppi avrebbero voluto contrattualizzare se improvvisamente tutte le band più famose fossero state dichiarate libere da vincoli legali con le rispettive etichette. La preferenza cadde sugli U2 seguiti dai R.E.M. e, sorprendentemente, con un solo album alle spalle, dai Pearl Jam. Queste erano solo alcune delle premesse con cui la band doveva confrontarsi affrontando in studio il lavoro per la realizzazione del disco che doveva affiancarsi, nella loro appena accennata discografia, a quel vero mostro  commerciale che era stato “Ten”. La band era nel frattempo stata riconosciuta come rappresentativa del grunge: scarpe DocMartens, camicie di flanella erano diventate improvvisamente di moda, il regista Cameron Crowe aveva inserito Vedder nel suo film grunge “Singles”, ottenendo anche due tracce inedite dei Pearl Jam per la sontuosa colonna sonora.  Ma i Pearl Jam non erano solo questo, era loro riconosciuta una levatura derivata soprattutto dall’impegno di Vedder nella causa ambientalista, animalista e dalla sua lotta contro la pornografia.

L’arrivo nella band di Vedder aveva necessariamente spostato gli equilibri ed ora malgrado fosse l’ultimo arrivato, a lui veniva riconosciuta la leadership. Ora tutti si aspettavano qualcosa da lui e la pressione era divenuta quasi insostenibile; per aiutare la band nel lavoro in studio fu chiamato un produttore con caratteristiche eterogenee assolutamente necessarie per affrontare i Pearl Jam: Brendan O’Brien, che aveva all’attivo collaborazioni con Red Hot Chili Peppers, Stone Temple Pilots, Black Crowes.

Le registrazioni per quello che diverrà “Vs.”, dai provini fino alle rare sovraincisioni finali, occupano la band da  febbraio a maggio, in quei mesi Vedder vivrà momenti di depressione,  di crisi creativa ponendo la band in uno stato di stallo. Il produttore assecondò i ritmi lavorativi, ma solo apparentemente, infatti lui era abituato a tempi di incisione molto serrati e fu per questo che invitò gli elementi della band ad incidere live in studio la quasi totalità dei brani apportando solo dei ritocchi quasi in fase di  missaggio. Questo tipo di cura imposta da Brendan O’Brian si è dimostrata più che risolutiva: “Vs.” apre con ‘Go’ un brano che ricalca perfettamente l’energia profusa dalla band in “Ten”, eppure questo pezzo d’esordio dell’album non deve trarre in inganno perché “Vs.” risulterà essere un lavoro distante dal suo predecessore, un album che giudicato oggi permette di affermare che i Pearl Jam che abbiamo imparato a conoscere negli anni hanno origine e caratterizzazione proprio da alcune scelte operate dalla band in questo loro secondo album in studio.

Il sapore acustico di alcune future classiche ballate di Vedder e compagni hanno in “Vs.” una sorta di prototipo, anzi più di uno. ‘Daughter’ rappresenta l’archetipo di questa nuova  linea: un tappeto di chitarre acustiche esaltano la performance vocale del cantante che appare del tutto inedita per robustezza, slancio e fervore. Le tematiche ‘contro’ che ritroviamo diffusamente nell’intero album si  focalizzano qui su un doppio tema, quello della violenza ed abuso su minori e l’altro, cui Vedder era molto sensibile e che riguardava la difficoltà di apprendimento e di attenzione in età scolare, temi allora affrontati timidamente. ‘Contro’, vale a dire ‘versus’ in latino e quindi “Vs” nella versione contratta, non era il titolo iniziale dell’album che avrebbe dovuto chiamarsi “Five against one”. Quando si toglie il CD dalla sua sede vediamo la foto di una mano con le cinque dita ben visibili, sul palmo appare la scritta against, ancora un termine per dire contro. ‘Cinque contro uno’ rimanda in questo caso alla pura idea di antagonismo e non certo ad un modo di dire inerente una pratica di autoerotismo maschile. Questo titolo fu rifiutato proprio all’ultimo, tant’è che le prime stampe dell’album non avevano neanche il titolo “Vs.” introdotto soltanto nelle successive ristampe e naturalmente in quella expanded del 2011  che contiene tre bonus traks: ‘Hold on’, ‘Cready Stomp’ e la meravigliosa ‘Crazy Mary’ scritta da Victoria Williams ed interpretata dalla band, e da Vedder in particolare, con degli accenti sorprendenti. Tornando alle 12 tracce dell’edizione standard troviamo una rara perla che risponde al nome ‘Ederly woman behind the conter in a small town’ scritta dal solo Vedder nella quale si canta si nostalgia, vecchiaia, amori dimenticati e mai risolti che si ripropongono o ritrovano quando orai la curva della vita sta declinando.

Ancora Vedder in completa autonomia creativa su ‘Rearviewmirror’: ha dichiarato l’autore che mentre scriveva le parole era come se fosse su una automobile mentre guidava lasciandosi dietro un qualcosa di spiacevole. ‘Animal’ ha scatenato una ridda di ipotesi su chi sia stato il personaggio ispiratore del brano, Vedder canta ‘preferirei stare con un animale’, in realtà non è mai stato chiarito con chi Vedder se la prendesse anche se una possibile interpretazione fa risalire la collera del cantante ad un alterco con Bono degli U2, mentre altre rimandano a qualche non identificato dirigente della casa discografica. “Vs.” si sviluppa e prende corpo attraverso ‘Dissident’ una canzone sul senso di colpa o forse sulla condanna della violenza sessuale sulle donne. Segue ‘W.M.A.’ dura, quanto sempre più attuale rappresentazione del mai pienamente risolto problema razziale negli States e della discriminazione sui neri operata dalla polizia. ‘Blood’ tratta di uno dei più delicati temi su cui si è confrontato Vedder in prima persona: la notorietà, il danno che provoca l’esporsi ai media, la percezione distorta che la gente ha di te dopo che sei apparso su un giornale. Nel frattempo sono passati brani densi, come ‘Glorified g’, la turgida ‘Blood’, le leggiadre ‘Leash’ e ‘Indifferece’ quest’ultima forse un po’ appesantita da una ostentazione di propositi sinceramente corretti, ma anche retorici. Dopo più di venti anni dalla sua pubblicazione e dall’alto dei sei milioni di copie vendute, si può affermare che “Vs.” sia stato non solo un adeguato successore di “Ten”, ma l’album che ha chiaramente focalizzato e lasciato intravedere alla band percorsi futuri, paralleli o anche alternativi favorendo una musica che si dispiegherà da allora attraverso un percorso sempre efficace ed efficiente.

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